Monza, un giorno di ordinaria follia

Uscendo dall’autodromo di Monza, ci lasciamo alle spalle anche la scritta di benvenuto nel “Tempio della Velocità”. Per questo week end lì sopra ci sarebbe stato benissimo un “Benvenuti nella casa della magia e/o nella casa degli orrori”. La magia, non c’è neanche bisogno di dirlo, l’ha fatta il trio Charles, Carlos e Ferrari, annusando la situazione e inventandosi una strategia che ogni dato dei computer degli ingegneri probabilmente si rifiutava di accettare. C’è stato cuore nella lucidità di decidere di seguire più l’istinto della logica anche se la tranquillità che il podio sarebbe stato comunque certo ha aiutato. L’inno cantato dalla marea rossa, i fumi a coprire i sorrisi quasi increduli di Leclerc hanno fatto il giro del mondo. La stessa Mercedes ha dedicato un bellissimo post su Instagram: “Non importa quale sia la tua squadra, non importa quale sia la tua nazionalità, tutto questo ogni volta è da pelle d’oca. Auguri ai nostri amici e rivali della Scuderia Ferrari”. Solo la parola auguri è scritta in italiano ed è infatti è stato anche l’unico errore perché per noi è più un “congratulazioni”, ma va bene sono il gesto e il pensiero che contano. Allo stesso modo ne hanno parlato tanti, se non tutti i colleghi stranieri, di tutti i Paesi e la stessa Formula 1 si è sbilanciata, esaltando l’atmosfera unica. Monza si è rifatta il look con il nuovo asfalto e la nuova viabilità interna, deve iniziare la seconda fase per le strutture, ma si è conquistata l’eterna presenza nel mondiale perché lo sport ha bisogno di luoghi e ambiente da pelle d'oca. Certo l’apoteosi è completa quando la Ferrari vince, ma l’affetto non manca anche quando i protagonisti sul podio non indossano una tuta rossa . Uno spot straordinario in giro per il mondo a far urlare, “dai sti italiani sono davvero unici”. Avremo mille difetti, ma non si può dire che non sappiamo creare l’atmosfera giusta. “Che ne sanno gli inglesi”, il messaggio ricevuto da un emozionato amico ingegnere italiano che lavora in un team basato in Gran Bretagna. Alla splendida follia rossa fa da contraltare quella nera di una Mclaren che merita sicuramente il mondiale costruttori, avendo lavorato tanto e bene per portare in pista la migliore macchina del momento, ma non merita quello piloti, perché fa di tutto per non vincerlo. Che Norris abbia ancora debolezze, sotto pressione, sulle quali lavorare, fa parte della sua storia, già dalle categorie inferiori, ma che la squadra non faccia nulla per tutelarlo è folle… Appunto! Piastri ha fatto il suo per carità, corre per vincere, ma ha costruito così la sconfitta della Mclaren, creato tensioni interne, incrinato il rapporto con Norris, dopo aver dichiarato giovedì che lo avrebbe aiutato. Norris finalmente tranquillo per la partenza azzeccata e le spalle coperte dal compagno di squadra, si è sentito pugnalato. Ma non è che Mclaren che ha fatto di tutto, anche per vie legali, per strappare Piastri ad Alpine, preferisca l’australiano di Melbourne al talento di Bristol? Non è che Norris stia pagando il flirt con Red Bull? Una situazione simile è stata vissuta in casa Ferrari nel 2018, ma in quel caso Raikkonen aveva ricevuto il benservito e, non più disposto a restare al servizio di Seb e della Ferrari, mise in crisi il tedesco, poi vittima del suo nervosismo nell’attacco subito da Hamilton. La coppia scoppia in Mclaren. A Zack Brown e Andrea Stella il compito di rientrare dalla follia e legittimare la superiorità di una squadra che ha lasciato come minimo quattro vittorie per strada. A Vasseur quello invece di mantenere la Ferrari, in attesa di una macchina costante oltre che buona, in equilibrio sopra la follia.