Pippo Inzaghi al Club: "Milan, la mia vita. Non sono pentito di averlo allenato"
SKY CALCIO CLUBOspite al Club di Caressa, l'allenatore della Reggina è stato protagonista di una serata in cui ha raccontato tanto di sé: dall'analisi dell'esordio in panchina al Milan al presente in B. Sul passato: "Mai pentito di aver allenato i rossoneri, mi dispiace aver deluso i tifosi, ma è in quel momento che ho capito che avrei voluto davvero fare questo mestiere". Poi tanti aneddoti e risate: "Una volta mi ruppi un piede in casa con mio fratello. Bergomi mi 'rovinò' a Francia '98 e Costacurta..."
Aneddoti, analisi, ricordi e anche tante risate. Una bella serata quella trascorsa da Filippo Inzaghi negli studi di Sky Sport: ospite a Sky Calcio Club, l'allenatore della Reggina, attualmente secondo in Serie B, ha parlato di tanti argomenti a partire dalla sua prima esperienza in panchina alla guida del Milan: "Me lo chiedono spesso, ma io sinceramente non mi sono pentito di aver allenato il Milan. Quell'anno è stato fondamentale per capire che potevo fare questo mestiere. Al di là del fatto che fino a gennaio eravamo stati nei primi tre posti anche senza giocare un calcio da Milan, perché non avevamo la squadra per poter giocare il calcio del Milan che tutti conoscevano, io in quell’anno venivo dalla Primavera e non c’è mai stato un giocatore che mi ha mancato di rispetto nonostante fossi un allenatore giovane. Chiaramente sono stato male perché il Milan per me è la vita, quindi mi è dispiaciuto aver deluso i tifosi. Ma da lì ho capito che questo lavoro mi piaceva, poi ripartire dalla C non è stato un problema. La categoria mi interessa poco: a Venezia, ad esempio, c’era un gruppo che veniva dalla Serie D e noi per poco non siamo andati in Serie A. A me piacciono queste missioni, far capire che con il lavoro e la dedizione si può arrivare anche dalla D a giocare in A. Come poi è successo anche a Benevento. Al di là di tutti i record, noi probabilmente dovevamo salvarci in Serie A. Prendo sempre l’esempio di Letizia, era una giocatore al quale ho sempre detto che si è accontentato di una carriera in B e stava quasi andando in Nazionale. Queste cose mi esaltano, sono soddisfazioni e io vivo per questo".
"Come gioca la mia Reggina"
Passando al presente, 'Superpippo' ha fatto il punto sui princìpi di gioco della sua squadra, la Reggina, e ha spiegato perché a differenza di altri colleghi non predilige la costruzione dal basso: "Sono andato a vedere quanti gol ho fatto e quanti ne ho presi facendo partire l'azione dal portiere - ha chiarito -, quindi mi sono detto: 'Ma chi me lo fa fare?'. Tutti vogliamo giocare, ma dipende sempre da ciò che si ha a disposizione. Io non voglio forzare qualcosa se non posso farla bene, secondo me un allenatore deve fare questo. Quest’anno abbiamo anche dei buoni portieri, ma siccome abbiamo mezzali alte, preferiamo giocare sul lungo. Poi abbiamo degli esterni che prediligono avere campo, quindi se possiamo cerchiamo spesso la verticalizzazione. Le altre squadre ora hanno iniziato a conoscerci e quindi dobbiamo anche cambiare qualcosa. All’inizio i bookmakers ci davano per retrocessi e quindi le squadre venivano ad attaccarci, adesso hanno capito che devono stare un po’ più indietro…”.
"Impazzisco per Diretta Gol di Serie C su Sky!"
Inzaghi ha poi parlato per la sua passione per il calcio di ogni categoria, svelando qual è uno dei suoi programmi preferiti: "La mia compagna mi ammazza perché non perdo una partita di Serie C - ha detto sorridendo -: Diretta Gol della C su Sky mi fa impazzire. Anche lì ho visto un angolo o un calcio piazzato che mi è piaciuto. E poi anche da un allenatore di Lega Pro si può prendere qualcosa. Inoltre ci sono anche miei ex giocatori che ho avuto nelle giovanili e li seguo con affetto".
