Gigi Riva attaccante in campo, difensore della Sardegna fuori dal campo

rombo di tuono
Veronica Baldaccini

Veronica Baldaccini

Impossibile dire addio a Gigi Riva, più facile dirgli grazie per tutti i giorni passati con irripetibile lealtà sull’Isola. Probabilmente è stata la più forte figura politica della Sardegna: alla sua gente ha detto "Alzate la testa" e in tanti hanno smesso di guardare solo la terra che calpestavano, per scoprire che c’è un cielo fatto di stelle per sognare. Oggi per lui recitiamo una "Preghiera in Gennaio", il titolo di una delle sue canzoni preferite, scritta e cantata da Fabrizio De André

I FUNERALI DI GIGI RIVA

Gigi nostro, che sei nei cieli. Sia ricordato, per sempre, il tuo nome. Inizia così la "Preghiera in gennaio" che recitiamo a mani giunte in queste ore, rubando il titolo alla canzone di De Andre’ che Riva amava più di tutte, per quella indulgenza verso i cuori dolenti che sentiva così sua, per quella malinconia in cui perdersi e ritrovare sé stesso, per quelle riflessioni sulla fine ispirate da quella di un altro Luigi: Luigi Tenco.

È stato l’uomo dei "no" ai potenti

A riascoltarla oggi, che Rombo di tuono ci ha costretti davvero a una preghiera in gennaio, suona così sua, perché il "Faber" incastonava la parola coraggio tra quelle note, rifiutava l’odio e l’ignoranza con dolcezza e cantava di chi ha vissuto con la coscienza pura. Ecco, Riva era la nostra coscienza pura, era la barra dritta nella tempesta, era la parola data e mai tradita. È stato l’uomo dei no, alle squadre potenti e ai potenti che salgono sul pullman dei vincitori. La libertà di dire no l’ha difesa come un pallone in area, perché prigioniero lo è stato forse solo della sua inderogabile coerenza.

Giovanni Paolo II riceve Gigi Riva in Vaticano insieme a tutta la squadra del Cagliari (28 marzo 1981) - ©Ansa

Ha dato vita a un fiume di persone

Il bimbo del lago Maggiore, diventato un uomo di mare, del mare di Sardegna, alla fine ha dato vita a un fiume: un fiume di persone arrivate per lui, spinte da quell’amore che può trascinare come una corrente. Migliaia di cuori sardi, di ogni età, hanno accarezzato con lo sguardo quello fragile e grande di Gigi Riva, protetto dalla sua famiglia nella camera ardente allestita nello stadio del Cagliari, lo stadio che un giorno verrà abbattuto per costruire quello che porterà il suo nome, per sempre, come nelle nostre preghiere.

Claudio Ranieri e Tommaso Giulini alla camera ardente di Gigi Riva - ©Ansa

Stella e sogno allo stesso tempo

Impossibile dirgli addio, più facile dirgli grazie, per quello che ha fatto da attaccante in campo e da difensore dell’Isola fuori, nella vita, tutti i giorni passati con irripetibile lealtà su questa terra. Riva, la più forte figura politica della Sardegna: lo pensano in tanti: "Ha fatto più lui di tutti i deputati, senatori, governatori e presidenti", si dice da anni. Non lo sentirete ripetere da tutti, ma certamente negare da nessuno. Alla sua gente ha detto "Alzate la testa" e in tanti hanno raddrizzato la schiena e smesso di guardare solo la terra che calpestavano, per scoprire che c’è un cielo fatto di stelle per sognare. Ecco, Gigi Riva è stato stella e sogno allo stesso tempo. C’erano persone di tutte le età in fila fuori dallo stadio, perché le leggende non ne hanno, anziani e bambini che hanno atteso un’ora sfidando il maestrale che ha pulito quel cielo pronto ad accoglierlo, solo con il desiderio di vederlo per la prima e l’ultima volta nello stesso istante.

Il murale dedicato a Gigi Riva allo stadio di Cagliari - ©Ansa

"Rombo di tuono" andato via in un lampo

Un istante. Se n’è andato via in un lampo "Rombo di Tuono", troppo rapido e improvviso per non lasciare smarrite tutte le persone che in queste ore ritrovano la propria direzione e il proprio senso solo in questa fila, in questa comunità silenziosa, ordinata, rispettosa, grata per quello che ha respirato in questi sessant’anni, come avrebbe fatto e voluto Gigi Riva, Riva di questo fiume d’amore che nessun argine della vita potrà mai contenere, ognuno con la sua preghiera di gennaio da ripetersi nel cuore, "ascoltando la sua voce che ormai canta nel vento".