Si parte da Bruxelles, omaggio a Eddy Merckx per i 50 anni dal primo Tour del "Cannibale". Con l'assenza forzata di Froome, vincitore di 4 edizioni tra il 2013 e il 2017, il favorito di quest'anno non potrà che essere Geraint Thomas, trionfatore sui Campi Elisi nel 2018, corsa "macchiata" dall'assurda caduta di Vincenzo Nibali, l'ultimo italiano a conquistare la Grande Boucle (nel 2014) dopo Pantani e Gimondi
Il Tour del 2019 si aprirà con un "throwback" leggendario, un omaggio alla storia del ciclismo: la partenza da Bruxelles è il tributo al più grande, a 50 anni esatti dal debutto di Eddy Merckx nella corsa transalpina. Così, sabato, i corridori si inerpicheranno sul Mur de Grammont e passeranno da Woluwe Saint Pierre, dove il Cannibale indossò la sua primissima maglia gialla, che poi sventolerà in trionfo a Parigi il 20 luglio del 1969. Precedendo di qualche ora Neil Armstrong, che tagliò comunque per primo il traguardo... sul suolo lunare, con Buzz Aldrin staccato di oltre 19 minuti e il gregario Michael Collins a fare il tifo per loro dall'ammiraglia spaziale. E se lassù i tre extraterrestri americani sguazzavano beati nel Mare della Tranquillità, quaggiù, in Italia, Lucio Battisti sbarcava al Festivalbar con "Acqua azzurra, acqua chiara" e il popolo mondiale del rock si tuffava a pesce sulla lunga estate calda di Woodstock al grido di Peace and Love e fiori a "cannonate" per il Vietnam.
FRATELLI D'ITALIA
E proprio dall'autostrada dei fiori, dalla Milano-Sanremo, aveva preso avvio la stagione trionfale di Merckx. Che, tuttavia, a quel Tour rischiò di non esserci, squalificato per doping al Giro d'Italia, stravinto alla fine da Felice Gimondi, al suo secondo successo nella corsa rosa dopo quello del 1967. Terzo nel '65, quando il bergamasco s'impose all'esordio nella Grande Boucle, rimanendo a lungo (per 33 anni) l'ultimo italiano a essersi aggiudicato la mitica pedalata francese. Fino al 1998, l'anno d'oro di Marco Pantani, quella doppietta Giro-Tour mai più ripetuta, da nessuno, il suo duello con il tedesco Jan Ullrich, la tappa di Plateau de Beille, l'impresa epica sul Galibier. In un soffio di vento il Pirata lascerà il passo a un "altro" Armstrong, Lance, che un bel giorno di ottobre del 2012 tornerà con piedi sulla terra. E, finalmente, il 27 luglio del 2014 ancora un italiano in maillot jaune sugli Champs-Élysées, Vincenzo Nibali da Messina, Re di Francia. Il sesto corridore all time a cingersi della tripla corona (l'affermazione in almeno un'edizione di tutti i tre Grandi Giri) come Jacques Anquetil, Gimondi, Merckx, Bernard Hinault e Alberto Contador, raggiunti nel 2018 da Chris Froome.
Gli ultimi italiani a vincere il Tour: Vincenzo Nibali (2014), Marco Pantani (1998) e Felice Gimondi (1965)
CHRIS AND THOMAS
Ma il britannico dovrà rinunciare - per il momento - a coronare un altro sogno, la scalata all'Olimpo dei "pentacampeones", vittima della terribile caduta di giugno al Giro del Delfinato. Con conseguenze molto più serie (rottura del femore, del gomito e di alcune costole) rispetto ai danni procurati l'anno scorso allo Squalo da quel sedicente "tifoso" sull'Alpe d'Huez che - in ogni caso - lo ha costretto al ritiro, precludendo al siciliano la possibilità del bis sull'Arc de Triomphe; o, quantomeno, di battagliare con il gallese Geraint Thomas, che ha firmato l'ultimo capitolo della storia del Tour.
Il gallese Geraint Thomas e l'x compagno di squadra nel Team Sky Chris Froome in trionfo al Tour del 2018, rispettivamente primo e secondo (foto Ansa)