Il veloce cammino di Santiago (Castro)

Da adesso in poi chiamiamolo solo Santiago. Anche se il suo non somiglia per niente a un cammino lento. Piuttosto una corsa a tutta velocità sulla strada che porta dritta dritta tra i grandi. Certo, ancora il traguardo è lontano, ma andando a questa velocità arriverà presto. Santiago. Perché di soprannomi ne ha avuti tantissimi. Per tutti ‘Toto’ sin da piccolo. In famiglia lo chiamavano così. Gli amici idem. E tutt’ora quel nomignolo si sente pure a Bologna, anche se quel bambino ormai è cresciuto. ‘Locomotora’ è dovuto a un gol in cui sembrava un treno. Negli anni qualcuno ha azzardato un ‘Torito’. Accostamento facile. Il Toro è Lautaro, suo idolo e attaccante accanto al quale un giorno gli piacerebbe giocare. Non è una dichiarazione d’amore per l’Inter eh, piuttosto il desiderio di condividere la maglia albiceleste. Accadrà presto probabilmente. E sarà il punto di arrivo di una carriera cominciata in tutt’altra parte del campo. Perché a 10 anni Castro era un terzino. Destro normalmente, ma all’occorrenza anche dalla parte opposta del campo. Un giorno il suo allenatore gli propose di giocare davanti. Lui non solo accettò, ma segnò e si divertì tantissimo. Il suo allenatore di più. E da lì non lo spostò più. Castro centravanti nasce così, quasi per caso. Non sono certo frutto del caso invece il gol che segna con la maglia del Velez. Il primo, contro il Talleres del Cordoba, poche settimane dopo il suo esordio in prima squadra, a 16 anni. Il più bello- secondo lui - contro l’Arsenal de Sarandi, una splendida girata al volo messa sotto la traversa. Il più importante spera che debba ancora arrivare. Perché il Velez è il passato, il Bologna il presente. Come lo ha comprato il Bologna Un presente per cui gli uomini mercato del Bologna, Giovanni Sartori e Marco Di Vaio hanno lottato tantissimo. Lotta metaforica ovviamente, ma sul mercato alcune trattative proprio a quello somigliano. Portare Castro a Bologna a gennaio 2024 ha richiesto mesi di telefonate . Qualche viaggio in Sudamerica e tanta, tanta pazienza. Oltreché pura arte diplomatica. Prima di tutto nei confronti del Velez, che non voleva lasciarlo andare dopo una salvezza conquistata soprattutto per merito di Santiago. Alla fine, una clausola c’era e la clausola è stata pagata. Poco meno di 12 milioni, apparentemente non pochi per un 2004 nemmeno ventenne. Visti oggi un investimento dal dividendo assicurato. Ma il Velez non era l’unico ostacolo da superare. Bisognava convincere anche la Federazione argentina, che voleva avere l’attaccante per il preolimpico sudamericano che si sarebbe giocato proprio a gennaio in Venezuela. Alla fine quel torneo Castro lo giocò, ma tra una partita e l’altra si fece in 24 ore un viaggio a/r Venezuela-Argentina. Lì ad aspettarlo Marco Di Vaio, ds del Bologna, per fargli mettere la firma su quel sospiratissimo contratto. Il resto è storia nota. Arriva in Italia e a dargli il benvenuto trova un messaggio di Lautaro. Il rapporto si consolida il giorno del primo Bologna-Inter: Lautaro lo chiama nello spogliatoio e i due si scambiano la maglia. Il primo scambio di maglia in Italia per Santiago. Certe cose sembrano scritte nel destino. Come i movimenti di un attaccante che è cresciuto seguendo con lo sguardo quelli di Aguero e Tevez. Dna argentino. Anche se il suo attaccante preferito di sempre è un brasiliano: Ronaldo il fenomeno. Non lo hai mai visto giocare dal vivo, ma papà Dario gli ha parlato così tanto di lui da farlo innamorare. Già innamorati di lui invece, i tifosi del Bologna. E non solo. Chi lo vive tutti i giorni lo descrive come un ragazzo straordinario: educatissimo e un grande lavoratore. I compagni lo hanno guidato al meglio nell’ambientamento. Città, cibo, lingua . Arrivato per essere il dopo-Zirkzee, dopo esserne stato compagno per 6 mesi. Oggi che l’olandese è in Inghilterra, nel confronto non sfigura affatto. Anzi. Con le proprie caratteristiche ovviamente, ma con un’incidenza in campo abbastanza simile. Zirkzee faceva un ruolo diverso, più da falso 9, Castro è più prima punta. Zirkzee aveva molto più coinvolgimento nel terzo offensivo e in rifinitura. A livello di gol, xG e tiri invece i numeri riportati da Soccerment sono abbastanza simili. Castro risulta un po' meglio sui duelli aerei e ha un xG medio per tiro migliore. La traduzione di tutto ciò significa 5 gol e 6 in assist in A. Siamo a livelli altissimi. Dati da Lookman, Pulisic, Lukaku per capirci. Tutti più avanti con gli anni. Mentre tra chi è arrivato a quota 5 reti in A, solo Dorgu e Yldiz sono più giovani di lui. Più giovane è il fratellino Ramiro. A cui dedica ogni gol. Si bacia l’avambraccio e si inginocchia indicando in alto. Su quel braccio c’è tatuata proprio la R di Ramiro e il pensiero vola sempre a lui. Memorizziamolo bene, perché è un gesto che gli vedremo fare sempre di più. Ha appena cominciato la strada che lo può portare tra i grandi. E Santiago su quella strada va molto veloce.