Napoli, Kim: "Mi sento a casa, lo scudetto è possibile"

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Le parole del difensore sudcoreano del Napoli a 'La Repubblica': "Non immaginavo subito questi risultati. Erede di Koulibaly? Sento un peso fortissimo sulle spalle. Il mio idolo è Sergio Ramos. Giocare il mondiale con la mia nazionale è una grande conquista"

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In tre mesi il nuovo difensore del Napoli, il sudcoreano Kim Min-jae, è diventato un nuovo idolo dei tifosi facendo dimenticare la cessione di Koulibaly. Il 25enne, arrivato nello scorso mercato estivo per 19.5 milioni di euro dal Fenerbahce e nuova colonna difensiva della squadra di Spalletti, ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano 'La Repubblica'.

 

 

Sul petto ha un vistoso tatuaggio con la scritta "Carpe diem", è stato ispirato da Orazio?
"Cogliere l'attimo è quello che cerco sempre di fare in campo, in primis nei duelli con gli avversari. Carpe diem è una espressione molto utilizzata in Corea e sintetizza al meglio la mia maniera di interpretare il calcio. Ma è un motto che cerco di applicare anche nella vita e nel mio lavoro: nella fattispecie l'ho fatto accettando l'offerta del Napoli, alla fine di luglio".

Immaginava subito questi risultati?
"Non potevo immaginare che sarebbero arrivati subito questi risultati, anche se faccio parte di un grande team e stiamo dando tutti il massimo per il bene della nostra squadra. Ci alleniamo moltissimo e vogliamo vincere sempre, pur sapendo che nel calcio ci sono tante variabili e avversari forti. Ma il nostro obiettivo è riscrivere la storia del Napoli e i 12 successi di fila ci dicono che siamo sulla strada giusta. So che la città aspetta il titolo da più di trent'anni e sono certo che alla fine del campionato conquisteremo lo scudetto, se saremo in grado di giocare sempre così. In Champions invece bisogna vivere alla giornata, con l'obiettivo minimo di perdere più tardi possibile, se proprio sarà inevitabile alzare bandiera bianca".
Subito una soddisfazione personale, con il premio come miglior giocatore di settembre
"Mi hanno detto che sono solo il secondo difensore ad aver vinto questo premio in campionato e devo ammettere che non me l'aspettavo, anche se sto facendo il massimo per adattarmi al calcio italiano e fare quello che mi chiede Spalletti. Ho tanto da imparare. La lingua italiana è difficile e per questo ho cominciato subito a studiarla, ma per me rappresenta ancora un ostacolo durante le partite e in allenamento. Per adesso ho imparato le parole base per comunicare in campo: "sali, scappa, destra, sinistra". Ci arrivo, però: piano, piano...".

Per i tifosi lei è diventato il nuovo Koulibaly in soli tre mesi...
"Il paragone è impegnativo. Sento un peso fortissimo sulle mie spalle, perché Koulibaly è stato una leggenda del Napoli e sostituirlo è per me una grande responsabilità: nei confronti dei tifosi e pure dei miei compagni, che mi hanno accolto davvero benissimo".

Come le è venuto in mente di cantare "Gangnam Style" nel suo primo giorno di ritiro estivo?
"Il karaoke è il pegno del noviziato ed è stato un modo esilarante per rompere il ghiaccio, con un impatto forte: ho fatto sorridere tutto lo spogliatoio e mi sono divertito molto anche io, perché amo il k-pop".

Oltre alla musica, quali sono le sue altre passioni?
"Faccio una vita tranquilla e le abitudini che ho trovato in Italia sono abbastanza simili alle mie. Sono nato a Tongyeong, che è una città sul mare, si affaccia con tre lati sul Golfo ed è ribattezzata per questo motivo la Napoli coreana. Mi sembra di essere tornato alle mie origini e sto trovando tutto quello che mi circonda molto bello. Il traffico non è peggiore di quello di Seul e spero di restare qui a lungo. Per fortuna ho con me la famiglia e mia moglie è brava in cucina: adoro il kimchi, un piatto coreano a base di verdura fermentata piccante. Con il mio Paese ho un legame forte: ogni giorno devo tenere un paio d'ore di lezioni via Zoom per i calciatori amatoriali, perché sono stato esonerato come sportivo dal servizio militare".

Preoccupato dalla guerra a tre ore dall'Italia?
"Non per me e nemmeno per la mia famiglia, ma provo grande tristezza per quello che sta accadendo in Ucraina e per le sofferenze che stanno patendo le popolazioni locali. Vengo da una nazione divisa in due e so bene cosa significa".

E' impegnato nel sociale?
"Collaboro con la Purme Foundation, che si occupa dei disabili. Li avevo contattati per una donazione e mi hanno chiesto di diventare il loro ambasciatore. Ho accettato volentieri. Aiutare gli altri è molto bello, mi fa stare bene".

Perché è soprannominato il "Mostro" in campo?
"Ci sono tanti difensori prestanti, in Corea. Ma pochi veloci come me. Da qui il soprannome. Da qualche anno mi alleno con il ciclismo, il mio secondo sport preferito".

Il suo idolo è Sergio Ramos, conferma?
"Ho sempre ammirato Sergio Ramos da quando sono un calciatore professionista. L'ho studiato nei video, da lui ho imparato moltissimo. Spero di seguire almeno un po' le sue orme".

Che è stato campione del mondo
"Già. Io invece quattro anni fa ho saltato il Mondiale in Russia per un grave infortunio e per me è stato un trauma terribile. Ma adesso avrò finalmente la chance di partecipare alla Coppa con la mia Corea e per me è una grande conquista, anche se per il momento sono concentrato solo sul Napoli. Giocare qui ad altissimi livelli, in Serie A e in Champions, mi servirà sicuramente pure in Qatar".

L'Italia invece ai Mondiali non ci sarà...
"Dispiace per l'eliminazione dell'Italia: ha avuto sfortuna e la competizione europea nella fase preliminare è di livello molto elevato. Ma non è il calcio che sta cambiando, è stata solo una situazione particolare: sto vedendo in Serie A quanto è duro il livello del calcio italiano. tutte le partite presentano delle insidie".

Napoli squadra da battere?
"Bisogna chiederlo ai nostri avversari, non saprei rispondere. Ma parlo per me e non ho dubbi: è soprattutto la Juve la squadra che voglio sconfiggere. So che i tifosi napoletani non la amano tanto...".

Cosa vede nel suo futuro a Napoli?
"Continuità, crescita professionale, sogni. La mia avventura italiana è appena iniziata e sono convinto che arriveranno anche dei momenti più difficili. Ma vincere un titolo qui sarebbe davvero fantastico".