I dolori del giovane Lando: gli aggiornamenti della RedBull scacciano il sogno mondiale?

A Austin il tema principale del weekend di Formula 1, dopo la straripante doppietta della Ferrari, è stato quello legato ai vari pacchetti di aggiornamenti portati dalle scuderie dopo più di tre settimane di pausa dalle gare. Premessa obbligatoria: bisogna sempre tenere di conto che quando un team porta delle componenti nuove, queste sono il frutto di un lavoro di almeno 3/4 mesi. Le modifiche fatte alla McLaren e soprattutto alla RedBull sono quindi dei progetti che sono stati portati avanti da giugno, come minimo, e che in questo periodo di sosta autunnale sono stati ultimati per l’ultimo spezzone di stagione. Detto questo, tra le due contendenti per il mondiale piloti, gli aggiornamenti più corposi sono quelli fatti da RedBull. Non tanto per quantità ma per numero di aree critiche che sono state toccate: hanno portato un nuovo fondo e modificato leggermente la parte posteriore per cambiare il modo in cui i flussi d’aria traversavano la macchina. Il tutto per trovare, anzi ritrovare, una stabilità aerodinamica che negli ultimi mesi si era un po’ persa. E tutto sommato hanno avuto dei buoni risultati. RedBull ha ritrovato vigore in pista dopo qualche gara di appannamento, soprattutto lasciano ben sperare per le prossime, considerando che avranno bisogno di ancora qualche aggiustamento per essere affinati e utilizzati al meglio. McLaren al contrario, a leggere il foglio degli aggiornamenti, ha portato tantissime modifiche, ma davvero poche nelle aree critiche della macchina. La più importante è stata una nuova ala anteriore, montata tra l’altro sulla vettura del solo Norris. Sono state anche aggiustate le sospensioni e le prese d’aria dei freni, ma soprattutto per adattarsi al circuito di Austin e a quello di Città del Messico che arriverà: modifiche quindi più per adattarsi alla pista più che per migliorare le prestazioni in assoluto. La McLaren vista fino a Singapore era stata molto meglio, in Texas più che dire che è stata in difficoltà si può dire che è stata meno dominante di quanto aveva mostrato negli ultimi mesi. Bisognerà capire adesso in Messico se è stato un caso isolato o se effettivamente la sosta autunnale ha ridotto il vantaggio tecnico che i Papaya avevano sugli inseguitori. Il tema della famosa ala mobile, o ‘mini-drs’, non esiste. La polemica è arrivata dopo Baku ma riguarda un tipo di componente efficace solo nei circuiti a bassissimo carico, come sono Spa e Monza. Se n’è parlato tanto ma non avremmo più rivisto l’ala incriminata fino a Las Vegas. La verità è molto più semplice, al di là delle polemiche: RedBull, con i suoi aggiornamenti, ha recuperato performance, ma aspettiamo a dare per spacciata la McLaren, vediamola in Messico e in Brasile. Norris aveva comunque fatto la pole position a Austin, e il passo non era così diverso da quello delle Ferrari. Forse leggermente meno veloce, ma comunque molto competitivo. Senza la partenza con handicap Norris avrebbe potuto prendere la testa della corsa e mantenerla fino in fondo. Un’altra gara è passata e il distacco di Lando da Max è rimasto praticamente invariato , ma non diamoli per morti a livello prestazionale: il mondiale piloti, già difficilissimo prima, forse è sfumato del tutto, ma sono ancora la macchina da battere per il mondiale costruttori. Parlando di mondiale costruttori non si può non chiudere sulla Ferrari. La doppietta Leclerc-Sainz è stata una grande prova di forza, figlia di una macchina super competitiva , di una strategia perfetta e di una partenza favorita dal ‘bisticcio’ tra Norris e Verstappen in curva 1. Gli aggiornamenti portati dalla Rossa tra Baku e Monza termineranno a Las Vegas, dove verrà portato l’ultimo pacchetto di modifiche della stagione. Anche tra Messico e Brasile la Ferrari sarà della partita, magari non dominante come in Texas, ma sarà comunque forte. Il distacco impone di provarci per il costruttori. Max corre da solo da mesi, è il secondo posto l’obiettivo più concreto. È vero anche che la coppia Norris-Piastri sembra meno dominante di prima, per quanto sia ancora leggermente più forte. Sarà difficile, ma basta una foratura o una circostanza fortunata per tornare in corsa e regalare un mondiale che manca addirittura dal 2008.