Norris, le chance mondiali dipendono... dalla McLaren e da Piastri

Partirei dalla considerazione fatta da Carlo Vanzini: nelle ultime 12 gare, da Miami in poi Lando Norris ha recuperato a Max Verstappen un solo punto in classifica. Questo nonostante la McLaren sia stata la macchina mediamente migliore . La scelta dell’avverbio “mediamente” non è casuale: non significa che fosse la macchina in assoluto più veloce , ma che fosse la vettura che sapeva adattarsi meglio ai diversi tipi di circuito, uniformando il livello delle sue prestazioni. Una macchina così competitiva lascerebbe pensare che Norris abbia recuperato molto terreno a Max Verstappen, mattatore fino a un terzo del campionato ma poi mai più vincente, invece la classifica ci racconta che ne ha recuperato 1 solo, praticamente niente. Ma perché? Ci sono diversi aspetti da tenere in considerazione. Il primo è la bravura di Max e di RedBull nell’eseguire le gare, cioè a capitalizzare in termini di punti quello che la macchina gli permetteva di fare in un determinato circuito: tolto forse il Gp di Baku, Verstappen non ha mai lasciato punti per strada, ha sempre fatto il massimo che poteva in quel momento, dimostrando maturità e abitudine alle vette dell’alta classifica. Al contrario, McLaren ha sprecato tante occasioni per fare bene, sbagliando strategia o sbagliando il pit-stop, per non parlare dell’incertezza nelle gerarchie all’interno della squadra che ha portato i due compagni a rubarsi punti l’uno con l’altro. Questa gestione, al netto delle performance, ha portato Lando in una situazione numericamente non positiva: se in 12 gare hai recuperato un punto, cosa ti fa pensare che nelle ultime 6 tu possa guadagnarne più di 50 su Max? Però la Formula1 non è solo numeri, e se a Miami la McLaren era la più completa mediamente, dopo Singapore ha fatto capire di essere la vettura dominante, non solo la più regolare. Prestazioni alla mano Norris al momento ha tutte le carte in regola per colmare il gap. Serve però una 'mano' da parte della scuderia. Perché potrebbero anche fare primo e secondo da qui alla fine per tutte le gare, a patto che McLaren metta a disposizione Piastri per fare da spalla a Norris, questione che al momento è un grosso punto interrogativo vista la velocità e il talento di Oscar. Quello che forse Lando deve sperare più realisticamente è che da qui alla fine, tra lui e Verstappen si mettano in mezzo anche Mercedes e Ferrari, permettendogli di rosicchiare dei punti senza avere la preoccupazione di guardare quello che sta facendo Piastri. Anche perché a Austin, tra un mese, tutti i top team, McLaren inclusa, porteranno l’ultimo grosso pacchetto di aggiornamenti della stagione, e gli equilibri nelle prime file della griglia potrebbero ancora subire dei grossi cambiamenti. Tra l’altro Zak Brown e scuderia non possono esimersi dal portarli, anche a costo di rovinare il loro equilibrio, perché nel caso RedBull dovesse effettivamente riuscire a recuperare un decimo, un decimo e mezzo, la situazione di dominio sarebbe messa a dura prova, rendendo quasi impossibile la rimonta per il campionato. Per forza di cose vale anche il contrario. Christian Horner e il suo staff sono obbligati a tentare il tutto per tutto: per come sono le cose adesso non hanno scampo contro la McLaren e solo una serie di aggiornamenti potrebbe renderli più competitivi, anche a costo di perdere altro terreno nei confronti dei ‘Papaya’ e di fatto accettare la resa nella lotta al Mondiale. A questo punto l’ago della bilancia potrebbe davvero essere Piastri. Un pilota con un talento cristallino, tante volte più veloce di Lando a cui la classifica, per quest’anno, impone di fare il secondo. McLaren si augura che da qui alla fine Norris sia sempre più veloce, perché le prestazioni di Piastri gli consentono di fare gara a sé, senza che la scuderia si imponga per favorire la lotta al Mondiale. Oscar è croce e delizia della McLaren: è un pilota fortissimo, e sarà un enorme vantaggio per il futuro, ma il livello delle sue prestazioni attuali non permettono alla scuderia di usarlo come ‘guardia del corpo’ di Lando, come fatto negli ultimi anni dalla RedBull con Perez. Sarebbe impensabile immaginare Piastri che cede la posizione per tutte le ultime sei gare per far vincere Norris. Il destino è nelle sue mani, se vuole essere campione dovrà regolarmente battere il suo compagno di squadra fino ad Abu Dhabi, altrimenti rischierà di mettere in una posizione scomoda anche la scuderia, oltre che sé stesso. Sponda Verstappen: Max sa che al momento guida una macchina inferiore. Come detto prima sta correndo alla Lewis Hamilton, senza sprecare e capitalizzando al massimo le performance della sua vettura. Sa che ha ancora un vantaggio consistente, e ha la lucidità di sapere che deve solo limitare i danni in questa parte della stagione. Lo sa bene anche RedBull, che sta giocando sul punticino per rallentare la rimonta di McLaren nel campionato piloti, dal momento che quello costruttori è ormai compromesso. Sanno bene che Lando difficilmente le vincerà tutte, così come sono consapevoli che Max non potrà fare sempre i salti mortali arrivando secondo per come sono le cose a oggi. Il Mondiale passa dagli aggiornamenti di Austin, e dalla RedBull stessa, se sarà o meno in grado di recuperare almeno una parte di quella competitività che ha perso da Miami in poi. Horner e i suoi conoscono la sensazione della lotta, l’hanno vissuta sulla propria pelle nel 2021, e sanno che ogni punto lasciato è un punto perso, e che ogni dettaglio può fare la differenza in questo campionato. Chiudiamo con Ferrari. In quello che avrebbe dovuto essere il momento più favorevole della stagione – Monza, Baku e Singapore – non sono arrivati i risultati sperati. La Rossa ci tiene a finire bene il campionato, punteranno a vincere ancora qualche tappa, e in questo senso gli aggiornamenti di Austin avranno un grosso impatto, per quanto i lavori sul 2025 siano già ampiamente avviati. Il campionato costruttori non è mai stato un vero e proprio traguardo, troppo grande la differenza con McLaren negli ultimi mesi, però c’è ancora un secondo posto alla portata, soprattutto davanti a RedBull, che negli ultimi tre anni è stata lo spauracchio di Ferrari. Avrebbe un valore importante, non solo dal punto di vista economico ma anche per il morale, perché fare meglio di chi ha dominato nelle ultime 4 stagioni sarebbe un bel segnale in vista del futuro.