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Milan, Ibrahimovic in conferenza: "Fonseca nuovo allenatore. Ora facciamo la storia"

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"Abbiamo scelto Fonseca perché volevamo un gioco dominante e offensivo: con tutto il rispetto per Pioli, dopo questi anni serviva qualcosa di nuovo. Paulo è l'uomo giusto, siamo molto fiduciosi". Con queste parole Ibrahimovic ha annunciato il nuovo allenatore del Milan, nella sua prima conferenza da dirigente. Fonseca: "Insieme vogliamo eccellere e scrivere un nuovo capitolo di successi"

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Maignan e Theo resteranno al Milan? E in quali ruoli il club interverrà sul mercato?

"Maignan, Theo e Leao restano. Sono i più forti nei loro ruoli, hanno un contratto con noi e ne sono felice. Non ho bisogno di effetti domino per comprare. Grazie al lavoro RedBird possiamo comprare giocatori forti: la società ha già portato 12 giocatori mettendo la base per il futuro. Questo è il secondo anno: dobbiamo migliorare attraverso i dettagli. Il mercato è tutti i giorni: abbiamo un sistema di scouting in tutto il mondo e tutti i giorni. E arrivano mille telefonate... Poi, per chiudere un acquisto serve un processo. Ciò che è importante è il profilo giusto"

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Cosa ci puoi dire sulla riqualificazione di San Siro? Siete aperti sul tema?

"Cardinale vuole portare qualcosa di nuovo e l'idea sullo stadio per me è geniale. Serve l'effetto 'wow': gli americani sanno come si fa riguardo allo spettacolo... Se siamo lontani o meno sul tema, a rispondere sarà Furlani"

Quanto ti ha fatto soffrire il 20° scudetto dell'Inter?

"Soffrire non lo so, sicuramente mi dà la fame per fare meglio. Io e il Milan non guardiamo le altre squadre, è da perdenti. Non ci tocca quello che succede attorno a noi: soffrire non è un termine da competitivi. Noi vogliamo essere vincenti"

Quali frasi di Fonseca vi hanno convinto per la scelta? E perché non è stato scelto Conte?

"Prima abbiamo studiato il profilo dell'allenatore anche sotto il punto di vista del gioco. Quando abbiamo parlato faccia a faccia con Fonseca, ci ha convinto perché è molto ambizioso e ha tanta voglia di lavorare. Il Milan ha un allenatore, non un manager. Con Conte non abbiamo discusso perché, con grande rispetto, non era ciò che cercavamo per i criteri che abbiamo adottato"

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Come ti senti da dirigente?

"Non so quanti ex giocatori, dopo il ritiro, hanno avuto una possibilità come quella che ho avuto io. Mi devo abituare al fatto che non sono più un calciatore: forse devo essere più 'cattivo', perché lavoro per il bene del Milan. Posso dare esperienza, ho giocato nei top club europei. E da ex giocatore so come si muovono i giocatori. Essere calciatore e dirigente sono però cose diverse. Ho bravi colleghi che mi aiutano"

Quale è il progetto tra Milan e Fonseca?

"Quando abbiamo deciso di lasciare Pioli, abbiamo immediatamente pensato alla nuova stagione. Tutti i giorni parliamo con Paulo, condividiamo pensieri e strategie. La volontà è quella di migliorare la squadra, che è una sua forza. Abbiamo anche un progetto dell'Under 23, sarà molto importante per noi: vogliamo collegarla alla prima squadra. E Fonseca dà la possibilità ai giovani di emergere. Piccoli dettagli sui quali stiamo parlando. L'anno prossimo in palio ci sono quattro trofei: un club come il Milan deve essere competitivo. La nostra responsabilità è mettere l'allenatore nella migliore condizione possibile"

Perché oggi parliamo di Fonseca e non di Lopetegui?

"Sui giornali si è scritto di tutto... C'è una realtà sulle voci, abbiamo discusso su alcuni nomi. Semplicemente abbiamo preferito Fonseca a Lopetegui"

La seconda stella del Milan è l'obiettivo minimo?

"Parliamo la stessa lingua con Cardinale. Non sarei entrato al Milan senza un progetto con queste ambizioni. Alla squadra serve la concorrenza: se tu sei favorito non significa che vincerai. L'obiettivo è vincere: tutto ciò che facciamo è per costruire una squadra competitiva che vinca trofei. Siamo qua per fare la storia. Abbiamo obiettivi prefissati, ma inseriti in una strategia. Vogliamo fare le cose con intelligenza come fatto finora. Non mostreremo muscoli spendendo più di tutti, perché non sarebbe la realtà. Pensiamo a lungo raggio, ma non solo in Italia. Anche in Europa"

A che punto siete per Zirkzee? Ricorda te per le tue caratteristiche?

