Osimhen, il talismano del Napoli dal cuore d’oro

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Ogni volta che lui segna il Napoli vince. Osimhen vuole trasformare la stagione da incubo in un rush finale da sogno (Champions). E sui social dimostra tutto il suo gran cuore lanciando un appello per aiutare una donna che vende l'acqua ai semafori, come faceva lui da piccolo

Se Osimhen segna, il Napoli vince. Una formula magica che fa sognare Gattuso e tutti i suoi tifosi. Victor ha fatto ancora centro, questa volta contro la Sampdoria. Solo cinque in una stagione per lo più maledetta, ma che portano con sé una curiosa e promettente statistica: sono sempre arrivati insieme a una vittoria. 15 punti su 15. Atalanta, Bologna andata e ritorno, Crotone e l'ultimo di Genova. Fin troppo importante il nigeriano per questo Napoli, come fin troppo pesante è stata la sua assenza per così tanto tempo in campionato. Un gol ogni 155 minuti nelle prime sette. Uno ogni 102 nelle ultime sette. In mezzo i tanti stop. La media punti a partita in campionato - 2.06 con lui in campo - che scende a 1.64 quando non c'è stato. A lungo. Settantasette giorni di buio.

I numeri di Osimhen a inizio e nelle ultime sette di campionato

Gli infortuni e il Covid

E dire che la stagione di Osimhen, pagato non poco visti i 70 milioni sborsati al Lille, era iniziata bene. Esordio da titolare alla seconda giornata con assist e 6-0 show a Parma. Alla terza segna, e il Napoli vince. In mezzo cerca continuità e alla settima, col Bologna, fa ancora gol (e il Napoli vince). Poi inizia l'incubo: il prologo è l'immagine di lui dolorante portato fuori dal campo in barella in Nigeria, mentre stava giocando con la sua nazionale: è lussazione alla spalla. Era novembre e lo stop sembra breve. Non sarà così. A dicembre vola ad Anversa in un centro specializzato per curarsi. Danno problemi anche i nervi del braccio, recisi, e Victor continua ad accumulare giorni e partite ai box. Si arriva a Natale: dopo la sosta del campionato Osimhen torna dalla Nigeria positivo al virus, e nello stesso momento spuntano dei video che lo vedono protagonista di una festa senza mascherine e distanziamento nel giorno del compleanno (il 29 dicembre). "Non ho capito la gravità", scuse immediate. Rientro molto meno. Il tampone negativo arriva solo il 22 gennaio, quando la spalla intanto è guarita, il 24 gioca col Verona ma nel frattempo sono passati 77 giorni e 14 partite. Fine del calvario? Magari. Neanche un mese dopo ecco l'infortunio alla testa nel finale del match con l'Atalanta, con tanto di svenimento in campo. Esami ok, ma intanto salta altri tre match. Il vero ritorno è allora a Bologna, curiosamente la stessa squadra dopo cui era partito il calvario. Lui segna, il Napoli vince e inizia la rincorsa Champions.

La donna che vende acqua al semaforo (come faceva lui)

E poi il cuore grande. D'oro. Sul suo profilo Instagram le sue storie sono una carrellata di replay dell'ultimo gol segnato contro la Samp. Poi però un messaggio speciale. La foto è quella di una donna senza una gamba. Una maglietta con scritto "No pain no gain" (nessun dolore, nessun guadagno). Vende acqua sorreggendo con la testa un pesante catino. "Questo è allo stesso tempo scoraggiante e di grande motivazione" scrive lui, lanciando ai suoi follower l'appello per aiutare a rintracciarla. Inevitabilmente, Osimhen torna con la mente al proprio passato, il Victor bambino, quando era lui a vendere acqua e bibite ai semafori lungo le strade di Olusosun per aiutare economicamente la sua famiglia. Quello era il suo quartiere, a nord di Lagos in Nigeria, vicino a Oregun, dove si trova la più grande discarica della città. E proprio da lì arriveranno le sue prime scarpette da calcio, messe ai piedi per inseguire un sogno oggi diventato realtà.

La storia Instagram postata da Osimhen