Il GP di Imola ci ha mostrato un Hamilton in leggera difficoltà, come non eravamo più abituati a vedere. La colpa non è tutta di Lewis, è importante infatti analizzare la crescita delle scuderie rivali: rispetto al 2020, la Mercedes ha perso più di 7 decimi al giro sulla Red Bull, mentre la Ferrari ha guadagnato circa 8 decimi al giro sulla casa tedesca su una pista da 5 chilometri
Il tracciato di Imola, grazie anche alla pioggia caduta ad inizio gara, ci ha regalato una corsa spettacolare. Ha avuto la meglio Max Verstappen, che si è dimostrato velocissimo sia sul bagnato che sull’asciutto ed è stato quello che ha commesso meno errori di tutti. Anche lui non è stato esente da sbavature visto che ha rischiato grosso nella ripartenza dopo la bandiera rossa. Al secondo posto ha concluso Lewis Hamilton che, grazie al giro veloce, è riuscito a mantenere la leadership del Mondiale. Sul gradino più basso del podio ha concluso la McLaren di Norris che, alla bandiera a scacchi, è riuscita a precedere le due Ferrari di Leclerc e Sainz.
Verstappen ha vinto la gara in partenza?
Il pilota olandese ha costruito la sua vittoria direttamente in partenza. E' scattato dalla terza posizione e alla variante del Tamburello ha attaccato Hamilton con una manovra molto aggressiva costringendo il pilota campione del mondo a salire sui "salsicciotti" e questo gli è costato non solo la posizione ma anche un danno all’ala anteriore. Oltre a questo, è importante analizzare i primi giri sul bagnato dove Verstappen è riuscito a costruire un gap molto importante su Hamilton. La Red Bull è riuscita a portare molto velocemente le gomme intermedie nella giusta finestra di funzionamento mentre, Hamilton, ci ha impiegato qualche giro in più. A partire dal giro 9, quando le intermedie della Mercedes hanno iniziato a fornire il giusto grip, i due piloti hanno girato su ritmi similari. Questa tendenza la si nota fino al giro 22 ma dal 23esimo passaggio Hamilton ha iniziato a recuperare sull’olandese costringendolo a forzare un pit stop per montare le slick. La scelta di Max si è rivelata corretta riuscendo a mantenere la testa della corsa.
highlights
Verstappen vince a Imola. Leclerc 4°, Sainz 5°
Hamilton è riuscito a limitari i danni
Hamilton esce da Imola in testa al Mondiale, ma con l’errore alla Tosa in fase di doppiaggio ha rischiato di regalare a Verstappen diversi punti. È stato fortunato che, subito dopo, c’è stata l’interruzione della gara, e questo gli ha permesso di recuperare il giro di svantaggio che aveva perso dopo essersi insabbiato con l’aggiunta di un pit stop per sostituire l’ala danneggiata contro le barriere nel tentativo di uscire dalla ghiaia. Ad inizio gara, su pista umida, Hamilton ci ha impiegato qualche giro di troppo a "innescare" la giusta temperatura delle intermedie. Dopo è riuscito a tenere il ritmo di Verstappen nonostante l’ala anteriore danneggiata nella zona dell’endplate sinistro. Danno che gli ingegneri Mercedes hanno identificato in circa 1-2 decimi al giro. La Mercedes non è più la miglior macchina del Circus nonostante ci siano stati dei passi avanti rispetto al Bahrain. Gli ingegneri hanno iniziato a comprendere meglio la W12 e il retrotreno è risultato essere più stabile anche grazie ad alcune modifiche aerodinamiche apportate all’estrattore. Hamilton, nonostante tutto, è riuscito a lottare con la Red Bull, cosa che invece non è riuscito a fare Bottas che è mancato di competitività sia in qualifica che in gara.
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Dati alla mano la W12 è dietro a Red Bull di circa 32 millesimi al chilometro, ma questo dato è influenzato anche dall’errore commesso da Verstappen in qualifica. Se vogliamo dare un dato possiamo stimare una RB16B davanti alla W12 di circa 2 decimi su una pista di 5 km di lunghezza. Rispetto al 2020, Mercedes ha perso più di 7 decimi al giro su Red Bull. Si è passati da un vantaggio di oltre mezzo secondo al giro ad uno svantaggio di 161 millesimi. Gap piccolo ma che sarà difficile recuperare, anche a causa del budget cup e al fatto che tra qualche mese si inizierà a lavorare sulla vettura 2022.
