Cosa sta succedendo all'Atalanta?

Domenica sera le facce dei giocatori in panchina, prima ancora di quelli in campo, raccontavano meglio di qualsiasi commento lo stato di smarrimento e preoccupazione in cui è scivolata l’Atalanta. Che cosa sta succedendo? A cosa è dovuta una simile involuzione? Nessuno, neanche Gasperini, riesce a darsi una risposta convincente, si è limitato a spazzar via il sospetto che la crisi sia cominciata dopo la sua esternazione di non voler rinnovare il contratto, pochi giorni dopo l’eliminazione dalla Champions League. Tesi avanzata da più parti ma friabile come un grissino, visto che nel frattempo l’Atalanta pur in mezzo a qualche frenata di troppo, si è regalata il lusso di sbancare lo Juventus Stadium, alimentando il sogno proibito, naufragato sul più bello nello scontro diretto con l’Inter. Perdendo quello, è iniziato il crollo, che adesso rischia non solo di compromettere la qualificazione alla prossima Champions League ma addirittura un posto in Europa. Parliamo pur sempre della terza in classifica, ma la strada è in salita e piena di curve: alle spalle dei bergamaschi avanza, compatto e minaccioso, il gruppone delle inseguitrici. Il vantaggio sulla quinta si è ridotto a 2 punti, e il Bologna - in grande forma, come si è visto nel posticipo con il Napoli - è appena dietro. Ecco perché a Zingonia c’è preoccupazione. Anche se a caldo, Gasperini ha rassicurato i giocatori, usciti dal campo col morale sotto i tacchetti, fiducioso che il momento no passerà in fretta. 100 GIORNI Quella delle ultime partite non è più l’Atalanta del Gasp. Affamata, reattiva, a volte sprecona ma sempre combattiva. L’ultima serie di tre sconfitte consecutive senza segnare risaliva al 2014, allenatore Colantuono, quando la salvezza valeva come uno scudetto. All’epoca certi risultati rientravano nella normalità, adesso rappresentano un campanello d’allarme per squadra, società e tifosi. Che al Gewiss, nei primi cento giorni dell’anno, hanno visto vincere la loro squadra solo contro il modesto Sturm Graz. Un successo in dieci partite tra campionato e coppe. Incredibile. E inspiegabile. Resta inspiegabile, inoltre, che un difensore forte e affidabile come Hien possa incappare in due svarioni clamorosi, il secondo con la ‘compartecipazione’ di Kolasinac, come quelli costati gli ultimi due gol incassati . Ma è ancora più inspiegabile il blackout del secondo migliore attacco del campionato dietro l’Inter, nonostante tutto, rimasto a digiuno 5 volte nelle ultime 7 giornate. Del resto nel 2025 la Dea non è più riuscita a esprimersi sui livelli che fino a Natale l’avevano spinta in testa alla classifica. Il raffronto tra gol e occasioni create è impietoso. Per rendere ancora meglio l’idea, da gennaio a oggi l’Atalanta ha fatto meno punti di Torino e Genoa, e uno più del Cagliari. CALMA E GESSO Sembra passato remoto, ma in questa stagione la Dea ha vinto 11 partite di fila. Un periodo nel quale tutto filava liscio, sia in Italia che in Europa. Adesso tutto quello che può andare storto, va storto. Come il disguido per la sostituzione di Lookman, uscito per un difetto di comunicazione della panchina. Episodio che in altri tempi non sarebbe mai accaduto, rivelatore però del clima elettrico che agita questo periodo. Che cosa sia successo e abbia generato una simile involuzione non se lo spiega neanche Gasperini. In parte è sicuramente ascrivibile al calo fisico di alcuni elementi, su tutti Ederson, lontanissimo dai suoi standard abituali. Parzialmente è dovuto al calo di rendimento di chi nella prima metà della stagione volava e adesso non incide più, come De Ketelaere, che non segna dal 22 dicembre. Ma forse, più di tutto, l’Atalanta paga l’eliminazione dalla Champions, a conferma che le coppe logorano chi non le gioca. È un processo inconscio: la fatica fisica era compensata dall’appagamento di essere protagonista anche in Europa, senza più impegni infrasettimanali la squadra alla lunga si è smarrita. Qualcosa insomma si è rotto e andrà aggiustato in fretta per risalire la corrente. Almeno su questo non ci sono dubbi. Per il resto è fondamentale non abbattersi. Domenica all’ora di pranzo c’è un altro spareggio Champions, arriva il Bologna che ha già eliminato l’Atalanta dalla Coppa Italia. Poi Milan, Monza, Genoa in trasferta, più Lecce, Roma e Parma in casa. C’è ancora luce in fondo al tunnel, basta darsi una mossa e uscirne più in fretta possibile.

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