Formula 1, il bilancio a 10 gran premi dalla fine della stagione 2024

La Formula 1 che va in vacanza da Spa è stata tutto e il contrario di tutto in queste prime 14 gare. Una metà che può essere ulteriormente suddivisa. All’inizio lo spettro del 2023 e di vivere un’altra stagione a senso unico con Verstappen per sette volte consecutive in pole - record per un inizio di campionato - e battuto solamente dalla sfortuna del guasto meccanico in Australia e dalla Safety Car a Miami. Le ultime sette invece sono state l’incertezza più totale con cinque piloti diversi che si sono aggiunti al sopracitato Max, Sainz e Norris. Sette vincitori a questo punto della stagione mancavano dal 2012, in una Formula 1 totalmente aperta. Red Bull “Ecco, ci risiamo”. L’hanno pensato un po’ tutti vedendo l’inizio del campionato. Vestrappen che fa la pole, che vince, che domina. E Perez a completare le doppiette o comunque fiero scudiero. Un principio di 2024, però, all’insegna del tutti contro tutti all’interno del team: l’Horner gate prima, la lite con Jos e le frizioni con Marko che hanno fatto pensare anche alla pazzia di portar via Verstappen dal team. Poi l’annuncio della separazione con Adrian Newey. E i nuovi sviluppi hanno riportato la Red Bull sulla terra, avvicinata dalla concorrenza. Particolarità: è in testa al campionato costruttori ma è l’unico team ad aver vinto con un solo pilota. Max Verstappen Non sale sul gradino più alto del podio da quattro gare consecutive. Non accadeva addirittura da dicembre 2020, ma la perfezione assoluta con cui ha dato l’impronta alla stagione lo tiene saldamente in testa al mondiale piloti, a +76 su Norris. Non solo: sta anche vincendo la classifica costruttori praticamente da solo. È tornato Mad Max con team radio e manovre al limite , ma Verstappen ha dimostrato che anche se non vince, comunque non perde. Tutti gli ultimi weekend - eccezion fatta per Budapest - ha comunque allungato sul diretto concorrente. Ventotto giorni di pausa e sarà di nuovo la sua Olanda che, da quando è tornata in calendario, dal 2021 recita: pole e vittoria, pole e vittoria, pole e vittoria. Sergio Perez Doveva essere l’inizio di stagione della rinascita dopo la seconda metà del 2023 da desaparecido e della conferma in squadra. La richiesta era semplice: chiudere le doppiette con Max quando Red Bull sembrava inavvicinabile. Nelle prime cinque quattro podi, quindi la conferma per due stagioni. E di nuovo il buio totale. Ha raggiunto il record - poco invidiabile - per un pilota della Red Bull di non arrivare in Q3 ben 18 volte. Il lampo in qualifica di Spa è stato vanificato da una gara non redditizia, scivolando dal secondo al settimo posto. Le sue vacanze rischiano di essere permanenti perché l’ombra di Ricciardo sul suo sedile dall’Olanda è sempre più lunga. McLaren A Woking non ne sbagliano una. Come portano un aggiornamento, automaticamente funziona. Da almeno un anno e mezzo. In giro per il mondo invece è stato diverso perché tra errori di piloti, muretto e pit stop la McLaren non ha raccolto quanto avrebbe potuto vista la parvenza da Imola in poi - tranne Montecarlo - di essere la più veloce in pista. Anche quando hanno fatto doppietta in Ungheria, non l’hanno fatta con il massimo della linearità. Dieci gare di fila a podio - striscia aperta- e il mondiale costruttori riaperto: tornare a vincerlo è l’obiettivo principe. Andrea Stella e ordini di scuderia confermano. Lando Norris È la nemesi di Verstappen. Gli amici che diventano nemici in lotta per lo stesso obiettivo. O almeno così doveva essere. La pausa per Lando arriva al momento giusto perché dopo aver ottenuto la sua prima vittoria in carriera a Miami ha forse sentito il peso di essere diventato grande. Belle pole position in Spagna e Ungheria e partenze