"Ronaldo? Difficile gestirlo in questo momento"
Tornando ai temi di attualità, inevitabile un pensiero su Cristiano Ronaldo: "Io dico sempre che per noi è dura smettere e accettare la fine. Non sai mai cosa ti aspetta dopo e sai che quello che stai facendo ti dà delle emozioni difficilmente ripetibili. Non so cosa passa nella sua testa, ma non è facile per un allenatore la sua gestione. Se penso all’allenatore del Manchester e a quello del Portogallo diventa complicato. Se parlo di me, dico che per fortuna mi hanno fatto smettere. Per fortuna perché a 39 anni sarei andato avanti e probabilmente certi giocatori meritano di finire a grandissimi livelli. Dovremmo riuscire capirlo in quel momento. Io per fortuna ho fatto gol all’ultimo tiro".
"In Nazionale mi piacerebbe vedere Raspadori e Immobile insieme"
Poi anche un pensiero sull'Italia, Pippo Inzaghi ha svelato quale sarebbe la sua coppia d'attacco ideale: "Di Raspadori mi piace che può fare la prima punta, può fare la seconda, sa giocare per il compagno ma sa anche fare gol. È un giocatore completo e mi piacerebbe vederlo con Immobile, perché secondo me possono giocare insieme. Raspadori da solo può fare forse un po’ fatica. In Nazionale lo potrei pensare in un 4-3-2-1 alle spalle di Immobile, ma Mancini ovviamente non ha bisogno di consigli. Immobile abbiamo visto che da solo fa un po’ più di fatica, ma contro i grandi difensori internazionali è dura".
L'aneddoto con Bergomi a Francia '98
Tempo di ricordi, Inzaghi ha iniziato a raccontare alcuni aneddoti del suo passato. Uno è legato a Beppe Bergomi, presente in studio al Club: "Beppe mi ha rovinato al Mondiale del '98 - ha raccontato Pippo sorridendo -. Lui mangiava il riso in bianco e non lo digeriva e da quel momento è stato lo stesso per me. Era sempre teso lo 'Zio'. Quando penso a quei gruppi penso che eravamo qualcosa di eccezionale. Però ho ormai quasi 300 panchine e devo dirti che ho trovato dei ragazzi in gamba, spesso di dice il contrario e sono luoghi comuni. Noi eravamo qualcosa di speciale, quando mangiavamo eravamo sempre i soliti sei o sette che una volta finito restavamo ancora a lungo a tavola a parlare e scherzare. Ora l’unico handicap è che si finisce di mangiare e i ragazzi vanno tutti in camera coi telefonini. Io, però, ancora faccio fare la passeggiata…".
Lo sfottò a Costacurta: "Con quel sinistro..."
'Superpippo' ha poi scherzato con il suo vecchio compagno Alessandro Costacurta raccontando un episodio legato al famoso match di Champions tra Milan e Ajax del 2003: "Con l’Ajax dicevo a Billy, che giocava terzino sinistro, di darmi sempre la palla addosso perché il difensore che mi marcava, Pasanen, mi faceva appoggiare e mi potevo girare. Lui, però, faceva un po' di fatica e non riusciva mai a darmela con quel sinistro...", il ricordo dell'ex attaccante tra le risate generali in studio.
"Quando mi ruppi un piede giocando in casa con Simone"
Infine un episodio legato all'infanzia vissuta con il fratello Simone, allenatore dell'Inter: "Una volta sfidando lui mi ruppi il quinto metatarso. Giocavamo in mansarda a scartarci, io gli feci una mezza finta, rientrai e poi il crac. Giocavo nel Piacenza, così mi misi a letto facendo finta di dormire. Mi dicevo: ‘Sto sognando, non posso essermi rotto un piede in casa!’. Giocavo già negli Allievi o in Primavera, arrivò mia madre e le dissi che probabilmente mi ero rotto un piede. Così feci la lastra e dissi al Piacenza che giocando a piedi nudi in casa con Simone mi ero rotto un piede". Chiusura sul rapporto tra i due: "Se soffriamo l'uno per l'altro? Simone ha tante più tensioni di me, quando si allenano quelle squadre è così. Quando perdi, se non hai grande forza dentro di te, è davvero difficile. Ti danno tutti addosso, adesso con i social ancora di più. Alla fine quello che ci salva è la passione. I miei genitori ci hanno fatto studiare, che è la cosa più importante, e ci hanno dato dei grandi insegnamenti: è quello che speriamo di fare noi con i nostri figli".