Ferrari, il difficile equilibrio tra sogni e concretezza

“Sento che lotterà per il mondiale 2025 ma non sarò con loro”. Lo sanno tutti, nonostante l’atteggiamento sempre formale Sainz pagherebbe per non dover lasciare la Ferrari, quel che è peggio è che più l’auto va bene più il disagio aumenta. Una vittoria autorevole che non nasconde una certa malinconia. La quarta in carriera e in Rosso, come Irvine, Regazzoni e Surtees. D’altronde la squadra sta supportando Carlos così come Charles al massimo delle forze perché nessun obiettivo debba essere rimpianto. Certamente Sainz sta facendo tutto quello che serve e il team non ha voluto escluderlo nemmeno dai test Pirelli 2025 che Lewis Hamilton ha visto col binocolo. Così la Ferrari è tornata al successo a Città del Messico dopo 34 anni. Carlos Sainz ha potuto dominare la scena dopo aver rapidamente ripassato Verstappen in curva 1. La SF-24 guidata dallo spagnolo aveva l’equilibrio migliore e aria pulita per tutta la gara. Poteva resistere al ritorno di Norris meglio di Leclerc, in quale non aveva quel passo per conservare la doppietta. Vasseur a fine gara era infastidito. “Lì ha perso 3 secondi, quando fai cinque curve col doppiato che è stato avvisato non è sfortuna…”. I doppiati hanno accelerato il rientro dell’inseguitore inglese sulla Ferrari, tuttavia Leclerc non poteva completare la doppietta, non era a suo agio con le temperature generali e non aveva risolto lo scivolamento accusato con le impostazioni scelte sabato in qualifica. Il monegasco era decimo e mezzo di passo inferiore a Sainz. Nella seconda parte di gara la temperatura di pista è scesa progressivamente di 9 gradi, il che ha sfavorito la Ferrari che è più gentile nella gestione lunga del degrado, limitando meno lo sforzo McLaren. “Non so a cosa sia dovuto il passo McLaren ma è vero che loro vanno molto forte nella seconda parte di gara”. Nelle ultime gare c’è stato un altro ribaltone ma nessun ingegnere si sente al sicuro con queste auto sensibili a tutto. “L’ultimo grosso pacchetto è stato Monza, non eravamo sicuri se fossero le caratteristiche delle piste o le migliorie a farci andare forte. Servono tre gare per ottimizzare i pezzi nuovi e Austin ci ha dato risposte” ha commentato il team principal dopo la gara. Austin e Messico sono molto differenti, non in termini di carico a bordo piuttosto di adattamento aero-meccanico. L’auto si comporta molto meglio nello stress laterale con tutte le altezze perché è più stabile, questo dovrebbe essere un fattore a Interlagos, dove peraltro ci sarà una sola prova libera. Tutti i top team, esclusa Mercedes, hanno usato un livello di downforce inferiore alle attese. Normalmente, anche in Brasile possiamo aspettarci una configurazione medio-alta se non alta ma non è del tutto escluso che i valori di grip possano condizionare la scelta dei tecnici. In ogni caso è chiaro che la SF-24 ha ritrovato quei 15 punti di carico andati a vuoto a giugno. Tre decimi per adattare il bilanciamento nei curvoni senza compromettere la vettura nel lento. I piloti possono ottimizzare con maggiore aggressività, come dimostrato sui cordoli messicani. La differenza di stile aiuterà a stabilire la supremazia di volta in volta. Ferrari ha guadagnato una montagna di punti in America, ora è a 29 lunghezze dal team di Woking, Maranello può sognare purché resti sveglia. Il team di Zak Brown può ancora permettersi di perdere fino a 7 punti a evento, in caso di parità dipenderà dalle vittorie. Nelle Americhe McLaren e Red Bull hanno aggiornato le rispettive monoposto ma sono state messe sotto attacco dalla Ferrari, il team di Christian Horner è stato già sorpassato. Verstappen può guidare meglio rispetto al settembre da incubo, ma ha pagato 5/6 decimi al giro da Sainz. A differenza della concorrenza diretta il team di Maranello ha i piloti più vicini in termini di prestazione. Stupisce ma non troppo, nonostante una brutta estate, che sia potuta tornare in lotta. Tuttavia, l’obiettivo si pensa ma non si dice. Ed è grosso. Conoscendo come vanno le cose a Maranello, forse il merito più grande di Vasseur è stato nell’aver messo a posto certe caselle, senza traumi, rinfrescando lo spirito di gruppo. Nessun team è stato esente da errori strategici in fatto di esecuzione e sviluppi, questo aspetto non ha tagliato fuori la Ferrari. La RB20 di Verstappen per ora non ha reagito abbastanza forte da poter vincere altre gare. L’olandese in Messico ha proseguito la marcatura a uomo scegliendo di contenere Norris in maniera goffa, sprecando 4 punti certi per l’incerto. I commissari lo hanno punito severamente per intenzionalità di ‘forzare l’avversario fuori pista’. Nel dopo gara Helmut Marko ha lasciato intendere nel paddock che Max affronterà una penalità di 5 posizioni molto presto per la sostituzione dell’ICE. Nel box accanto è andata molto peggio per il padrone di casa Checo Perez, anche il morale degli uomini ne sta risentendo. Il messicano era entrato in un labirinto col brutto errore al via, la gara sembrava dargli importanti possibilità di battere Piastri ma è finita male. Il danno al bordo del fondo procurato da Lawson gli è costato 1.2” al giro in termini di perdita di prestazione e conseguente degrado massivo. E’ chiaro che le prestazioni di base sono ormai drammatiche. Perez è ottavo in classifica mondiale, le prestazioni attuali non stanno più rientrando tra le prime dieci auto, anche la Haas ora è diventata più consistente della seconda Red Bull. Horner deve ammettere che “ci sono momenti in cui bisogna prendere decisioni difficili”. Rebus Mercedes, la lotta per il campionato è finita dopo il ridimensionamento della performance. Hamilton e Russell hanno finito la gara a 40 secondi da Sainz e sarà 4ª forza nel costruttori. L’auto numero 63 aveva un danno significativo all’ala anteriore, pertanto non è chiaro quanto il pacchetto nuovo usato da Lewis sia stato davvero migliore. In Brasile lo avranno a disposizione entrambi. Come ha ammesso il capo dell’ingegneria Andrew Shovlin, non resta che usare le ultime gare come test utili a capire cosa sta succedendo allo sviluppo.

Cosa vedere:

Come vederlo:

Online con Sky:

Ferrari, il difficile equilibrio tra sogni e concretezza