Allegri sfida Conte dopo 12 anni: quella tra Milan e Napoli è già una partita scudetto

Il Napoli è in fuga, a punteggio pieno. E di conseguenza si irrobustisce il dibattito sull’antagonista numero uno dei campioni d’Italia. La prova di forza del Milan a Udine non poteva passare inosservata. E il partito di chi ritiene Allegri una reale insidia per Conte sta ingrossando le sue fila, probabilmente anche con una motivata ragione di fondo. Ecco che lo scontro diretto di domenica sera a San Siro assume un’importanza considerevole. Perché il Milan, dopo il rocambolesco scivolone all’esordio contro la Cremonese, ha cambiato decisamente passo: i rossoneri in tempi brevissimi hanno trovato una loro identità, quella inseguita a lungo e senza successo nella passata stagione con tanto di cambio di allenatori e di giocatori, tra mercato estivo e invernale. Allegri ha creato subito empatia con il gruppo e adesso si prepara al primo grande esame: la sfida ai campioni d’Italia. Allegri contro Conte, i due non si sfidano dal 2013. Ed è un testa a testa decisamente suggestivo, ricco di contenuti, incroci e staffette. Non risulta che tra i due ci sia grande affetto. Allegri raccolse l’eredità di Conte quasi in punta di piedi nell’estate 2024, accolto dal popolo bianconero con scetticismo e in qualche caso anche con evidente ostilità. I risultati della sua prima esperienza juventina sono noti. E celebrati. Il percorso in Champions del primo anno con la finale persa contro il Barcellona, è stato clamoroso. All’epoca c’era chi sosteneva che Max avesse beneficiato del lavoro straordinario del suo predecessore nei tre anni precedenti, mentre c’era chi invece ricordava la famosa frase di Conte sul tavolo al ristorante troppo caro per la Juve. E invece Allegri con quel budget sfiorò il trionfo. Ma quello è il passato. Il duello che si rinnova ora parte con altre prospettive, anche se a livello mediatico ha aperto le danze Conte. In modo garbato ha sottolineato come - a suo giudizio - la rosa nel Milan sia più attrezzata di quella del suo Napoli. Affermazione discutibile se facciamo qualche confronto: a livello di centravanti, Allegri ha il solo Gimenez. Conte ha Hojlund, Lucca e tra qualche mese Lukaku. Il Milan ha un centrocampo molto forte ma il Napoli ha i fab four. Nel Napoli fa panchina Beukema che nel Milan sarebbe titolare fisso. Però il Milan ha un vantaggio indiscutibile, al di là delle dichiarazioni di facciata: non giocare in Europa. Lo stesso vantaggio che ha avuto Conte nella passata stagione. E se giochiamo per analogie, ne troviamo un’altra abbastanza interessante: il Napoli veniva da un nono posto, il Milan arriva da un decimo. In entrambi i casi le due squadre avevano un potenziale da altissima classifica ma con un’identità di squadra quasi inesistente. Conte, nella passata stagione, riuscì a dare al suo Napoli una identità in tempi brevissimi. La stessa cosa sta facendo Allegri, in attesa dell’esame fondamentale di domenica. Che potrebbe farci scoprire qualcosa in più sulla corsa scudetto.

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Maurizio Compagnoni