altrettanto disastrose. Da Barcellona a Spa solo in Austria non ha perso posizioni al via. Ma a Spielberg forse la fretta di dimostrare e provare a sorpassare Verstappen hanno portato al disastro. Dai 25 punti per la vittoria è passato in una curva a zero e ritiro. “Sono stato stupido”, ha detto a Sky dopo il Belgio. Il sorriso non è più così acceso sul volto di Lando, la pressione cresce e lui non sembra essere soddisfatto di sé stesso. Oscar Piastri Forse il più in crescita in questa fase della stagione. In Ungheria è arrivata la vittoria dopo 35 Gran Premi in F1. Lui che l’anno scorso aveva comunque trionfato in una sprint e diventato il miglior rookie della storia, numeri alla mano, di questo sport. La pacatezza con cui ha festeggiato a Budapest via radio ha fatto capire quanto è focalizzato sull’obiettivo. A Spa era molto veloce e forse la sbavatura al pit stop - lungo alla piazzola - gli ha impedito di rientrare prima nella lotta per la vittoria. E dire che non è stato neanche troppo fortunato con il problema a Miami che lo ha costretto dietro mentre era secondo e una strategia penalizzante nell’acquazzone di Silverstone. Ferrari Partita seconda forza, ora ondeggia tra la terza e la quarta. Dopo il capolavoro dominante di Monaco, il secondo pacchetto di aggiornamenti da Barcellona in poi non ha funzionato come sperato e ha acuito il purposing. Fino a Montecarlo due vittorie e sempre a podio - esclusa Cina - poi il weekend da doppio DNF del Canada ha minato un po’ le certezze. Inoltre è un momento di ricambio interno: dopo una vita in rosso Cardile ha salutato, Serra si appresta ad arrivare e Newey rimane il sogno. Charles Leclerc Ha regalato sicuramente uno dei momenti più commoventi della stagione fin qui. L’ultimo giro nel suo Principato con gli occhi pieni di lacrime e la voce tremante è stata una liberazione per quelle sfortune che gli avevano impedito di vincere prima a casa sua. In queste prime 14 gare è stato altalenante, soprattutto in qualifica quando non riusciva a mettere in temperatura la gomma ma anche gare solide in cui è stato bravo a far funzionare tutto. Fino a Montecarlo non aveva mai chiuso sotto al quarto posto, con sei podi conquistati in totale. Charles è sempre il più esigente con sé stesso e il giro perfetto di Spa ha confermato che il tocco magico non è sparito. Il podio conquistato post gara è comunque il miglior modo per andare in vacanza: lui che per natura è un vincente e che dopo Montecarlo guardava a una incredibile rimonta mondiale... Carlos Sainz I primi tre mesi del 2024 sono state da montagne russe. Prima la trattativa per il rinnovo che sembrava una formalità, poi l’annuncio di Hamilton al suo posto per il 2025, dunque l’appendicite che l’ha mandato ko e il ritorno vincente due settimane dopo in Australia. Sainz ha saputo essere analitico e veloce prima di una leggera flessione. Comunque cinque podi in questa prima metà. Il pensiero - e la domanda - costante erano sul suo futuro. Nel primo giorno di ferie ha annunciato che andrà in Williams: “Lì hanno guidato i miei eroi, voglio riportarli in alto. Ma prima ho altre 10 gare con Ferrari per finire alla grande”. Mercedes Una stagione che comincia con l’addio del proprio capitano. Lewis Hamilton e Mercedes si separeranno dopo 12 anni, nessun matrimonio è mai stato più lungo in F1. Una macchina che sembrava non aver superato le difficoltà dello scorso anno e “Newey? Nemmeno un mago risolverebbe i nostri problemi”. Invece due pole position e soprattutto tre vittorie nelle ultime sei gare, macchiate soltanto dall’errore letale che è costato a Russell la vittoria in Belgio ottenuta in pista e chiudere l’1-2 che mancava da Brasile 2022. Sembra la squadra più in crescita a questa sosta dopo aver passato otto gare a guardare gli