Leclerc pilota d’altri tempi: parola di Emerson Fittipaldi

La sua ultima vittoria a Monza lo ha galvanizzato e aiutato a credere in un futuro che necessariamente - per il bene di tutti - dovrà essere targato Ferrari. Ma Charles è sempre lo stesso, non cambia, rimane il tranquillo ragazzo di sempre, con un solo obiettivo: vincere e rimanere in Ferrari. Lo stesso Charles che era in Academy Ferrari, lo stesso che appena firmato con la Scuderia dei suoi sogni, con il team con il quale tutti vorrebbero correre, è intervenuto di sua spontanea volontà a Milano Marittima, per trascorrere ancora un po’ di tempo con i suoi colleghi dell’Academy e conoscere in prima persona una leggenda di questo sport: Emerson Fittipaldi. Era il 2018 e quando l’ho visto e gli ho chiesto cosa facesse da quelle parti, con il suo solito disarmante sorriso, mi ha risposto: “Non potevo non salutare i ragazzi e rischiare di non incontrare Emerson Fittipaldi. Suo nipote Enzo non ha fatto altro che parlarmi di suo nonno”. In effetti, sino a prima che firmasse con la scuderia di Maranello, Enzo era suo compagno alla Ferrari Drivers Academy. Quella sera, orgoglioso in platea, Fitti Junior, assistette alla premiazione del nonno per la sua indimenticabile carriera. Leclerc rimase in disparte, tranne una fugace apparizione sul palco per un breve saluto; quella era un po’ la sua famiglia adottiva e i ragazzi come lui stavano confrontandosi con una sfida veramente enorme. Erano solo all’inizio e lui, Charles, stava salendo di già un gradino più alto. Quasi tutti, però, in un modo o nell’altro, sono arrivati. Tutti pendevano dalle labbra del senatore Fittipaldi e soprattutto Charles, in modo discreto e intelligente, cercò di carpire anche da Emerson quei piccoli segreti che poi avrebbe dovuto applicare sui circuiti di tutto il mondo. Una lezione che sorprese anche lo stesso nonno Emerson, stupito di trovarsi di fronte a un qualcosa, o meglio un qualcuno, di realmente inedito; una figura di pilota che persino al due volte campione del mondo, che di piloti ne aveva frequentati a centinaia in pista e fuori a migliaia, parve un’assoluta rivelazione. Educato, gentile, mai arrogante, molto riflessivo, ma quando si tratta di combattere in pista la sua pacatezza si trasforma in determinazione. Determinazione che lo ha portato a Monza, durante l’ultimo Gran Premio, a perseguire una sfida impossibile. A ricercare nella prestazione al limite dei suoi pneumatici, una sfida senza precedenti. Così sceso dalla sua monoposto vincente, stravolto dalla tensione e dalla fatica, ha sfoderato il suo solito sorriso rassicurante e ha salutato le migliaia di tifosi in estasi. Emerson è il padrino anche dei figli della famiglia Papis , dato che sua figlia Tatiana ha sposato Max , incrociando così definitamente i cromosomi delle due correnti automobilistiche. Emerson vive immerso e a stretto contatto con tutti i suoi nipoti e con il suo ultimo genito Emerson Jr, tutti avvezzi alle corse automobilistiche. Ma dopo oltre otto anni da quella serata, ancora una volta il campione brasiliano non ha potuto esimersi da rimarcare che quel Charles incontrato a Milano Marittima merita il successo, se non altro perché si tratta di un pilota d’altri tempi, un vero gentlemen. Se lo dice Emerson…