Caso D'Onofrio, qualcuno nella sua sezione Aia sapeva?

la decisione
Lorenzo Fontani

Lorenzo Fontani

donofrio aia

Il Comitato Nazionale dell'Aia riunito d'urgenza: durante un direttivo della sezione di Cinisello Balsamo, quella a cui era iscritto D'Onofrio, sarebbero emerse notizie rilevanti non comunicate ai vertici Aia. Salta il presidente?

Si arricchisce di un nuovo capitolo la vicenda di Rosario D'Onofrio, l'ormai ex procuratore capo dell'Associazione Italiana Arbitri arrestato la settimana scorsa con l'accusa di far parte di un'associazione di narcotrafficanti. L'Aia, com'è noto, si è difesa comunicando di non avere gli strumenti per un controllo diretto sugli associati, che da regolamento sono tenuti a comunicare eventuali carichi pendenti, e di non aver mai saputo nemmeno indirettamente delle attività illecite di D'Onofrio, che era stato già arrestato nel 2020 e svolgeva il suo ruolo pur risultando agli arresti domiciliari.

 

In queste ore infatti è stato convocato un Comitato Nazionale d'urgenza dell'Aia per deliberare la decadenza del Presidente della Sezione Aia di Cinisello Balsamo, la sezione a cui era iscritto D'Onofrio. In una seduta del Consiglio Direttivo della sezione infatti sarebbero emerse notizie e circostanze riferibili a D’Onofrio che il presidente della Sezione avrebbe dovuto immediatamente comunicare ai vertici dell'Aia. Non è chiaro quali notizie siano emerse, quando e perché non siano state immediatamente comunicate ai vertici arbitrali, ma è sicuramente un altro tassello di un mosaico sempre più intricato e inquietante.

 

Intanto la Federcalcio ha studiato la relazione dell'Aia sulle modalità che hanno portato alla scelta di D'Onofrio come capo della Procura arbitrale, mentre l'altra Procura, quella della Figc, sta analizzando le carte dell'inchiesta penale per capire se ci siano elementi rilevanti per la giustizia sportiva. "Finora non ci sono gli estremi per un commissariamento dell'Aia, ma se un domani dovessero emergere sarà Trentalange per primo a fare un passo indietro", ha detto il presidente Gravina al termine del Consiglio Federale di martedì scorso, che ha votato all'unanimità il passaggio della giustizia arbitrale sotto l'egida della Federcalcio.