Ecco il Giro, quel filo rosa che da 94 anni unisce l'Italia

Ciclismo
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Sabato il via da Torino senza Basso. Contador: Nibali è il favorito. Il siciliano: il problema è chi lo lascia correre. 21 tappe con 8 arrivi in salita, chi vorrà prendersi il rosa dovrà attaccare sempre. I protagonisti, Team Sky compreso. GUARDA LE FOTO

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"Il candidato principale alla vittoria di questo giro non sono io ma è Nibali". Alberto Contador spiazza tutti e scommette sul successo finale corridore siciliano della Liquigas. Sarà forse pretattica la sua, ma è anche la sua convinzione "perché Nibali è molto motivato e per gli italiani il Giro è sempre una corsa speciale".

Contador e l'incubo doping - Lo spagnolo, già vincitore della corsa rosa nel 2008, corre. Ma il prossimo mese potrebbe essere fermato per doping. "Io non penso a questa possibilità - dice durante la presentazione ufficiale della sua squadra, la Saxo Bank - ho sempre detto e ripetuto che sono innocente". Gli domandano se la gente può ancora credere nel ciclismo. "Il ciclismo è credibile - è la sua risposta -, la gente si appassiona e deve continuare a crederci. Nessuno sport è controllato come il nostro. Il ciclismo continua ad essere uno spettacolo vero".

Un allenatore come Mourinho - "Io corro tranquillo perché, ripeto, sono innocente. Sto bene e sono pronto". Il paradosso di Alberto Contador è che tutta la fatica che dovrà fare per vincere il suo secondo Giro d'Italia il mese prossimo potrebbe essere totalmente inutile. Ma lui a quest'ipotesi non vuole nemmeno pensarci, né ritiene che possa arrivare una nuova "mazzata". E' sicuro di sè il campione spagnolo, tirato a lucido. Accanto a se una squadra fortissima, la Saxo Bank, totalmente al suo servizio. E con un team manager come Bjarne Riis che qualcuno paragona a José Mourinho, che trasforma in oro quello che tocca. "Alberto è pronto a fare e rivincere anche il Tour. Non sono tanti i corridori in grado di fare questo, ma lui sì" dice Riis, evidentemente convinto anche lui nell'innocenza dello spagnolo. Lui ha diretto tanti campioni, compreso Ivan Basso. "Ogni leader è diverso dagli altri - spiega - ma per me Alberto ha qualità incredibili. E' qui senza stress".  Ancora Alberto: "I sospetti? Io sono tranquillo. I forfait di Ballan, Santambrogio, Bruseghin? Non conosco i loro casi, conosco il mio e so che sono innocente, per questo sono qui. Ho scelto di venire al Giro perché avevo un bel ricordo del 2008 - racconta il corridore - Fare il bis sarebbe bello, ma non sarà facile, bisogna trovare sempre nuove motivazioni. Questo è un Giro con difficolta' estreme".

Nibali: il problema è chi lo fa correre - "Contador? Il problema non è mio ma di chi lo fa correre, dell'Uci o di chi ne fa le veci...". Vincenzo Nibali lancia garbate accuse e provoca lo spagnolo, che tra un mese potrebbe essere squalificato per doping dal Tribunale arbitrale. L'iberico corre da favorito ma in caso di nuovo stop per aggiudicarsi la corsa rosa potrebbe bastare anche arrivare secondi, visto che con l'eventuale squalifica a Contador verrebbero cancellati i risultati sportivi. "Se mi staccherà con le sue forze o no questo non lo so - dice il leader della Liquigas -. Non vincere non sarebbe una sconfitta se so di aver dato il massimo. La sua vicenda doping? Per giudicarlo ci mettono troppo tempo. Contador ha sempre dimostrato di tenere i nervi saldi. E' arrivato qui preparato, ha una squadra forte e fidata e affronterà la corsa meglio di come ha fatto nel 2008. Come posso batterlo? Bisogna essere pronti a cogliere l'attimo". Lo spagnolo vede Nibali il favorito per la vittoria a Milano. "Potrei dire lo stesso di lui - conclude il messinese - Ma di favoriti ci sono anche altri. E' un Giro aperto, e ci saranno tante sorprese".

Le 94 primavere del Giro -
Intanto, si parte. Da quasi un secolo è il filo rosa che unisce l'Italia. Il Giro arriva a 94 primavere: magia e fascino della tradizione, certo, l'epopea del sudore e della fatica, le sfide tra i campioni più amati, fotografie in bianco e nero che hanno fatto la storia d'italia (come Coppi e Bartali che si passano la borraccia). E un obiettivo complicato: far dimenticare le piccole e grandi miserie di uno sport sotto l'attacco costante di un nemico chiamato doping.

Un percorso per la Storia -
Si parte da Torino, l'omaggio al centocinquantesimo dall'unità; il set della cronosquadre di domani è da fiaba: partenza dalla reggia di Venarìa ed arrivo nel salotto di piazza Vittorio Veneto. Prima di sbarcare a Milano, che torna ad ospitare l'ultima tappa dopo due anni di polemica assenza, la carovana scenderà lungo il Tirreno fino all'Etna e risalirà lungo l'Adriatico, prima di sfidare le Alpi.

Le salite, giudici implacabili -
Non sarà un Giro per attendisti; gli otto arrivi in salita costringeranno chi vorrà prendersi il rosa ad attaccare sempre e a non voltarsi mai indietro. Sul passo Giau, a quota 2236 metri, la cima Coppi. Sullo Zoncolan, al Sestriere e con la cronoscalata di Nevegal le tappe di montagna da non perdere, e non sbagliare. Per la vittoria finale la sfida è derby Italia-Spagna: con Basso a casa, è Nibali la speranza azzurra per fermare Contador, presenza discussa e in attesa di sentenza dopo la positività al Tour 2010.

Gli outsider e il Team Sky - Oppure Scarponi e Sastre, mezzo passo dietro ai favoriti. Ci sarà anche il team Sky (vai al nuovo sito in italiano), giovane - certo - ma con la capicità di sorprendere come dimostrato in questo inizio di stagione. La speranza è che sia uno spettacolo, ma che sia onesto: chi scende in strada vuole una corsa pulita.

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