"In passato i miei colleghi hanno fatto un grande mercato ponendo le basi. Questo mercato sarà di dettagli per completare ciò che manca alla squadra. Sicuramente c'è bisogno di un numero 9 dopo il grande lavoro di Giroud. Zirkzee è un giocatore forte, non è un segreto. Ha fatto una grande stagione. Mi somiglia? Non mi piacciono i paragoni, sicuramente gioca bene e arriva dalla scuola olandese come me"

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Ora spazio alle domande dei giornalisti a Zlatan Ibrahimovic

Paulo Fonseca è il nuovo allenatore del Milan

L'annuncio di Zlatan Ibrahimovic

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Chi sarà il nuovo allenatore del Milan?

"Prima di tutto voglio ringraziare Stefano Pioli a nome di tutta la società. L'ho avuto anche come giocatore e ha fatto la storia. Merita tutti i complimenti. Il nuovo allenatore sarà Paulo Fonseca. Abbiamo pensato bene a riguardo, lo abbiamo scelto per la sua identità. Ma anche per come giocherà la squadra, in modo offensivo e dominante. Volevamo portare qualcosa di nuovo dopo cinque anni in campo e anche a San Siro. Con questi giocatori, Fonseca è l'uomo giusto. Siamo molto fiduciosi e ci crediamo tanto"

Cosa ti rende ottimista verso il futuro?

"Sono molto positivo. Abbiamo un gruppo di dirigenti giovani e affamati, vogliono fare la differenza. Abbiamo le nostre idee e strategie. Perdere una partita non significa cambiare tutto: siamo molto fiduciosi, tutto è sotto controllo e stiamo seguendo la nostra strategia. Il futuro è positivo, ognuno lavora per il Milan e non a livello personale. Non farò promesse che non posso fare, non mi interessano nemmeno le telecamere. Vogliamo dimostrare che si lavora tutti i giorni, non siamo un podcast o un talk show. Oggi si comunica"

Quale è il prossimo step da conquistare col Milan?

"Rinforzare la squadra e farla diventare ancora più forte per essere competitivi. Il Milan punta ai trofei, non solo in Italia ma in Europa. Lo dice la storia del club. Dal 2011 al 2023 il Milan non è stato Milan, ora è tornato al top. Bisogna avere ambizioni nel lungo periodo: il Milan non vince, fa la storia. Questa è la differenza tra noi e gli altri. E chi arriva deve avere le stesse ambizioni. Chi è qui, e non ha queste ambizioni, deve lasciare spazio. Quest'anno siamo arrivati secondi, siamo d'accordo coi tifosi: non siamo soddisfatti, vogliamo di più. Stiamo facendo valutazioni, non ci sono limiti: vogliamo migliorare ed essere più forti di quanto siamo oggi"

In cosa consiste il tuo ruolo al Milan?

"Sono operating partner di RedBird, mi occupo del Milan. Lavoro molto vicino a Cardinale, sono a stretto contatto con Moncada e Furlani. Sono presente a Milanello e a Casa Milan. Ma non è un 'one man show', tutti fanno la loro parte. Questa è una squadra" 

L'ambizione ti ha colpito più di tutto negli incontri con Cardinale?

"Abbiamo parlato tanto prima di iniziare questa nuova vita al Milan. L'ho conosciuto, parliamo la stessa lingua. Abbiamo gli stessi pensieri. Lui è un vincente, ha forti ambizioni non solo per il presente. Si lavora con intelligenza: io sono qui da 6 mesi, ma tutto è iniziato da due anni con grande ambizione"

Cosa vuoi portare di te all'interno del Milan?

"Dopo 6 mesi mi sono già venuti i capelli grigi... Dopo il ritiro e 25 anni in campo, hai un'altra libertà di fare le cose. Ho due figli, sono stato lontano tanto dalla famiglia. Ho recuperato tempo insieme, poi mi è arrivata la chiamata di Giorgio Furlani: non sapevo nulla, era tutto nuovo per me. Siamo andati avanti, ho avuto il primo incontro con Gerry Cardinale e mi ha proposto di tornare al Milan tramite RedBird. Gli ho detto: 'Se devo tornare al Milan, deve essere un progetto vincente'. E lui mi ha risposto: 'Benvenuto'. Ora passo per passo"

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Ecco Zlatan Ibrahimovic, che risponderà alle prime domande di Simone Nobilini

Inizia ora la conferenza stampa con le parole di Pier Donato Vercellone, responsabile comunicazione del Milan

Tutto pronto per la conferenza stampa di Ibra

Oltre a Ibra presenti i dirigenti Furlani, Moncada e D'Ottavio, il team manager Marangon e lo staff della comunicazione al completo compresa Marcella Verini (responsabile comunicazione RedBird/Cardinale)

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