San Siro, nuovo stadio di Milan e Inter: la situazione e i possibili scenari
In attesa dell’eventuale delibera di Giunta che darebbe l'ok formale al nuovo stadio di Milan e Inter sull’area di San Siro, sul progetto resta l'incertezza innescata dalle dichiarazioni del Sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi, sul possibile vincolo al Meazza destinato altrimenti alla demolizione. Vediamo cosa dice la legge e quali verifiche sono già state effettuate dalla Soprintendenza di Milano
di Alessandro Acton
- Entro il 18/19 gennaio, termine dei due mesi dalla chiusura del dibattito pubblico, il Comune di Milano dovrà presentare il dossier conclusivo, oggetto dell’eventuale delibera di Giunta che darebbe formalmente il via libera al nuovo stadio di Milan e Inter sull’area di San Siro, connesso al successivo abbattimento del vecchio Meazza
- Il suddetto dossier che conterrà le indicazioni emerse dal confronto con la cittadinanza e dal recente voto consiliare, che ha avallato il progetto chiedendo le seguenti modifiche alla versione preliminare già presentata dai club: 70mila posti anziché 60/65mila, la garanzia di un’accessibilità “popolare” (settori a prezzi contenuti), aree verdi dal 18% al 50%, 40 milioni in più destinati alla riqualificazione del quartiere
- Milan e Inter, a questo punto, sarebbero liberi di commissionare il progetto definitivo, tenendo conto di tali indicazioni: un incarico che li esporrebbe a un esborso di almeno 40/50 milioni di euro nei confronti degli studi selezionati
- Il Comune di Milano avrebbe assicurato ai club che la deliberà ci sarà, tuttavia non è scontata. Anche perché, in ogni caso, non sgombrerebbe definitivamente il campo da possibili nuovi ostacoli burocratici, dato che sullo sfondo resta la questione "vincolo" rilanciata dal Sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi
- Verrà posto un vincolo "relazionale"
- In ogni caso nel 2024 scatterebbe il vincolo monumentale relativo ai 70 anni
- La procedura di verifica dell’interesse culturale sul Meazza c’è già stata nella primavera 2020 e la Soprintendenza, sulla base della relazione della Commissione Regionale di Tutela del Patrimonio, ha stabilito di non vincolare l’impianto in quanto: "Le persistenze dello stadio originario del 1925-26 e dell’ampliamento del 1937-39 risultano del tutto residuali rispetto ai successivi interventi di adeguamento realizzati nella seconda metà del '900 e pertanto non sottoposti alle disposizioni perché non risalenti a oltre 70 anni"
- Nella relazione si specifica che "le stratificazioni, gli adeguamenti e gli ampliamenti fanno dello stadio – come oggi percepibile nel suo insieme – un’opera connotata dagli interventi del 1953-55, oltre a quelli del 1989-90, nonché dalle opere successive al Duemila, ovvero un’architettura soggetta a una continua trasformazione in base alle esigenze legate alla pubblica fruizione e sicurezza e ai diversi adeguamenti normativi propri della destinazione ad arena calcistica e di pubblico spettacolo"
- Bisogna spiegare perché il Meazza è stato sottoposto alla verifica del cosiddetto "interesse culturale". La legge di riferimento è il Decreto Legislativo 42/2004, in base alla quale i beni culturali la cui esecuzione risalga a oltre 70 anni, siano sottoposte a verifica di un interesse artistico, storico, archeologico o etnoantropologico. Tale verifica deve essere formulata dai soggetti cui le cose appartengono (il Comune di Milano) o d’ufficio dai competenti organi del Ministero (la Soprintendenza)
- Nel caso del Meazza siamo di fronte a un bene immobile inaugurato nel 1926 (primo anello), ampliato con le curve nel 1935, ingrandito nel 1955 (secondo anello), nuovamente ampliato nel 1990 (terzo anello con le 11 torri cilindriche). Questo significa che le parti sulle quali si è espressa la Soprintendenza sono quelle relative al primo anello, definite "del tutto residuali" e dunque non vincolabili
- I successivi interventi, che caratterizzano lo stadio così come lo vediamo oggi, non sono stati sottoposti alle "disposizioni di tutela perché non risalenti a oltre 70 anni"
- La Soprintendenza quindi non si è espressa sugli interventi degli anni ’50 perché non richiesto dalla legge, che vincola preventivamente, in attesa della verifica dell'effettiva sussistenza dell’interesse culturale, solo i beni con oltre 70 anni di vita. Essendo però il vincolo applicabile anche a una sola porzione dell’edificio, ecco che lo scattare dei 70 anni del secondo anello, 2024 secondo Sgarbi, 2025 secondo la data di fine lavori (1955), potrebbe innescare una nuova verifica di interesse
- Quando Sgarbi dice "nel 2024 il Meazza sarà vincolato automaticamente" intende che nel 2024 (o 2025?) l’impianto verrà vincolato preventivamente in attesa di un’eventuale disposizione di tutela relativa agli interventi degli anni ’50. Valutazione che verrà, nel caso, fatta dal nuovo funzionario ministeriale, il successore della Soprintendente Ranaldi, responsabile della prima verifica
- Tale verifica dovrà tener conto degli "indirizzi di carattere generale stabiliti dal Ministero" (art 12 comma 2), l’indicazione politica a cui fa riferimento Sgarbi, che da Sottosegretario non potrà porre direttamente il vincolo
- L’altra dichiarazione di Sgarbi invoca un vincolo "relazionale" verificabile senza attendere i 70 anni del secondo anello. "Relazionale" è un aggettivo non presente nel D. Lgs. 42/2004, tuttavia il Sottosegretario si rifà a un comma dell’articolo 2: sono vincolabili anche "le cose che rivestono un interesse importante a causa del loro riferimento con la storia politica, militare, della letteratura, dell’arte, della scienza, della tecnica, dell'industria e della cultura, testimonianze dell’identità e della storia delle istituzioni pubbliche, collettive o religiose"
- Tale riconoscimento di interesse "relazionale/collettivo" (ciò che San Siro rappresenta) poteva essere già accertato al termine della prima verifica. Ciò, secondo Sgarbi, non è avvenuto perché l’indicazione politica giunta all'epoca alla Soprintendenza sarebbe stata di segno opposto
- Potrà la nuova Soprintendenza riaprire d’ufficio la verifica di tale particolare interesse per vincolare tutto l’impianto a prescindere dalla datazione? Questa è una delle questioni sul tavolo, sulla quale il sindaco Sala ha chiesto delucidazioni al Ministero della Cultura dopo le esternazioni del Sottosegretario
- Deliberare entro pochi giorni, pur sapendo che tale delibera non garantirebbe al momento i club circa eventuali stop futuri da parte della Soprintendenza
- Non deliberare e lasciare che i club si interfaccino direttamente con il Ministero, provocando molto probabilmente una virata forse definitiva verso l’opzione Sesto San Giovanni