La RedBull non riesce più ad andare al Max

Se non è crisi questa non so come si possa chiamare. Considerando di chi stiamo parlando soprattutto: della squadra che nel 2023 aveva il rimpianto di non aver vinto tutte le 22 gare in calendario mancandone una, a Singapore, quando per un black-out anomalo e rimasto anche po’ nel mistero la vittoria era andata a Carlos Sainz. Una macchia rossa in una stagione tutta griffata di blu. Anche se Christian Horner non ne vuole sentir parlare, sembra proprio che la sua squadra abbia smarrito un po' la strada e l’unità. L’affaire che lo ha visto coinvolto con una sua collaboratrice ad inizio stagione, poi archiviato in fretta e furia, ha scostato per la prima volta le tende su dinamiche e fratture interne al team che prima erano rimaste ben nascoste, scoprendo fazioni e sgambetti che poi sono alla fine risultati insanabili. Tanto che a un certo punto pure l’amico Adrian Newey, ovviamente anche per altri motivi, ha deciso di cambiare aria e accettare la proposta indecente di Lawrence Stroll per passare in Aston Martin e provare a rendere vincente la verdona soprattutto dal 2026. A discapito delle dichiarazioni di facciata, sicuramente anche questo ha pesato sulle scelte tecniche che sono state fatte all’interno della squadra nell'ultimo periodo. A tutti questi scossoni la risposta in pista l’aveva sempre data Max Verstappen, che rispetto al suo compagno di squadra Perez ha nascosto, mettendoci sempre del suo, le effettive difficoltà e mancanze di un progetto non più granitico come il precedente. Le sette vittorie di Verstappen di inizio stagione gli permettono ancora di mantenere un tesoretto di 62 punti rispetto a Norris in classifica piloti, ma è più l’altra classifica, quella costruttori, che fotografa la situazione reale della Red Bull: la McLaren è pronta infatti a mettere la freccia e a sverniciare il team austriaco. Max Verstappen a Monza è stato lapidario dicendo che entrambi i campionati sono a rischio e compromessi, ma ancor più lapidario nel dire che la macchina che sta guidando è un "mostro" e va rifatta da capo a piedi. Le facce in casa Red Bull nel paddock di Monza erano ben chiare: il politico Horner che sta cercando di tenere alto il morale delle truppe con sorrisi di circostanza da un lato, dall’altro un contrariato e contrito Max Verstappen che per tirarsi su di morale si è anche concesso un’italianissima carbonara lontano da occhi indiscreti. Ma in gran segreto si è tenuto anche un meeting d’emergenza sabato nell’Energy Station Red Bull per decidere come muoversi nelle prossime settimane, con il capitano Max che ritiene di non aver più nulla da dire dopo aver messo in guardia la squadra sul comportamento della sua monoposto da diversi mesi a questa parte. Che il mondiale 2024 potesse essere differente da quello dell’anno passato per lui era già stato chiaro in diverse occasioni. Prima in Australia, con la vittoria di Sainz, poi a Miami, con la prima di Norris. Monza è stata un’ulteriore conferma di una Red Bull più che attaccabile. Poi il resto è storia recente. Gli avversari sono migliorati, è vero, ma la RB20 prima ha cominciato ad andare in crisi con gli assetti poi anche con gli sviluppi. Da un team che negli ultimi due anni non ha mai sbagliato un colpo, il recente valzer di prove e contro prove tra fondi, cofani motori, ali vecchie e nuove, è la prova invece di quanto nelle ultime settimane se non mesi si siano mossi un po’ a tentativi. Il risultato è una macchina che in questo momento ha grossi problemi di bilanciamento, risulta inguidabile, ha perso la sua forza nella gestione gomme, non dà le certezze che vorrebbero i piloti e costringe quindi a giocare più in difesa che in attacco, come si è visto a Monza con la scelta di partire con la gomma hard. Alla fine della stagione mancano 8 gare e 3 Sprint, 232 punti a disposizione. Norris a meno 62 è l’unico a poterlo vincere senza dover guardare cosa fa Max mentre a Leclerc servirebbe un miracolo. Lo stesso che servirebbe alla Red Bull per mantenere la testa della classifica costruttori perché McLaren è pronta a fare il sorpasso . Verstappen a Monza nelle riunioni più segrete ma anche davanti a noi e a tutti i microfoni è stato diretto, come sempre: "Ho già detto molto e da tempo. In sei mesi siamo passati da avere un mezzo dominante a una macchina inguidabile. Ora spetta alla squadra apportare le modifiche necessarie e stravolgere questa macchina di nuovo". Baku è dietro l’angolo, come Singapore, e sappiamo che i miracoli in Formula Uno non esistono. Ma dietro alle parole di Verstappen il messaggio più che per il presente è anche per il futuro. È vero che il tre volte Campione del Mondo ha un contratto fino al 2028 con la sua attuale squadra, ma i corteggiamenti di Toto Wolff non sono certo stati un segreto e anche la pazienza di Super Max a un certo punto, come ha dimostrato ultimamente battendo più volte i pugni sul volante o prendendosela con Lambiase via radio, ha o avrà un limite. Per il 2025 è necessario ritrovare una macchina forte lavorando sugli sbagli fatti con la RB20, per il 2026 è ancora tutto un chissà, magari anche per Max.

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