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Juventus, Evra: "Ronaldo era capro espiatorio, non si sentiva amato"

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La versione dell'ex bianconero sull'addio di Cristiano Ronaldo dalla Juventus: "Ha temuto di essere considerato il primo colpevole degli insuccessi della squadra e quando ha capito che poteva tornare a Manchester, non ci ha pensato due volte: lì nessuno si sognerebbe mai di criticarlo. Allegri? Non c'era bisogno di dire in pubblico che CR7 non avrebbe giocato tutte le partite"

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Il passaggio di Cristiano Ronaldo dalla Juventus al Manchester United è stato probabilmente il più importante dell'ultima sessione di calciomercato. Un trasferimento avvenuto nel giro di pochi giorni, con il campione portoghese che ha dato l'addio al club bianconero dopo tre stagioni ed è tornato là dove era diventato grande tra il 2003 e il 2009. Chi condivide un passato comune tra Manchester United e Juventus con Cristiano Ronaldo è Patrice Evra, che a "Repubblica" ha spiegato la sua versione dei fatti riguardo l'addio di CR7: "Non si sentiva amato e rispettato. Ad un certo momento aveva capito che a Torino stava diventando il capro espiatorio dei risultati insoddisfacenti della Juventus, ha temuto di essere considerato il primo colpevole degli insuccessi. Quando ha capito che sarebbe potuto tornare allo United, non ci ha pensato due volte. Dopotutto è il Manchester il suo più grande amore, dove nessuno si sognerebbe mai di criticarlo o mancargli di rispetto".

"Nell'addio di Ronaldo hanno inciso anche le parole di Allegri"

Secondo Evra, un ruolo importante nella volontà di Cristiano Ronaldo di lasciare la Juve lo hanno avuto anche alcune dichiarazioni di Massimiliano Allegri: "Quando disse che Cristiano non avrebbe giocato tutte le partite, Cristiano ha sentito e ne ha risentito. Non c’è bisogno di dire certe cose in pubblico, bisogna dirle in privato. Tutte le altre critiche rivolte a Cr7 sono state un po' ridicole e anche un po' ipocrite". Il terzino francese esalta però il lavoro di Allegri, che lui ha avuto in bianconero tra il 2014 e il 2017: "Ha un fiuto incredibile per il calcio. Lo aveva anche Ferguson, ma non come Max: sa sempre come andrà una partita prima che cominci. Allegri è l'allenatore juventino per eccellenza, ha sposato l'ideologia bianconera, è un ‘gobbo' in tutto e per tutto e sa come preparare e motivare la squadra: ti ammazza di lavoro, ma è intelligente perché te lo impone con il sorriso".

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