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Nuovo stadio San Siro, le modifiche richieste a Milan e Inter dal Comune

il progetto

di Alessandro Acton

Dopo la delibera della Giunta Comunale di Milano, che chiude formalmente il dibattito pubblico sul tema San Siro, si attende la risposta di Milan e Inter sulle nuove modifiche richieste sul progetto del nuovo stadio che dovrà sostituire il Meazza

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Un ulteriore passo verso il nuovo stadio di Milan e Inter a San Siro. Con la nuova delibera, e con il dossier conclusivo che verrà pubblicato nei prossimi giorni, la Giunta del Comune di Milano esaurisce la fase del dibattito pubblico, le cui conclusioni erano state trasmesse due mesi fa. Unendo anche i rilievi arrivati dal voto del Consiglio Comunale, il Comune chiede ai club di rivedere ancora una volta lo Studio di Fattibilità. In particolare si chiede: un aumento della capienza rispetto ai 60/65mila attualmente previsti, un’accessibilità popolare, con un numero di posti a prezzi contenuti almeno pari a quello attuale, una percentuale di verde sull’area che passi dal 18 al 50%, una quota di 40 milioni da destinare alla riqualificazione dei quartieri limitrofi e l’allontanamento dell’impianto dalle abitazioni per ridurre l’impatto sonoro.

Nuovo stadio, ora attesa la risposta dei club

Su questi rilievi i club ora dovranno esprimersi. In caso di accettazione, non dovrebbero esserci più ostacoli formali alla presentazione di un progetto definitivo che superi la seconda fase del percorso previsto dalla legge sugli stadi. Un passo delicatissimo, in quanto espone i club a un esborso di circa 50 milioni di euro nei confronti degli studi incaricati. Un impegno che le dichiarazioni recenti del Sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi avevano allontanato con il riferimento al vincolo sul Meazza, destinato secondo il progetto al completo abbattimento. Sgarbi sosteneva che avrebbe potuto far mettere sotto tutela il vecchio impianto, nonostante una procedura di verifica in questo senso fosse già stata effettuata nel 2019, con esito negativo. Le rassicurazioni successive arrivate dal Ministero sull’inconsistenza di tale scenario non sono tuttavia sufficienti per il Comune, che chiederà formalmente se il Meazza potrà o no in futuro essere posto sotto tutela. In caso di via libera, un ostacolo in meno intorno al quale a lungo si è dibattuto, su un percorso comunque piuttosto lungo e accidentato.