Roma-Mourinho, la presentazione. "Non sono qui in vacanza". E cita Marco Aurelio. VIDEO
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La Roma ha presentato José Mourinho nella splendida cornice della Terrazza Caffarelli in Campidoglio. L'allenatore portoghese cita subito Marco Aurelio: "Nulla viene dal nulla, come nulla ritorna nel nulla". Poi si alza per togliere le tende che facevano rumore in sala stampa. Sulla sua avventura in giallorosso precisa: "Non sono qui in vacanza, tra tre anni mi immagino a festeggiare. Vogliamo un progetto sostenibile per vincere in futuro"
TERMINA LA CONFERENZA STAMPA DI JOSÉ MOURINHO
Se si dovesse vincere, sa che i nuovi nati si chiameranno tutti José? Come vive questa cosa?
"Giuseppe!".
Se dovesse immaginare la Roma fra tre anni, come la vedrebbe?
"Festeggiando qualcosa".
Le dispiacerà non incrociare Conte sulla panchina dell'Inter? E Ronaldo deve preoccuparsi del tuo ritorno?
"Ci sono degli allenatori nella storia dei club che non bisogna paragonare mai. Ad esempio, se parli di Liedholm o Capello, alla Roma non possono essere paragonati a nessuno. Quando si parla dell'Inter, non bisogna paragonare nessuno con me o con Helenio Herrera. Non si può paragonare. Ronaldo? Non si deve preoccupare perché io non faccio il difensore centrale. Se facessi il centrale lo picchierei di sicuro, però sono troppo scarso e troppo vecchio per giocare contro di lui".
Quello che si è visto nel documentario 'All or nothing' fa uscire il vero Mourinho? Ha già un'idea tattica per far crescere la Roma?
"Abbiamo un'idea, ma bisogna lavorare ogni giorno per capire come possiamo esprimerci al massimo. Dobbiamo mettere i giocatori nella condizione migliore, non vogliamo che qualcuno giochi in un modo che non gli piace. È l'unico modo per permettere alla squadra di esprimere al massimo il proprio potenziale. In questo momento è difficile definire un modulo di gioco specifico, bisogna sempre avere la capacità di cambiare sotto ogni punto di vista. I giocatori hanno più cultura tattica e piano piano dobbiamo andare in questa direzione. Il documentario? Non l'ho visto, ma noi eravamo naturali. Le camere erano nascoste, nelle prime settimane eravamo un po' preoccupati, ma poi diventa tutto naturale. Ci si dimentica tutto. Ma per favore, non date queste idee a Friedkin".
Come ha trovato Zaniolo? È pronto a tornare protagonista? Qual è il suo ruolo in campo?
"Dobbiamo capire. Dobbiamo analizzare. Ho una squadra tecnica che mi piace tanto, con gente che ha talento e passione. Altri hanno lasciato situazioni facili in altri club e hanno deciso di venire da noi per lavorare. Zaniolo ha un talento fantastico, così come altri nella squadra. Sappiamo cosa è successo dal punto di vista degli infortuni, dovremo trovare per lui nel contesto della squadra un habitat naturale dove può esprimersi al massimo. La cosa importante è che i giocatori possano condividere con noi un'idea di gioco e metterla in atto con felicità".
Come si possono conciliare il principio di sostenibilità e la voglia di vincere. Sarebbe positiva una stagione senza titoli?
"Voi parlate sempre di titoli, noi parliamo di tempo, di progetto, di lavoro. I titoli non sono parole, come parola è troppo facile da dire. Poteva essere una promessa molto facile, ma la realtà è un'altra cosa. Noi parliamo di migliorare, i titoli arriveranno. La società non vuole un successo isolato, vuole arrivare in alto e rimanerci. Questo è più difficile, vincere in maniera isolata è più semplice. Lo è ancora di più quando vinci e poi non hai i soldi per pagare gli stipendi. Noi vogliamo essere sostenibili e il successo arriverà"
La Roma non vince nulla dal 2008. La squadra è abbastanza forte per vincere subito?
