Bologna e l'ambizione di continuare a fare la storia

Una volta fatta la storia, l’obiettivo non può che essere provare a restare in alto. Anche senza l’uomo che sul libro rossoblù ha messo l’autografo per il primo trofeo alzato dopo oltre 50 anni. Ma a Bologna nessuno si preoccupa. Anzi. In fondo agli oltre 70 milioni incassati per le cessioni di Ndoye e Beukema, era praticamente impossibile dire di no. Ma i sacrifici, per ora, si sono fermati lì. Rispettando in pieno i piani di inizio mercato. Via un top, al massimo due. E tanti, tanti arrivi. Che hanno aggiunto, non sostituito. Soprattutto è arrivata un’iniezione di esperienza. Oltre che un gran numero di gol. Quelli che porta in dote Ciro Immobile, avanti con gli anni ma che in Turchia ha dimostrato di non essersi certo dimenticato come segnare. E come guidare un attacco, in cui sarà anche la chioccia perfetta per portare alla crescita definitiva di Castro e Dallinga, rodati dai rispettivi 18 e 12 mesi già vissuti da noi. Di esperienza ne ha tantissima Federico Bernardeschi, tornato in Italia con una voglia matta di ricordare a tutti quanto sia bravo. Un jolly che può ricoprire ogni ruolo dietro la punta centrale. Allargare la rosa è stato un po’ il mantra. Così gli esterni sono diventati cinque. Orsolini, Bernardeschi, Cambiaghi e Dominguez . Anzi sei. L'ultimo arrivato è il campione d’Europa Under 21 Rowe: suo il gol che ha praticamente consegnato il titolo all’Inghilterra nella finale con la Germania. Ha 22 anni e promette tantissimo. Un altro dei colpi firmati dal trio Fenucci-Sartori-Di Vaio, che ormai non stupisce più. Via Beukema, dietro è subito arrivato Vitik, altro giovane che con lo Sparta Praga ha già fatto vedere quanto sia bravo e che era seguito da tempo. Con lui è arrivato Heggem, mentre il compito degli ultimi giorni di mercato sarà resistere agli assalti per Lucumì. Il rinforzo sulla fascia destra Sartori lo conosceva dai tempi di Bergamo. Ma allora era un giovane interessante, mentre il Nadir Zortea di oggi è reduce dalla sua miglior stagione. L’ultimo ritocco servirà in mezzo, per compensare l’uscita di Aebischer. Poi la squadra sarà completa. Anzi, più completa. Per la gioia di Vincenzo Italiano, che potrà assemblare formazioni e moduli. La cosa che preferisce. Perché il vero colpo, forse, per il Bologna è stato proprio questo: aver convinto lui a ripartire insieme, con un contratto rinnovato. Il precampionato ha dato buone risposte soprattutto sulla solidità difensiva della squadra. Principalmente su questo si è concentrato l’allenatore. Stessi giocatori di un anno fa, ma diverso modo di difendere. Dettami già conosciuti, centrocampo con muscoli e centimetri. Meccanismi consolidati in cui ricopre un ruolo importante anche il lavoro di raccordo degli esterni d’attacco. Nella stagione che portò i biancocelesti al secondo posto, la Lazio di Sarri realizzò addirittura 21 clean-sheet in 38 giornate di campionato. La vera garanzia di successo parte dalla difesa. Ed ora tutti sono pronti a salire di nuovo sulla giostra. Con una Champions in meno da giocare, ma un’Europa League che è sicuramente più nelle corde. E che verrà affrontata con la giusta ambizione. Eccola la parola da scrivere in maiuscolo accanto al Bologna: ambizione. Quella di divertire e conquistare, tifosi e punti. Fino a dove si potrà spingere questa ambizione si vedrà. L’idea di base sarà quella di fare una strada che porti fino all’Europa in campionato, un po’ più lontano di un anno fa in Europa e magari chiudere gli occhi e sognare un bis che farebbe ancora di più la storia. Perché ogni libro così bello da risultare indimenticabile, lascia una irrefrenabile voglia di andare a leggere subito il seguito.

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Bologna e l'ambizione di continuare a fare la storia

Alessandro Sugoni