altri salire sul podio. Lewis Hamilton Novecentoquarantacinque giorni dopo. Il trionfo emozionante di Sir Lewis Hamilton nella sua Silverstone è stato da brividi. Per la gara, per l’atmosfera per la festa e gli abbracci con papà e mamma e tutta la sua gente in Inghilterra. Da non aver vinto per quasi tre anni a una breve attesa di 21 giorni, perché a Spa comunque Hamilton ha fatto una gara pazzesca, passando sia Perez che Leclerc nelle prime fasi di gran premio. Qualche malalingua diceva fosse bollito, o svogliato alla soglia dei 40 anni. Lewis è tornato e ha ritoccato il record di vittorie a 105. Non può che essere una buona notizia per la Formula 1 . George Russell Da Brasile 2022 all’Austria. È stato Russell a riportare Mercedes al successo e due volte in pole position. Se a Spielberg la vittoria se l’è ritrovata tra le mani, a Spa se l’era costruita con un’intelligenza e una delicatezza alla guida da campione vero. Se nelle prime otto gare si è dovuto “accontentare” di essere spesso e volentieri più veloce di Hamilton, dalla nona ha cominciato a martellare. Pole in Canada, rovinata però dal lungo che ha dato strada a Verstappen in gara alla sfortuna a Silverstone che lo ha messo in tribuna dopo un sabato trionfale. Aston Martin L’anno scorso alla pausa estiva la classifica recitava 196 punti. Quest’anno sono 73. L’Aston Martin sembra essersi spenta nell’inverno. Gli aggiornamenti portati non hanno funzionato e la manciata di podi dello scorso anno è rimasta un ricordo. Ma papà Stroll ha sempre in mente un progetto ambizioso ed ecco l’ingaggio di Cardile dalla Ferrari e la corte serratissima ad Adrian Newey. Fernando Alonso Aveva fatto sette podi nelle prime otto gare nel 2023. Il leone asturiano era tornato ad accarezzare il sogno della vittoria 33, ma nel 2024 ha dovuto cambiare i suoi piani. Ma il 43enne - lo scorso 29 luglio è stato il compleanno - rimarrà alla guida per altri due anni. Ha giocato più in difesa che in attacco finora, ma la voglia di ruggire ancora non manca mai e lo ha dimostrato nelle battaglie in pista, sopratttutto con Ferrari nella Sprint di Cina. Lance Stroll Anche Lance ha rinnovato. Ha la metà dei punti del compagno ma in questa stagione è riuscito a stargli davanti più spesso in qualifica e ha limitato qualche errore di troppo che lo caratterizzava. VCARB È stato un inverno di novità. Laurent Mekies è diventato il nuovo team principal e ha provato a dare la sua impronta. Ai test in Bahrain si pensava addirittura potesse essere più vicina ai team di testa con qualcuno che la definiva la Red Bull dell’anno scorso. Ora c’è da capire quale sarà la line up dopo la sosta , con Lawson che spinge e Tsuonda che sogna in grande. Yuki Tsunoda È il leader interno in termini di punti: 22 contro i 12 di Ricciardo. Tsunoda ha fatto divertire con manovre al limite e team radio altrettanto sopra le righe. Dalla sfuriata per l’ordine di scuderia in Bahrain, a frasi colorite fino alla solita carica con cui si schiera in pista. Aver fatto punti in Giappone è stato sicuramente tra le sensazioni migliori del 2024. Daniel Ricciardo Non una stagione facile fin qui facile per l’australiano. Ma la stima di Christian Horner potrebbe riconsegnargli il sedile di una Red Bull sei anni dopo. L’highlight della stagione fin qui è la Sprint Race di Miami. Haas Nel midfield è il team migliorato maggiormente rispetto alla stagione scorsa. Un inverno non semplice che a gennaio ha visto l’allontanamento di Gunther Steiner con Komatsu messo al suo posto da team principal. 