Cher Ndour, un giovane giramondo per la Fiorentina

Se son gigli, fioriranno. Cher Ndour di sicuro è un bocciolo che promette di diventare bellissimo. E Firenze è il posto giusto per farlo. Nessun dubbio nella sua testa. “Quando ho saputo della Fiorentina, non ho più pensato ad altro”, ha detto. Perché la voglia di tornare in Italia di Cher Ndour era tanta. Troppa. E poterlo fare nella città che è stata quella di Manuel Rui Costa, per lui, una specie di segnale. Rui Costa è stato il suo presidente negli anni della formazione al Benfica e uno dei suoi idoli del passato. Non l’unico a dir la verità, né quello che calcisticamente gli somiglia di più. Come giocatore Ndour, con il suo metro e novanta di altezza, è più fisico e chiaramente meno tecnico del campione portoghese. Con le debite proporzioni più simile a quello a cui ha cercato sempre di ispirarsi: Paul Pogba. Centrocampista box to box, come ama definirsi, Ndour possiede una grande capacità di corsa. Principalmente impiegato sul lato sinistro di un centrocampo a tre, si muove molto e spazia tra il centrocampo e l’attacco. Sebbene non sia esattamente un portatore di palla, è abbastanza veloce e abile nel dribbling. Riesce ad attaccare bene gli spazi ed è anche molto duttile. Insomma può far molto comodo a Palladino. Di sicuro non gli manca la personalità. Quella che lo ha guidato nelle sue scelte sin da bambino. Nato a Brescia da mamma italiana e papà senegalese, a 11 anni passa dal Brescia all’Atalanta. A 16 decide addirittura di lasciare l’Italia. Attratto dalla possibilità di crescere nel Benfica. L’inizio è duro. Paese diverso, lingua diversa e compagni più grandi: Cher viene aggregato quasi subito alla squadra under 23 e all’inizio deve superare qualche diffidenza. Ma ci mette poco a cancellare ogni dubbio. “Un ragazzo che apprende velocemente e che sa ascoltare” così lo descrivono i suoi dirigenti dell’epoca. E va così veloce che dopo poco tempo parla un ottimo portoghese. È anche un ragazzo umile e, cosa più importante, in campo conferma tutto il buono che ha visto in lui chi ha deciso di prenderlo nell’estate del 2020. Pochi mesi dopo, precisamente il 2 maggio 2021, scende in campo con il Benfica B e diventa il più giovane esordiente da professionista nella storia del club: ha 16 anni e 279 giorni, cancella il record precedente che apparteneva a Joao Felix . Un curioso destino ha appena portato entrambi nel nostro campionato. Ma quello non è l’unico record di precocità che viene aggiornato da Ndour: a 17 anni diventa il più giovane marcatore pro del Benfica, con cui alza il trofeo del campionato portoghese, ma soprattutto quello della Youth League e dell’Intercontinentale under 20. Un titolo lo vince anche con la maglia della nazionale, da protagonista : l’europeo under 19, in un’estate 2023 completamente azzurra. Non rinnova col Benfica ed è logico che su di lui arrivino gli occhi delle altre grandi d’Europa. A zero fa gola a tutti. Dalla Spagna all’Inghilterra, dove gli dedicano tanti titoli. Lo United è una delle maggiori pretendenti e questo giustifica per tutti l’impegnativo nomignolo di 'nuovo Pogba'. Invece alla fine sceglie Parigi, il Psg. Chiuso dai tanti campioni, gioca 25 minuti in Ligue 1 e una partita in coppa di Lega, dove però riesce a segnare anche il suo unico gol francese. A gennaio torna in Portogallo, al Braga, poi, sempre in prestito, va al Besiktas: 19 presenze in 6 mesi tra campionato ed Europa League. Il resto è storia di oggi. Torna in Italia con due lingue in più parlate e tanta esperienza, avendo avuto la fortuna di vedere da vicino tanti grandi centrocampisti. Pronto per una nuova avventura. Pronto per Firenze. Pronto per conquistare, dopo l’under 21, anche la Nazionale di Spalletti. Pronto per sbocciare definitivamente.

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