Atalanta, Percassi: "Basta parlare di scudetto, Abraham ingaggio proibitivo per noi"

l'intervista

Il presidente nerazzurro non ci sta e invita tutto l'ambiente Atalanta a mantenere i piedi per terra: "Non si può fare un funerale dopo un pareggio con il Bologna, noi abbiamo vinto tre scudetti consecutivi andando tre volte in Champions. Prima puntiamo a fare 40 punti, poi a confermarci in Europa, ma la priorità rimarrà sempre l'equilibrio nei conti. Abraham? Ingaggio fuori portata, altro esempio di cosa non possiamo essere"

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La stagione dell'Atalanta si è aperta con una vittoria sofferta sul campo del Torino e un pareggio interno contro il Bologna. Risultati non esaltanti che però non preoccupano il presidente Antonio Percassi, che anzi, intervistato dall'Eco di Bergamo, rivendica il lavoro fatto in queste stagioni e richiama tutto l'ambiente Atalanta a mantenere i piedi per terra: "Mi piacerebbe che si smettesse di parlare di scudetto: siamo l’Atalanta e di scudetti ne abbiamo appena vinti tre consecutivi conquistando tre terzi posti in Serie A. Siamo l’Atalanta, non esiste che pareggi col Bologna e facciamo i funerali… Noi gestiremo sempre la società per garantire l’equilibrio, come prima cosa è fondamentale mantenere i conti in ordine. Secondo me ci siamo rinforzati. Senza la cessione di Romero non sarebbe stato possibile ampliare l’organico in tutti i reparti. Io ho il dovere di tenere i piedi per terra. Si deve smettere di pensare che l’Atalanta possa vincere lo scudetto. Così si perde la misura e non si è mai contenti. Non derogheremo mai alle nostre regole, quindi prima bisogna arrivare in fretta ai 40 punti. Prima ci arriviamo e prima potremo guardarci intorno, perché il passo successivo sarà puntare a confermarci in Europa. Ma prima conta confermarsi in categoria".

"Mercato? L'equilibrio nei conti è la priorità"

Percassi ha proseguito, facendo un punto sul mercato e rivendicando anche qui il lavoro svolto dalla sua società: "Abraham è un altro esempio di cosa siamo e di cosa non possiamo essere. Conosciamo il ragazzo da tempo, ma costo del cartellino e ingaggio sono da grande club. Noi abbiamo un’altra dimensione. Sto solo difendendo scelte che consideriamo fondamentali per il futuro della società. Primo l’equilibrio nei conti. Non possiamo prendere Abraham perché non è nelle dimensioni dell’Atalanta. Musso è una primissima scelta, di Demiral parleremo quando avrà imparato il calcio del mister. Zappacosta è una grande operazione, e per fortuna Luca ha un rapporto speciale con il Chelsea, altrimenti probabilmente l’avremmo perso. L’ho visto col Bologna, ha una gamba impressionante. Il mio sogno è che dopo le gioie di Toloi e Pessina campioni d’Europa, Zappacosta da atalantino possa tornare in Nazionale. E io credo nel recupero di Ilicic, che a sentire il mister si sta allenando molto seriamente, oltre che nella crescita di chi ormai si è ambientato. A partire da Piccoli, tenerlo è una scelta calcistica e non solo. Lui è un figlio di Zingonia e se segna 5-6-7 gol, a me va bene anche che giochi poco".

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