27 punti, a meno sette da VCARB nella lotta per la sesta posizione nei costruttori. È già stato programmato il nuovo corso con gli annunci di Bearman e Ocon per la prossima stagione. Nico Hulkenberg Non è più una sorpresa vederlo in Q3. Riesce a massimizzare, il sabato, una macchina più da qualifica che da gara. Ventidue punti contro i cinque di Magnussen che però ha spesso aiutato e protetto le sue gare. A fine anno saluterà, destinazione Sauber. Kevin Magnussen Ufficializzato l’addio alla Haas, è alla ricerca di un sedile per rimanere in griglia nel 2025. Aveva provato a cercare la conferma esibendosi da team player difendendo le gare di Hulkenberg come in Arabia Saudita dove ha preso 20 secondi di penalità e tre punti sulla licenza per le manovre su Albon e Tsunoda. Ancora peggio ha fatto nella Sprint di Miami dove ha letteralmente fatto impazzire Hamilton spingendolo verso i muri del circuito americano collezionando 35 secondi di penalità e altri tre punti sulla licenza. Sommati agli altri quattro “guadagnati” nella gara della Florida e in Cin ora K-Mag è al limite: con un’altra infrazione da due sconfinerebbe i 12 punti che ogni pilota ha in un anno solare e sarebbe costretto a guardarsi una gara da casa. Tanti contatti ma solo 5 punti all’attivo. Alpine Lo scorso anno a podio con Ocon a Montecarlo e il terzo posto di Gasly nella Sprint di Spa . Quest’anno Alpine si è presentata al primo semaforo verde della stagione in una condizione critica, nettamente l’ultima macchina in griglia. Poi con gli sviluppi si è parzialmente ripresa. Testa già al futuro con l’arrivo di Briatore come Executive advisor e la separazione con il team principal Bruno Famin. Ora va trovato il compagno da affiancare a Gasly. Pierre Gasly A fine giugno Pierre ha firmato un biennale intervallando l’annuncio con quattro gare a punti. In Austria, dopo aver sorpassato il compagno di squadra si è concesso un “ciao” via radio per festeggiare. Piccole chicche in una stagione difficile. Esteban Ocon Silurato virtualmente e poi concretamente dopo il disastro di Montecarlo con cui ha rischiato di mandare a muro il compagno all’uscita del Portier si è accasato in Haas. Incidente che gli poteva costar caro con Famine che aveva minacciato di prendere provvedimenti, anche spiacevoli nell’immediato. Ma Esteban se l’è cavata con delle scuse. È davanti nel confronto in qualifica con il compagno ma dietro in campionato. I due punti finali a Spa riducono il gap. Williams L’annuncio di Sainz fa guardare con un ottimismo diverso il futuro. Per ora, però, solo quattro punti e mille fatiche. Come la decisione spiacevole di appiedare Sargeant in Australia per dare il suo sedile a Albon dopo che aveva danneggiato il fondo nelle libere. Williams in quel momento non ne aveva un altro di riserva. Alexander Albon Meno brillante rispetto alla scorsa stagione ma protagonista forse del sorpasso della prima metà di anno quando in Canada, all’ultima variante in un colpo solo ha passato Ricciardo e Ocon infilandosi prima nel mezzo e poi ricomparendo davanti. Sarà ancora in griglia con Williams nelle prossime stagioni. Logan Sargeant Saranno le ultime 10 gare in F1 per l’americano. Ancora una stagione piena di errori e mai a punti. Impietoso il confronto con il compagno in qualifica: 0-13. Sommate alle 23 dello scorso anno fa 0-36. Stake F1 Team Unica ancora a zero punti e in fondo al tunnel. Diventerà Audi nel 2026 - già annunciato l’ingresso in squadra di Mattia Binotto - ma il presente è nero. Valtteri Bottas Il finlandese ha avuto migliori risultati nelle qualificazioni al mondiale gravel in bici e sui social che in pista, dove come miglior risultato ha la Q3 raggiunta nelle qualifiche del gran premio di Cina. Rimane a caccia di un sedile per il prossimo anno. Zhou Ganyu Si è tolto la soddisfazione di essere il primo cinese a correre un Gran Premio casalingo, per il resto poco altro. Anche lui nella seconda metà di stagione dovrà convincere qualche squadra a puntare su di lui l’anno prossimo, essendo in scadenza.