Il Milan che sta nascendo: il ritorno di Maldini è il marchio di una nuova era

Calciomercato

Luca Marchetti

Nel giro di poche settimane in casa rossonera è cambiato tutto, ma il ritorno di Paolo Maldini in società è un certificato di "rossonerità" sul progetto di Elliott

MALDINI-MILAN, LA CONFERENZA STAMPA

Rispetto a un mese fa i tifosi rossoneri sembrano vivere in un’altra epoca. Si parlava di fidejussioni, trasferimenti bancari, aumenti di capitale, Europa bloccata. Ora si guarda al futuro con una serenità e una consapevolezza completamente diverse. E l’arrivo di Paolo Maldini è uno dei motivi. Perché proprio lo stesso Capitano aveva declinato, nonostante il grande pressing, le avances di Fassone per entrare a far parte del Milan targato Yonghong Li gettando e seminando i primi (o secondi, dipende dalla vostra sensibilità) dubbi sulla solidità del progetto cinese. Aver accettato ora è come se fosse una certificazione di “rossonerità” sul disegno Elliott. È vero: il suo ruolo, almeno nella specifica ufficiale, non è chiaro né immediato. Ma questo sembra il Milan dei milanisti, molto di più di quello della passata stagione.

Leonardo si è presentato subito con un’occasione da cogliere che non si è lasciato sfuggire: l’accoppiata Higuain-Caldara. Ora insieme a Paolo dovrà affrontare sfide più complicate e difficili: sistemare i tre attaccanti in sovrannumero (Kalinic, André Silva e Bacca: per il croato c’è sempre l’Atletico Madrid) e perfezionare la rosa con una mezz’ala che aumenti il passo e i giri in mezzo al campo. E non sarà semplice, perché mancano due settimane scarse alla fine del mercato e perché i due dirigenti sono entrati a macchina abbondantemente in corsa. Ma quello che serviva in questo momento è gettare le basi, riprendersi la fiducia del popolo milanista e creare di nuovo quel feeling che si era perso nella fase finale della stagione, complici risultati e conti.

Il Milan, in teoria, può iniziare anche così la stagione e nessuno ne farebbe una colpa a Leonardo e Maldini. Bisogna essere abbastanza elastici per capire che non si può cambiare molto con così poco tempo a disposizione. E allo stesso tempo capire che l’arrivo di Higuain ha già regalato al Milan quel peso in avanti che gli era mancato nella passata stagione, nonostante l’esplosione di Cutrone. Gattuso parla di una squadra pronta al 90% e fa bene. Perché questi sono i suoi uomini, la maggior parte dei quali hanno lavorato con lui durante la preparazione estiva, altro particolare da non sottovalutare. Perché se in un gruppo formato devi inserire soltanto un paio di elementi di assoluto livello diventa anche più facile proseguire nella costruzione. Poi Gattuso dovrà essere bravo (come lo è stato) ad arrivare al mercato di gennaio, dove – verosimilmente – il Milan avrà le idee ancora più chiare. Ma non corriamo troppo avanti.

Il Milan di Leonardo e Maldini ha bisogno di funzionare sin da subito. La freschezza e le idee (oltre che alle capacità) possono fare la differenza. La stabilità aziendale può essere un punto di forza, da cavalcare. La cui eco arriva sicuramente sul campo. Ecco perché è importante il ritorno in rossonero di Paolo. È un biglietto da visita, è una garanzia. È la capacità di essere stati subito convincenti con gli scettici. Poi ovvio, Maldini, non scende in campo. A quello ci penseranno Higuain e i suoi (nuovi) fratelli. Con un esempio in più da seguire.