Ferrari, da dove nasce il dominio di Austin. E quanti buoni segnali per il 2025

La Ferrari ha nettamente dominato il Gran Premio di Austin, e i favoriti della vigilia sono stati battuti facilmente da Leclerc. Il monegasco è stato mediamente 4 decimi più veloce di Max Verstappen. Dopo un contrattempo iniziale il team doveva solo assicurarsi di sfruttare la sosta al box anticipata per tagliare fuori Verstappen dalla strada di Sainz. Pirelli aveva pronosticato due soste, tuttavia non é il primo caso di una corsa eseguita con una sola fermata. Ciò detto, qualunque strategia non avrebbe messo in difficoltà il ritmo delle SF-24. Il campione del mondo ha spuntato un’altra gara potenzialmente costosa, bravo a mettere una pezza respingendo gli attacchi e portando alle lunghe la battaglia con Norris, poi penalizzato. L’altra McLaren di Oscar Piastri ha vissuto un weekend nell’anonimato, mentre Perez è stato battuto persino dalla Mercedes di Russell, che partiva dalla pit lane. Addirittura chi è partito dal fondo con la mescola Hard ha preso punti senza particolari aiuti dalla SC: Lawson e Colapinto hanno battuto in maniera netta Gasly, più in difficoltà nel ritmo gara. Non è stata solo una gara che ricorda i tempi d’oro ma anche un potente segnale per il 2025. Sono passati solo pochi mesi da quando il capo degli aerodinamici Diego Tondi camminava nervosamente tra il dipartimento e la galleria alla ricerca di combinazioni che potessero curare la SF-24. I nuovi pezzi montati a Barcellona avevano fallito riportando la Ferrari un passo indietro. Mentre Vasseur prendeva il ruolo di DT ad interim, il reparto aerodinamico procedeva nello sviluppo delle soluzioni al bouncing nocivo. Silverstone é stato il punto più basso e Austin il più alto, in mezzo molte gare di assestamento. Il nuovo pacchetto ottimizzato vale 3 decimi. “Abbiamo fatto un passo avanti dopo Monza, ma era più importante essere performanti su una pista convenzione come Austin”, ha commentato Vasseur ai giornalisti dopo la gara. Aggiungendo: “Ala flessibile? Non è un game changer”. Nelle gare successive all’introduzione, il nuovo fondo anticipato a Monza ha mostrato i primi segnali incoraggianti tuttavia serviva bilanciare la maggiore stabilità del posteriore con un nuovo anteriore più carico ma più efficiente ad altissima velocità. Questo non poteva essere visto a Singapore, dove la stessa ala era regolata per una minor flessione degli elementi. I tecnici non erano completamente soddisfatti dell’interazione tra le ali da altissimo carico, ciononostante era un rischio calcolato per iniziare un percorso più aggressivo e più in linea con gli avversari. Questo dovrebbe essere stato risolto in vista del weekend in Messico. I dati texani mostrano che la vettura ha fatto un passo da gigante, la superiorità nei soli curvoni americani è stata di circa 3 decimi sulla vecchia specifica, nel tratto lento il compromesso ottenuto ha mostrato un degrado minimo. In termini di efficienza in rettilineo, pur avendo più downforce della concorrenza diretta, la Rossa è stata del tutto simile a Red Bull e McLaren. Il race pace di Leclerc é stato migliore degli inseguitori di circa 1 decimo a settore. In poche parole l’auto era in un compromesso quasi ideale per eseguire una gara vincente, gli ingegneri non hanno praticamente toccato il bilancio dopo la sprint e non era un caso che i piloti avevano mostrato apertamente ottimismo pur partendo dalla seconda fila. Nonostante il grande focus sia sul progetto numero 677, da Maranello fanno sapere che lo sviluppo della SF-24 non è ancora del tutto cessato. Il neo DT Loic Serra ha trovato un ufficio tecnico più aggressivo. Red Bull non vince da 4 mesi, tecnicamente ha reagito e può bastare per il mondiale di Verstappen. Ma per le vittorie chissà. Il campione in carica ha corso una ottima sprint, ma con 100 kg di carburante è mancato bilanciamento aerodinamico, sottosterzo nel primo stint, poi più degrado da gestire al posteriore. Il titolo piloti non è sotto attacco, ma la Ferrari è ora alle porte del secondo posto costruttori, a soli 8 punti dalla Red Bull. Il sogno di riportare il titolo costruttori a Maranello dopo 16 anni pare una missione meno impossibile del previsto ma non è a portata di mano, a meno di errori davvero importanti di una McLaren che in America non ha potuto essere brillante.

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