"Non è una ossessione per me pensare a questa cosa. Come ho detto, è innegabile che nell'ultimo campionato siamo arrivati a 29 punti dallo scudetto e a 16 dalla Champions. C'è bisogno di tempo, che è una parola chiave che è stata molto importante quando ho parlato con la proprietà di questo progetto. Però possiamo anche accelerare questo processo. Questa è la mia natura e voglio che i giocatori e tutti all'interno del club possano avere questa mentalità".
Come sente il rumore dei nemici in vista della prossima stagione?
"Prima di tutto non voglio la Roma di Mourinho. Voglio la Roma dei romanisti. Io non sono nessuno, sono uno in più. Insieme al club e ai tanti tifosi nel mondo sono solo uno in più. Se vogliamo parlare della Juve di Allegri, della Lazio di Sarri e del Napoli di Spalletti possiamo farlo. Ma non mi piace parlare di Roma di Mourinho".
Alcuni ritengono che sia arrivato a Roma in una fase discendente. Cosa vuole rispondere?
"Niente, ho già risposto prima. Nei miei ultimi tre club ho vinto uno scudetto con il Chelsea, tre titoli con lo United e ho raggiunto una finale di Coppa con il Tottenham. Quello che per me è un disastro magari altri non lo hanno mai raggiunto nella vita. È così, è colpa mia".
Qual è la sua idea di vittoria in una città in cui non si vince da tanto?
"Dal punto di vista molto pragmatico e oggettivo posso dire che abbiamo un solo obiettivo in mente, vogliamo vincere la prima partita ufficiale. Quando finiamo la prima, pensiamo alla seconda. Credo che la prima partita ufficiale sia in Conference League e vogliamo vincerla. Poi, da un punto di vista generale, questa società e questa squadra ogni giorno devono migliorare. Io, oggettivamente parlando, posso dire che la struttura fisica che c'è a Trigoria è già diversa da quando sono arrivato a oggi. Si sente che ogni giorno va sempre meglio. Dobbiamo continuare a migliorare ogni cosa. L'obiettivo è questo".
In passato ha detto di essere stato vittima dell'ossessione per la vittoria. È così?
"No, io non l'ho mai detto. L'ossessione è degli altri. Io sono vittima di quello che ho fatto. Ad esempio, al Manchester United ho vinto tre titoli ed è stato un disastro. Nel Tottenham ho fatto una finale di coppa che non mi hanno lasciato giocare ed è stato un disastro. Quello che per me è un disastro, per gli altri è qualcosa di fantastico"
A 11 anni dal tuo addio all'Italia, con quali motivazioni torni?
"Io sono l'allenatore della Roma e non voglio essere niente di più. Qui c'è tanto da fare e mi devo concentrare su questo ruolo per 24 ore. Se come conseguenza di questo lavoro noi possiamo dare qualcosa in più al calcio italiano, sarebbe fantastico. Le situazioni si possono verificare e io per difendere i miei farò di tutto. Per cercare dei problemi, ovviamente no. Mi voglio divertire e penso che ci possiamo divertire tutti. Ho più esperienza e più maturità che mi mettono in una condizione più solida dal punto di vista emozionale, ma per difendere i miei giocatori farò di tutto".
PARLA NUOVAMENTE MOURINHO
Quale sarà il budget per il mercato?
Tiago Pinto: "Ci aspettavamo questa domanda. Stiamo lavorando ogni giorno per trovare le soluzioni, ma l'analisi della squadra è stata fatta. Siamo sicuri che alla fine del mercato avremo una squadra degna di Mourinho".
Lei ha sempre seguito il motto 'Veni, vidi, vici'. Il suo percorso sarà questo?
“Ho un contratto triennale e starà alla società decidere il futuro. Noi non possiamo sfuggire al fatto che non si vince da tanto tempo e che nella scorsa stagione il campionato è terminato a 16 punti dal quarto posto. Devo farmi queste domande e trovare delle risposte. Il club e la società conoscono le risposte meglio di me e sanno benissimo che c'è tanto da fare. Vogliamo arrivare a vincere dei titolo. Non dico che vincere immediatamente non succederà mai, ma normalmente non accade".