Ferrari ha recuperato 8 decimi su Mercedes
La Ferrari ha raccolto sicuramente meno rispetto a quello che poteva ottenere con una gara "normale". Senza la bandiera rossa, esposta per l’incidente tra Bottas e Russell, Norris ed Hamilton non avrebbero avuto chance di classificarsi davanti alla Ferrari di Leclerc. Di questo ne è consapevole tutto il team come ha ammesso Mattia Binotto al termine della corsa: "Tutta la squadra è rammaricata. Siamo tutti convinti che oggi avremmo potuto ottenere un piazzamento migliore. Vedere un team amareggiato, però, per me è un segnale positivo perché significa che c’è voglia di vincere. Abbiamo fatto bene in qualifica ed in gara, sia sull’asciutto che sul bagnato, in un tracciato diverso da quello del Bahrain. Abbiamo dei punti deboli, ma sappiamo dove lavorare”. Ferrari aveva sacrificato un po’ di performance in qualifica per caricare maggiormente la vettura visto il bagnato che era previsto ad inizio gara. Nonostante questo, il quarto e il quinto posto raccolti da Leclerc e Sainz sono comunque positivi soprattutto pensando alla gara di Imola disputata a novembre 2020. I passi avanti ci sono stati e non sono dovuti esclusivamente all’incremento di potenza della Power Unit made in Maranello. Questo fattore sicuramente aiuta e permette ai tecnici di utilizzare degli assetti più consoni alle varie tipologie di tracciato cosa he non era possibile fare nel 2020 visto che erano spesso costretti a girare con una monoposto molto scarica sacrificando il bilanciamento e la velocità in curva per riuscire ad avere delle performance sul dritto discrete. Il miglioramento c’è stato anche a livello di vettura e su questo ha contribuito anche la modifica regolamentare che ha ridotto il carico generato dal fondo e dal diffusore. Nelle ultime stagioni, principalmente dal 2019 in poi, dopo le modifiche regolamentari all’ala anteriore, la Ferrari non è mai riuscita ad estrarre il massimo potenziale dal fondo e dal diffusore, cosa che invece riusciva a team come Mercedes e Red Bull. Le limitazioni di quest’anno hanno penalizzato squadre come la Mercedes e meno la Ferrari visto che, per i motivi sopra descritti, non si riusciva a trovare il massimo carico dal fondo e dal diffusore. Ma il problema principale delle vetture degli scorsi anni è sempre stato l’anteriore visto che è inutile cercare carico sull’assale posteriore se non riesci a bilanciarlo anteriormente. Togliendo downforce posteriore, grazie alle nuove regole aerodinamiche, la macchina si è trovata subito più bilanciata e questo lo stiamo vedendo anche in pista con una SF21 che è lontana parente rispetto a quella ammirata nel 2020. Per fare un ulteriore passo in avanti bisognerà trovare maggior carico sull’assale anteriore visto che, dall’analisi degli on board di Leclerc e Sainz, la monoposto sembra soffrire ancora di sottosterzo rispetto a Red Bull e Mercedes. Con maggior carico sull’avantreno si potrà lavorare per incrementare quello al posteriore e questo permetterà loro di fare un ulteriore passo di avvicinamento ai team di vertice. Questo lo dico anche grazie all’insegnamento di un direttore tecnico che lavorava qualche anno fa in Formula 1, il quale un giorno mi disse: "Una macchina vincente deve avere tanto carico all’avantreno. Al retrotreno, lavorando, il carico si trova ma se manca davanti faticherai sempre e non sarai mai vincente".
approfondimento
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È ancora un po’ presto per trarre conclusioni definitive, ma analizzando il distacco chilometrico su Mercedes possiamo vedere che si è passati da oltre 2 decimi a chilometro ad “appena” 0,061 millesimi a chilometro. Questo rappresenta un guadagno di circa 8 decimi al giro su una pista da 5 chilometri.