Calendario fittissimo e pro francese: tutto ruota intorno al Tour

Ciclismo
Giovanni Bruno

Giovanni Bruno

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È quasi ufficiale il calendario del cislismo dopo lo stop per il Covid: tante gare compresse e a volte sovrapposte. L'UCI ha favorito e preservato il Tour de France (29 agosto-20 settembre), mentre nel caldo di agosto si correranno alcune grandi corse italiane a partire dalle Strade Bianche (1 agosto), con la Milano-Sanremo a Ferragosto. Il Giro sarà dal 3 al 25 ottobre, date in parte sovrapposte a quelle della Vuelta

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Agosto: amore mio non ti conosco. È quello che potrebbero e dovrebbero dire i professionisti del pedale alle famiglie, mogli, fidanzate e parenti vari e affini. Dopo il periodo di vita costretta in 4 mura e rulli a tutto stantuffo eccoci ora con la quasi ufficialità del nuovo calendario delle due ruote. Intenso e certamente caldo, compresso e aggiungo senza reticenze filofrancotour. Atteso? Sicuro. Anche così spudoratamente pro giallo di Francia. I francesi stavolta non si incazzano, anzi godicchiano mandando al solleone le big italiane come Strade Bianche (1 agosto) si sapeva, Giro di Lombardia (8 agosto) non si sapeva e soprattutto la numero 111 della Milano-Sanremo (15 agosto), che diventa il palio di mezza estate. Caldo? Di più. A questo va aggiunta anche la nuova regola di arrivo entro le 17.30: vuol dire Cipressa e Poggio da cottura uova sull’asfalto senza tegame, micidiale. Il capo di RCS sport e organizzatore di Giro e corse top italiane ha chiesto già una deroga di arrivo alle 19.00, doverosa. Questo per incastrare i campionati nazionali (i nostri non hanno ancora la località precisa, Veneto ma…) e campionato europeo, che forse poteva anche saltare no? Tutto spazio prima del Tour (29 agosto-20 settembre) con Mondiale (20-27 settembre) subito dopo la corsa francese. In agosto il resto delle corse italiane tipo Giro del Piemonte, Emilia e Milano-Torino. Contro il Tour la Tirreno-Adriatico ed altre corse di piccolo cabotaggio (Coppi e Bartali, Toscana, Appenino) tanto da non offuscare l’incondizionato riflesso della Grand Boucle.

 

Arriviamo ora anche alla conferma del Giro d’Italia dal 3 al 25 ottobre. Un Giro che subirà la concorrenza della quasi contemporaneità della Vuelta di Spagna (20 ottobre-8 novembre) con squadre che dovranno scegliere chi correrà in Italia e/o in Spagna. Non è finita, no ahimè. I cacciatori di classiche, nel periodo di funghi e foglie morte, avranno un terreno di battuta straordinario con la Liegi-Bastogne-Liegi, Amstel, Gand-Wevelgen, Giro delle Fiandre e… la regina del pavé: Parigi-Roubaix. Tutto contro il Giro, non male. Il top dei top delle gare di un giorno contro la corsa rosa. Di sicuro sono state scelte complicate e difficili dettate dalla ancor più complesso stato delle cose. Però posizionato il colosso Tour tutto il resto è diventato un puzzle di incastri e giochi discutibili. Il cambiare ed assegnare all’Italia il compito gravoso di accollarsi le prime corse del dopo coronavirus e subito poi ripiazzare i vari campionati nazionali, come detto, è un bello e proprio sgarbo alla nostra disponibilità. Situazione certamente già non facile per la normalità e resa ancora più straordinaria con il “mettere a posto” il Giro senza più la partenza ungherese. Stavolta un piano B, ottimo se confermata la  crono di Palermo, l’altra tappa nel sud (Puglia o Basilicata) e una salita abruzzese per gradire. Apprezzabile e tanto di cappello, bravi un bel Giro. Meno, la consueta opera di “stuoino selvaggio” dell’UCI con la società che organizza il Tour. Poteva essere un bel colpo di spugna alla consuetudine servile ma invece è stato un vero colpo di sole.