Nell'estate del 1996 gli osservatori dal Brasile raccontano meraviglie del quindicenne Ronaldinho, ma il Napoli gli preferisce Beto, già nel giro della Seleçao. In Serie A parte forte, poi si perde tra fughe in Brasile e panchine. Fino alla cessione, dopo che Napoli ha sognato anche un Roberto Baggio che non arriverà
di Vanni Spinella
2/11
- “Questo è un fenomeno”, è l’incoronazione di Zagallo, il Ct brasiliano che nel 1995 lo inserisce nella lista dei convocati. Destinatario delle sue lodi è Joubert Araujo Martins, noto come Beto, ventenne spuntato dalle giovanili del Botafogo e, secondo gli esperti, il futuro della nazionale brasiliana
3/11
- Voci che, come detto, arrivano anche all’orecchio di Corrado Ferlaino, che accantona l’idea di puntare sul ragazzino tutto tricks e decide di andare… sul sicuro. Versa 6 miliardi di lire al Botafogo nella stessa estate in cui la Juventus ne sborsa 7,5 per Zidane, trequartista ancora semisconosciuto del Bordeaux
4/11
- Il ragazzino “scartato”, invece, arriverà in Europa solo 5 anni più tardi, al Psg. Iniziando a scrivere la storia con il nome di Ronaldinho. Come racconterà lo stesso Beto anni dopo, "gli osservatori vennero in Brasile per visionare un centrocampista del Gremio di 15 anni, e poi vennero a vedere me, che ero già stato convocato per giocare la Copa America del 1995. Scelsero me perché pensavano che fossi più pronto e avevo passato del tempo con la Nazionale brasiliana, mentre l'altro era, semplicemente, Ronaldinho"
5/11
- Beto viene accolto da Napoli come un re: 10 sulle spalle insieme a un carico di aspettative enorme giustificato da quel che ha messo in mostra in Brasile. Gran tiro con entrambi i piedi, due cosce che sembrano colonne di marmo, della tecnica inutile parlarne, è brasiliano
L’unico problema, che forse in una città come Napoli poteva suonare come un campanello d’allarme, è quella maglia con cui gioca nel Brasile: la numero 17
6/11
- In ogni caso, l’ambientamento alla Serie A non sembra un problema: in gol alla quarta giornata contro la Sampdoria (sassata di sinistro), replica contro il Perugia (inserimento perfetto e destro fulminante), e intanto il Napoli di Gigi Simoni vola. A Natale è addirittura secondo in classifica, a pari con l’altra sorpresa del campionato, il Vicenza di Guidolin, e a 6 punti dalla Juve in vetta
7/11
- Proprio a Natale, però, ecco le prime crepe. Dopo le vacanze, Beto rientra dal Brasile con due giorni di ritardo, senza avvisare nessuno. “Volevo solo passare il Capodanno con i miei genitori e con Amanda, la mia fidanzata”, si giustifica al rientro. Ammettendo, ("è stato fin troppo sincero, direi quasi poco furbo", dirà Simoni) di non essersi mai allenato e di aver giocato solo due partite sulla spiaggia. Finisce in tribuna, torna titolare il 12 gennaio contro l’Inter e si fa espellere per un ingenuo fallo di mano
8/11
- Si farà perdonare un mese dopo, sempre contro i nerazzurri, questa volta in Coppa Italia, in quello che resta il momento più alto del suo anno a Napoli. Dopo l’1-1 di San Siro il Napoli si gioca nella semifinale di ritorno l’accesso alla finale. Zanetti spaventa il San Paolo, poi Beto si incunea nell’area interista, si presenta solo davanti a Pagliuca e lo batte, portando la sfida ai rigori dove a far festa sono gli uomini di Simoni, che continua a incassare complimenti da Moratti...
9/11
- Aprile è anche il mese della nuova fuga in Brasile di Beto, stavolta - dice - per un consulto medico dopo un infortunio: tornerà due settimane dopo, insieme alla fidanzata Amanda e al figlio di due mesi che il giocatore aveva tenuto nascosto a tutti. A maggio invece si gioca la finale di Coppa Italia, contro il Vicenza: ma con dei precedenti così, è inevitabile che Beto la possa vedere solo dalla panchina
10/11
- Tre giorni dopo, tu guarda a volte il destino, si gioca ancora Napoli-Vicenza, ultima giornata di campionato. La decide Beto, e chi altrimenti, in un San Paolo semideserto che fischia tutti tranne il brasiliano
11/11
- Sembrerebbe una conferma a furor di popolo, e così pare pensarla anche Bortolo Mutti, quando in estate approda in panchina e si vocifera di un possibile arrivo di Roberto Baggio, in rotta col Milan e rifiutato dal Parma di Ancelotti. «Sarà Beto il nostro Baggio», annuncia dopo il “no, grazie” del Divin Codino. Poche ore dopo, Beto sarà ceduto in Brasile…