Fenomenologia di Franco Colapinto, il talento più sfacciato del Sudamerica

Occhi furbi e atteggiamento sfrontato, di chi non ha paura di esser stato lanciato praticamente senza rete nella fossa dei leoni. Anzi, di colui che sa che la sua occasione è qui e ora. Franco Colapinto si è presentato così nel paddock di Monza a fine agosto, chiamato a fare la sua parte da James Vowles e dalla Williams, che nel suo ragazzo argentino aveva visto qualcosa di speciale prima di tanti altri. In poco più di due mesi, appena sei gare, ha fatto innamorare praticamente tutti, non solo il suo Sud America. Tranquillo Franco, non abbiamo storto il naso quando hai voluto sottolineare che non sei italo-argentino, ma solo argentino. Un po’ di italiano in fondo nel sangue ce l’hai , oltre a un passaporto ufficiale. Nato del 2003 a Pilar , Franco Alejandro Colapinto ha cominciato come tutti da giovanissimo. Da quando ha preso il posto di Logan Sargeant a casa nostra, anche la stampa argentina ha incominciato a interessarsi a lui, scoprendo che la passione per i motori l’ha ereditata da papà Anibal, che ha gareggiato in Speedway, Enduro e su pista con una Fiat 128. Poi, trasmessa la passione anche al figlio, si è dedicato alla sua carriera anche perché il giovane Franco cominciava a varcare i confini del Paese minorenne. Nel 2016 Colapinto si è aggiudicato il campionato nazionale di karting in Argentina. Poi, nel 2019, il punto di svolta grazie al sostegno di Fernando Alonso, che gli ha permesso di partecipare e dominare il campionato spagnolo di Formula 4. Da lì il naturale passaggio in Formula 3 e poi in Formula 2. Lo scorso anno Franco ha poi fatto il suo ingresso ufficiale nell’Academy Williams e da lì la storia è recente. Al di là dei risultati conquistati in pista, che ovviamente contano eccome, quello che salta agli occhi di Franco è un mix di sfrontatezza e carisma che sta pian piano conquistando molti. Un posto assicurato per il 2025 ancora non ce l’ha, anzi sulla carta non dovrebbe averlo, ma su di lui gli occhi addosso li hanno messi sia la Red Bull che l’Alpine. Anche se l’incastro appare complicato, manovre, telefonate e chiacchiere per provare a trovargli un sedile da titolare son già partite. Tanto che, dopo il faccia a faccia tra Horner e Volwes in Brasile, è spuntata anche l’attenzione di Briatore, che sembrerebbe aver concesso a Jack Doohan solo cinque gare nella prossima stagione per dimostrare il suo effettivo valore tra i grandi. Tornando all’interesse della famiglia Red Bull, i motivi sembrano essere sia tecnici sia finanziari. Essendo Perez una star assoluta in Messico, la gestione della separazione andrà oltre a un semplice cambio di pilota, al di là del fatto che il messicano ha un contratto già sottoscritto anche per la prossima stagione. Dal centro sud-America provengono diversi supporti della Red Bull, e l’ingresso dell’argentino nel team austriaco potrebbe attenuare il disappunto di Messico e Sudamerica per la partenza di Perez. Franco piace davvero a tutti e soprattutto agli sponsor. Dopo il suo arrivo, la Williams in poche settimane ha chiuso due importanti sponsorizzazioni in Argentina che hanno finanziato il sedile del connazionale. La prima è quella con Globant AI Powerhouse, gruppo argentino che opera nello sviluppo tecnologico e dei software e che collabora con giganti del settore come Disney, Electronic Arts, Google, FIFA e Santander. Il secondo sponsor è Mercado Libre, società argentina con sede a Montevideo e incorporata negli Stati Uniti, specializzata nel mercato delle aste online, che ha riportato pennellate di giallo per qualche gara sulla livrea delle due FW46. Al di là dei freddi soldi, quella che di certo non è passata inosservata è stata la folta e rumorosa presenza dei tifosi argentini sulle tribune di Austin, Città del Messico e San Paolo. Diventato fin da subito un idolo nel suo Paese, Franco ha già oggi un seguito di sostenitori dal carattere nazionale con un potenziale enorme, se pensiamo ai quasi 50 milioni di abitanti dell’Argentina. Un interesse e una febbre scoppiati all’improvviso che potrebbero riportare persino il Paese sudamericano nel già fitto calendario della Formula Uno in un futuro non lontanissimo. A Interlagos, Stefano Domenicali si è incontrato con Daniel Scioli e Cesar Carman, rispettivamente Ministro dello Sport e Presidente dell’Automovil Club Argentino, per capire quelle che possono essere le prospettive e gli investimenti necessari per rivedere delle monoposto tornare a sfrecciare all’interno dell’Autodromo di Buenos Aires, utilizzato l’ultima volta per la F1 nel 1998. Sogni a parte, a Franco ora servono anche dei passi concreti. Come degli altri risultati in pista, che contribuiscano a consolidare un percorso che dopo l’entusiasmo iniziale non si infranga come un’onda, ma trovi opportunità e continuità.