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Godin all'Inter: carriera e profilo dell'ultimo colpo del calciomercato nerazzurro

Calciomercato
Diego Godin, Atletico Madrid (Lapresse)

Nel 2003 il suo cartellino viene venduto per circa 27 euro. Nel 2007 l'approdo in Liga al Villarreal, poi il trasferimento all'Atletico Madrid e l'inizio di una scalata che lo porta a diventare uno dei migliori difensori al mondo. Tutto quello che c'è da sapere su Diego Godin, colpo di mercato a parametro zero dell'Inter

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Il direttore sportivo Piero Ausilio ha lavorato sottotraccia per diverso tempo per portarlo in nerazzurro anticipando la concorrenza: un'idea che si è trasformata fin da subito in qualcosa di concreto, un affare fattibile e che adesso è davvero vicinissimo a venire ufficializzato. Diego Godin all'Inter, è questo il grande colpo per giugno piazzato dalla società nerazzurra: una notizia anticipata in esclusiva da Gianluca Di Marzio a Sky Sport durante 'Calciomercato-L'Originale' di venerdì 4 gennaio 2019 e che ha presto fatto il giro del mondo. Operazione a parametro zero, con il difensore uruguaiano che lascerà l'Atletico Madrid alla scadenza naturale dell'accordo con la società spagnola prevista il prossimo 30 giugno: due anni di contratto più opzione per un'altra stagione, questi i dettagli di un'intesa con il club nerazzurro già raggiunta e solo da perfezionare negli ultimi dettagli. Poi sarà tempo di visite mediche e di firme sui contratti. La 'risposta' nerazzurra all'operazione Ramsey portata avanti dalla Juventus: due affari ormai in via di definizione entrambi a zero e due nuovi campioni che a partire dalla prossima estate giocheranno con ogni probabilità in Serie A. Con l'Inter che, come accaduto nel gennaio del 2017 quando gettò le basi per portare in nerazzurro de Vrij e Asamoah, si dimostra sempre attenta alle occasioni a parametro zero: questa volta il colpo Godin.

Titoli e carattere: la carriera di Diego Godin

Da piccolo giocava da trequartista, ma il Defensor Sporting – club uruguaiano dove è cresciuto – non credette in lui tanto da farlo partire nel 2003 in direzione Cerro per la cifra simbolica di circa 27 euro. Un errore imperdonabile. Godin venne schierato dal suo nuovo club al centro della difesa anche per via della sua altezza e del suo fisico imponente e da lì iniziò la sua scalata verso una carriera straordinaria che lo porterà a diventare uno dei migliori difensori al mondo: il passaggio al Nacional sempre in Uruguay nel 2006, poi l'anno successo la chiamata del Villarreal. L'Europa, la Spagna, la Liga. Campionato in cui Diego Godin inizia a mostrare a tutti le sue enormi qualità. 116 presenze, 4 gol e 6 assist con la maglia del Villarreal in tutte le competizioni disputate, poi nell'estate del 2010 il trasferimento all'Atletico Madrid. Occasione che Godin sfrutta al meglio. L'arrivo nel dicembre 2011 sulla panchina dei Colchoneros di Diego Simeone rappresenta una nuova svolta nella carriera del difensore uruguaiano classe 1986: Godin diventa simbolo del Cholismo e capitano di un Atletico Madrid che inizia a far paura al mondo intero. Egemonia in Liga di Real e Barcellona interrotta proprio dai Colchoneros nel 2014 e rete che regala lo storico trionfo in campionato realizzata proprio da Godin (1-1 contro il Barcellona al Camp Nou nel maggio del 2014). Che si ripete pochi giorni dopo andando a segno nella finale di Champions League contro il Real, squadra che poi conquisterà il trofeo. Con l'Atletico Madrid ha alzato al cielo una Liga, una Coppa di Spagna, una Supercoppa spagnola, due Europa League e tre Supercoppe Europee. Otto trofei vinti con l'Atletico, meglio di lui nella storia del club solo la leggenda Calleja, e primo titolo conquistato con l'Atleti proprio contro l'Inter, la Supercoppa Europea del 2010. Rallentato da qualche problema fisico, in questa prima parte della stagione Diego Godin ha collezionato 13 presenze (e due gol) in Liga e quattro in Champions League, oltre ad aver disputato da titolare la finale di Supercoppa Europea vinta contro il Real Madrid. Godin che è lo straniero che ha collezionato più presenze con l'Atletico. Con la maglia della Nazionale uruguaiana di cui è leader e capitano, invece, Godin ha vinto l'edizione 2010/2011 della Coppa America.

Personalità e idee chiare: il 'Faraone' Godin fuori dal campo

In Uruguay è per tutti il Faraone. Un soprannome nato un po' per caso e derivante dal suo modo di giocare a calcio. Già giusto specificarlo. Perché Godin da piccolo – oltre a praticare basket, volley e atletica –  era considerato un predestinato del nuoto, quasi un segno del destino. A 4 anni rischiò di morire annegato cadendo in un fiume mentre era a pesca: il piccolo Diego non sapeva nuotare, ma riuscì in qualche modo ad uscire dall'acqua vivo e senza aiuti. "Ricordo solo di avercela fatta", racconterà molti anni più avanti. Segnali evidenti di un carattere forte e battagliero, mai arrendevole: in campo sì, ma anche fuori dal rettangolo di gioco. Ha sempre avuto le idee chiare, Diego Godin. Uno che nello spogliatoio – così come nella vita di ogni giorno – fa sentire la sua voce. Un leader carismatico capace di mettere in campo le idee dell'allenatore meglio di chiunque altro: non si diventa per caso simbolo del Cholismo e capitano di Atletico Madrid e Uruguay. Nelle scorse sessioni di mercato ha rifiutato offerte milionarie da City e United e non ha mai accettato i corteggiamenti di tanti altri club, Juve compresa. Amore eterno all'Atletico, club dove è diventato grande. Ma che a giugno lascerà per trasferirsi all'Inter: l'Italia, la Serie A. L'ultima sfida del 'guerriero' Godin.