Da Pogacar a Vingegaard, Firenze è pronta a dare il via al Tour de France

Ciclismo

Nella straordinaria cornice di Firenze è stata presentata l'edizione numero 111 del Tour de France che sabato 29 giugno partirà dal capoluogo toscano. Una parata per le 22 squadre protagoniste con lo sfondo dei monumenti fiorentini più celebri visti dall'alto. Firenze si è mostrata col vestito delle grandi occasioni, naturalmente giallo come la maglia del leader. Migliaia di fiorentini e di turisti hanno riempito piazzale Michelangelo

TOUR DE FRANCE, LA 21^ TAPPA IN DIRETTA

Miigliaia di appassionati, italiani e stranieri, si sono ritrovati nel piazzale Michelangelo a Firenze, molti proprio in bici, per assistere alla spettacolare passerella di presentazione delle 22 squadre che da domani daranno vita alla 111^edizione del Tour de France. "Finalmente il Tour ha riparato a un errore, non essere mai partito dall'Italia", ha affermato il direttore della corsa, Christian Prudhomme, secondo cui la Grand Départ da Firenze "è il modo di rendere onore a grandi campioni che hanno reso grande il ciclismo e il Tour". Fra loro il più grande campione fiorentino, Gino Bartali, vincitore della Grande Boucle nel 1938 e nel 1948: lo ha ricordato sul palco la nipote Gioia. Ma Firenze è anche la terra di altri grandi campioni che si fecero onore Oltralpe, Gastone Nencini, vincitore del Tour nel 1960, e il 'Leone delle Fiandre' Fiorenzo Magni che indossò la maglia gialla.  Per la neosindaca Sara Funaro è "un'occasione straordinaria per la nostra città", mentre il suo predecessore Dario Nardella, salito con lei sul palco tra applausi e qualche fischio, ha augurato a tutti "tre giorni straordinari", ricordando Bartali e un personaggio mitico del ciclismo fiorentino e italiano come l'ex Ct della nazionale azzurra Alfredo Martini, che "sognava il Tour da Firenze". 

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Pogacar è il grande favorito

Nessuno sembra avere dubbi, il grande favorito del Tour de France che per la prima volta partirà dall'Italia toccando dopo Firenze l'Emilia Romagna e il Piemonte, è Tadej Pogacar, il campione sloveno che ha appena conquistato il Giro d'Italia e punta a fare la storia centrando la doppietta come solo in passato è riuscito a sette corridori: Coppi, Anquetil, Merckx, Hinault, Roche, Indurain e Pantani, l'ultimo a riuscirci, nel 1998. Per gli addetti ai lavori e soprattutto per i suoi avversari Pogacar sembra imbattibile come ha rimarcato il 24enne belga Remco Evenepoel, alla prima partecipazione al Tour ma già due vittorie nella Liegi-Bastogne-Liegi e un titolo mondiale nella prova a cronometro nel 2023 a Glasgow: ''Ad ora Pogacar è insuperabile, sarà molto dura, ma ovviamente daremo tutti battaglia''. E ovviamente il buon Tadej è pronto a raccogliere la sfida anche se, ha raccontato in conferenza oggi in Palazzo Vecchio, viene da un periodo complicato, la scomparsa del nonno e il Covid preso 10 giorni fa: ''Ma è stata come una lieve influenza, ora sto bene''. Così eccolo a caccia dell'impresa, la doppietta Giro-Tour: ''E' una grande sfida ma a me piacciono molto le sfide, nel ciclismo non c'è nulla di facile, comunque sono pronto, già dopo le prime tappe che sono dure vedremo chi avrà le gambe allenate''. Il duello più atteso sarà con Jonas Vingegaard, vincitore a Parigi nelle ultime due edizioni però reduce da una terribile caduta lo scorso 4 aprile al Giro dei Paesi Baschi, di qui l'incognita sul suo stato di forma. ''Sono molto fiero di gareggiare con lui, proveremo a dare anche un grande spettacolo, è un atleta straordinario - ha detto Pogacar - Come cercherò di batterlo? Arrivando primo ed evitando di commettere errori. Penso che dopo la quarta tappa, con montagne molto alte, si potranno creare grossi distacchi''. Vingegaard preferisce per il momento non sbilanciarsi: ''Dopo la caduta è già bello essere qui, questa è già una vittoria. Vengo dal periodo peggiore della mia carriera, ho dovuto lottare per rimettermi in forma. Da parte mia spero di ritrovare potenza nel corso della gara, se non fossi caduto avrei potuto gareggiare per vincere, adesso non lo posso dire, ho lavorato molto, l'incidente è stato terrificante, sono stato a letto per due settimane, tutto quel che verrà da ora in poi sarà un regalo''. 

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