Roma, Dan Friedkin sceglierà il prossimo allenatore della Roma. E non sarà un emergente

Che sia stato un grande equivoco collettivo nascosto tra le pieghe di un comunicato che in quel momento doveva per forza di cose ammiccare ai tifosi, affermando senza veramente dire, ora l’abbiamo capito da fonte diretta. E potevamo anche aspettarcelo perché alla fine, forse anche giustamente, le decisioni importanti sono sempre di chi, concretamente, ci mette i soldi e detiene il potere. L’ultima parola. Quella definitiva. Che tradotta nel vocabolario giallorosso significa: non sarà Ranieri a scegliere il prossimo allenatore della Roma. Sempre ammesso, ma sì ammettiamolo, che alla fine non sarà lo stesso romano di San Saba a gestire sul campo per un anno ancora i destini della banda di Trigoria. In ogni caso, forse anche soprattutto in questo ultimo caso, non sarà lui a decidere. Ranieri verrà certamente ascoltato , le sue considerazioni saranno prese in esame, parteciperà ai “casting” e terrà dei colloqui privati, come già ha fatto , con alcuni dei pretendenti, ma non prenderà la decisione finale. Sarà Dan Friedkin in prima persona a farlo, è questa la ferma volontà del proprietario della Roma - ancora scottato dal disastro della gestione Soulokou alla quale vennero delegate le scelte dell’esonero di De Rossi e dell’arrivo di Juric - come dimostra inequivocabilmente l’assenza nell’organigramma giallorosso, da oramai diversi mesi, di un dirigente sportivo di alto livello, una figura assimilabile a quella della Ceo greca, ma con più alte competenze di campo, alla quale potersi affidare per una decisione del genere. Come citato nel comunicato ufficiale il ruolo doveva essere interpretato, e lo sarà, da Ranieri al termine della sua avventura in panchina, ma non lo sarà nei modi che in molti avevano interpretato, o forse auspicato, leggendo la nota pubblicata sul sito della Roma al momento del suo arrivo. “Al termine della stagione assumerà un ruolo dirigenziale senior: sarà consulente della Proprietà per tutte le questioni sportive del club. La ricerca del nuovo allenatore continuerà nei prossimi mesi e Claudio avrà voce in capitolo anche in questa decisione”. Avrà voce in capitolo, dunque, che vuol dire un po’ tutto e un po’ nulla. Ma da quanto abbiamo appreso sarà molto più un nulla che un tutto. La nuova prospettiva decisionale apre a questo punto un ventaglio di diverse considerazioni su quello che potrebbe essere in concreto il prossimo allenatore della Roma. Partendo dal presupposto che sarà Friedkin a decidere e che lo stesso proprietario americano ama sfoggiare colpi di teatro , il primo nome da segnare sul taccuino è quello di Carlo Ancelotti. È lui la primissima scelta di Friedkin e sarà certamente su di lui che lo statunitense tenterà di affondare il colpo. Come annunciato da Cadena Ser, autorevolissima fonte quando si parla di Real Madrid, Ancelotti l’anno prossimo non siederà più sulla panchina delle Merengues e anche se l’ex Milan e Juve non l’ha ancora esplicitamente confermato tutto lascia pensare a una separazione, soprattutto se dovesse arrivare un’altra Champions League, con Xabi Alonso principale indiziato per succedergli. L’amore di Ancelotti verso i colori giallorossi, retaggio di quel meraviglioso scudetto dell’83 del quale fu fondamentale protagonista in campo, non è mai stato un mistero e in diverse occasioni, anche se soprattutto ai tempi di quando allenava il Milan, non ha nascosto la sua voglia di occupare un giorno il ruolo di leader massimo di Trigoria. L’allineamento astrale favorevole di questa estate potrebbe essere l’occasione giusta, ma prima ci sarà da capire quali saranno le reali intenzioni del 5 volte campione d’Europa: prendersi un anno sabatico, cercare una Nazionale, puntare a una super big d’Europa oppure risvegliare il desiderio di una vita, assopitosi con gli anni dal suo pregevole peregrinare tra i più grandi club del mondo. Una cosa, in ogni caso, è certa e confermata: ancora nessun contatto è stato intrapreso con Ancelotti, né da Friedkin né da Ranieri. La pista, dunque, è ancora fredda, ma non è escluso che possa diventare molto rovente. Discorso diverso, invece, quello relativo a un altro pretendente, almeno sulla carta, per la panchina della Roma, Massimiliano Allegri. L’ex allenatore della Juventus è stato contattato in passato dai giallorossi, che però non hanno dato seguito ai primissimi colloqui. Ranieri, ad esempio, non ha ancora mai parlato con Allegri del suo possibile futuro romanista ma il nome piace. Un profilo come quello del livornese, sebbene forse in tono minore rispetto a quello di Ancelotti, sarebbe comunque un piccolo colpo di teatro, un nome importante da spendersi per dare credibilità, anche internazionale, al nuovo progetto, un professionista attorno al quale costruire un futuro solido, un allenatore appartenente sì alla vecchia generazione di tecnici ma comunque vincente. I contatti vanno ripresi e certamente, se Friedkin vorrà andare avanti anche sulla pista che porta al toscano, Ranieri sarebbe l’interlocutore ideale per rischiarare le idee dell’ex Juve e conquistarlo con la sua visione del mondo romanista. Chi Ranieri ha certamente già ascoltato in un colloquio privato è invece Francesco Farioli, l’attuale allenatore dell’Ajax, lui sì espressione della nuova generazione di allenatori “pensanti”. Ma quella dell’ex secondo di De Zerbi rimane in fondo solo una suggestione leggera, sia perché non avrebbe fatto una grande impressione a Ranieri sia perché il suo nome non avrebbe lo stesso peso specifico di quelli che occupano la casella numero 1 e numero 2 sul taccuino dei Friedkin e scalderebbe certamente molto meno una piazza che, come oramai anche i Friedkin devono aver capito, ha bisogno di eroi che la faccia sognare oppure di uomini di casa che la possa rassicurare. Un allenatore emergente, al momento, è un'ipotesi da scartare. E allora? E allora restano tante altre suggestioni, dettate magari anche dall’evoluzione della stagione e degli umori dei protagonisti. Come quelli di Gasperini, che proprio qualche giorno fa ha annunciato che non rinnoverà il contratto che lo lega all’Atalanta fino al giugno del 2026. Stando così le cose, e sommando il caso Lookman che ha forse raffreddato il rapporto tra l’allenatore e alcuni dei senatori della squadra , appare sempre più improbabile la permanenza a Bergamo dell’ex allenatore del Genoa: un profilo, sebbene forse un po’ scorbutico dal punto di vista temperamentale, in fondo perfetto per una società ma soprattutto una rosa come quella della Roma, con qualche buon giocatore ma tanti altri da far crescere sotto una guida che forse più di tutte riesce a valorizzare il materiale umano a sua disposizione. Al contrario di quanto scrivono in molti, a noi risulta che tra la Roma e l’attuale guida dei nerazzurri non ci sia stato ancora alcun contatto, ma è chiaro che se la prospettiva dovesse rimanere quella di una separazione dall’Atalanta prima o poi Friedkin si farà sentire. Insomma, tanti nomi e tanti discorsi, ma è sempre all’inizio che, in fondo, bisogna tornare. L’allenatore lo sceglierà Dan Friedkin. Con buona pace di tutti quanti.

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