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Lotito su Immobile: "Lazio o Arabia? Lo dica lui. È uno di famiglia, tornerà come prima"

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Lunga intervista del presidente biancoceleste a Radio Serie A: "Immobile è una persona di famiglia, mi sorprendono le voci sull'Arabia. Con Sarri non ho mai litigato, solo confronti accesi. Disponibili al rinnovo con Felipe Anderson. Il derby? I romanisti sono caciaroni..."

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Duecento gol con la Lazio e un futuro da scrivere per Ciro Immobile. "A gennaio ancora alla Lazio o in Arabia? Dovreste chiederlo a lui" ha detto il presidente biancoceleste Claudio Lotito, in una lunga intervista a Radio Serie A. Lotito si è soffermato sulle voci delle ultime settimane, con un possibile trasferimento del capitano in Arabia Saudita: "La società confida su Ciro, abbiamo un rapporto familiare. Non c'è nessuna intenzione di alienarloChe lui possa andare in Arabia mi sorprende. Lui ha un contratto con la Lazio, quindi si dovrebbe conciliare anche la volontà del club. Ciro è una persona di famiglia, ho un grande affetto nei suoi confronti. Nel calcio capitano i momenti non positivi, ma sono convinto che tornerà ad essere quello di sempre".

"Con Sarri solo confronti accesi. Voleva Ricci e Berardi" 

Da Immobile a Sarri. Un rapporto diretto quello tra l'allenatore e Lotito: "Sarri è un grande insegnante di calcio, un maestro - spiega il presidente - È una persona caratterialmente particolare, che con me va d’accordo. Abbiamo dei confronti, non abbiamo mai litigato. Ci confrontiamo, anche in modo accesso. Lui è integralista, ma credo che abbia stima della mia persona". Parlando di Sarri, Lotito ha svelato quali erano state le richieste di mercato del tecnico la scorsa estate: "Lui chiedeva Ricci e Berardi. Io ho tentato di raggiungere questi obiettivi, ma ho ricevuto richieste fuori di qualsiasi logica, sia economica che in relazione all’età. Abbiamo preso Rovella che non credo sia inferiore a Ricci. Non penso che i giocatori che abbiamo preso siano inferiori a Zielinski che è ancora sul mercato e non ha compratori". Poi un consiglio al suo allenatore: "Sarri dovrà impegnarsi per valorizzare i giocatori e lo sa fare, sa insegnare - ha aggiunto Lotito - Ha vinto contro le più forti e perso con le più deboli, per questo i rimproveri sono sulla mentalità. Se scendessero in campo con la mia determinazione che porto avanti anche in altri campi, sarebbe diverso".

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"Felipe Anderson? Disponibili al rinnovo. Su Luis Alberto..."

Non solo Immobile. Tra i singoli, Lotito ha parlato anche di Luis Alberto, che ha rinnovato da poco fino al 2028, e Felipe Anderson, in scadenza a giugno: "Luis Alberto ha un carattere particolare e lo sa, ma in questo momento è collaborativo. Aveva un'offerta dall'Arabia, ma ho ritenuto che potesse incarnare lo spirito dello spogliatoio ed è rimasto. Felipe Anderson è un ragazzo d'oro a cui sono legato. C'è disponibilità al rinnovo, ora dobbiamo trovare un punto d'incontro".

"Il derby? I romanisti sono più caciaroni..."

Archiviato il Feyenoord, per la Lazio è già iniziata la marcia d'avvicinamento al derby contro la Roma. Una sfida accesa da Lotito con le sue dichiarazioni: "Per noi il derby è un campionato nel campionato, è una partita importante, spero che la squadra ritrovi quell’unità d’intenti e lo spirito di compattezza per dare grandi soddisfazioni ai nostri tifosi che meritano un comportamento del genere. Il suo risultato condiziona l'andamento successivo. È un evento particolarissimo, in città si vive e si soffre. L'altra fazione è più portata a enfatizzare, è più caciarona, ma se non raggiunge l'obiettivo si nasconde e sparisce. I laziali invece sembra, sottolineo sembra, che preferiscano soffrire in silenzio"

"La Lazio aveva 550 milioni di debiti. Ricevo minacce di morte"

Lotito, infine, si è soffermato sulla situazione economica del club in vista del ventennale della sua presidenza: "Nel 2004 la Lazio aveva 550 milioni di debiti. Per tutti era considerata una sfida impossibile. Per me era una sfida al limite, che mi intrigava. Alla fine l'ho accettata. Io dalla Lazio non ho tratto alcun vantaggio. Per il club ci ho rimesso molto. 50 miliardi di lire è quello che ho messo nella società da quando sono entrato. Io ho patrimonializzato la società perché voglio tramandarla a mio figlio, che è un laziale appassionato". E sulla sua vita: "Ricevo molte chiamate con minacce di morte, mi capita di riceverne anche 300 al giorno. Più fanno così, più cerco di far valere l’ideale del rispetto. Una persona normale probabilmente si spaventerebbe - conclude - io invece vado avanti sapendo cosa ho fatto per il calcio".