Lettera aperta a Charles Leclerc per i suoi... 28 anni

Caro Charles, buon compleanno. Intanto voglio darti una notizia. È possibile che quest’anno, non per il tuo compleanno, non riceverai l’annuale premio 'Rododendro' che noi di Race Anatomy ti diamo ormai con una certa serialità. So che anni fa ti eri chiesto cosa significasse questa classifica nella quale tu dominavi incontrastato e lì hai capito che di quel riconoscimento potevi anche fare a meno. Ecco, anche quest’anno sei in testa. E la cosa non stupisce visto che non sono mancati week end di gara dove ti si leggeva in volto quel che le tue parole non potevano esprimere. Hai, caro Charles, una non comune capacità di comunicare non verbalmente. Non sempre è un vantaggio, intendiamoci. Ma a parer mio la vera diversità con i tuoi colleghi è nella possibilità di leggere nei tuoi occhi concetti totalmente disallineati con quel che ti tocca dire per realismo e carità di patria. Credo che a fine stagione Lando Norris, suo malgrado, il Rododendro te lo porterà via e tu di questo ci ringrazierai. E allora buon… 28esimo compleanno, Charles. I 27 che compi oggi mi ricordano che nemmeno questa volta a dicembre vincerai il campionato del mondo piloti ed allora tanto vale andare avanti di uno. Ovvero quando sarà il 16 ottobre del 2025 e tu starai lottando per il titolo con Lando, Max, magari anche Oscar e con il tuo compagno di squadra, Hamilton. Lewis vinse il suo primo Mondiale a 23 anni ma il secondo arrivò a 27. Ma non conta, qui parliamo di primo, non di secondo titolo. E allora ti aiuteranno due paragoni immensi. Ayrton Senna vinse il primo dei suoi 3 titoli a Suzuza a 28 anni. Michael Jordan mise il primo anello NBA anche lui a 28 anni. Senna-Jordan mi sembra un buon auspicio. Lebron James, sempre per parlare di giganti in tutti i sensi, se lo prese a Miami a 27 anni. Ma dopo aver lasciato Cleveland. Tu non lascerai la Ferrari per vincere un titolo, hai deciso che sarà con la Rossa oppure non sarà mai. Vladimir ed Estragone discussero di molte cose mentre aspettavano Godot. Che però mai arrivò. Godot, ma ci vorrebbe la penna di Samuel Beckett invece della mia tastiera, è il tuo titolo Mondiale. Ne stiamo parlando tutti noi, ci diciamo che ne sei 'predestinato' e che presto o tardi tutto questo sarà tuo. La differenza rispetto ai due barboni descritti da Beckett è che tu al contrario loro ti dai un sacco da fare affinché l’attesa di Godot abbia un lieto fine. Ma questo potrà accadere quando di anni ne avrai 27, o 28. O magari dovremo aspettare il trentello. Nico Rosberg fece qualcosa di estremamente smargiasso vincendo il suo Mondiale in faccia a Lewis. Soprattutto perché il lunedì mattina dopo aver fatto colazione salutò tutta la compagnia dicendo che andassero avanti senza di lui. Nico aveva 31 anni. Questo significa, caro Charles, che i tempi sono maturi. Ma che potremmo anche aspettare ancora un po’, vedere qualche candelina in più sulla tua torta. A patto di non passare la vita, la tua, nell’alienazione della vana speranza. L’inutile attesa che diventa metafora della vita come nel “Deserto dei Tartari” di Dino Buzzati. Che è il libro che ti regalerei per il tuo compleanno. Pur senza volerti paragonare al sottotenente Giovanni Drogo. Esattamente come Maranello non è la Fortezza Bastiani.