Formula 1, Turrini: "Ho un rimorso: non aver parlato per l'ultima volta con Ayrton Senna"

Formula 1

Leo Turrini

Il rimpianto di non aver scambiato due parole con Ayrton Senna 24 ore prima della tragedia che lo portò via per sempre: il ricordo di Leo Turrini ci porta indietro a quel drammatico weekend di 25 anni nel quale persero la vita il brasiliano e l'austriaco Ratzenberger.  GP in diretta esclusiva su Sky Sport F1 (canale 207) alle 14.10

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Ho un rimorso. Noi dell'ambiente eravamo pervenuti alla conclusione, clamorosamente fallace, che ormai non ci fosse più il rischio estremo nei Gran Premi. Il sabato perse la vita questo ragazzo semi sconosciuto Roland Ratzenberger. Quando morì pensammo che in fondo se l'era cercata, perché era un principiante, era arrivato tardi anagraficamente alla Formula 1. Non riuscimmo a sospettare che quelle macchine erano davvero pericolose. Mi ricordo che l'unico tra tutti i suoi colleghi che si precipitò sul luogo dell'incidente fu Ayrton Senna, contravvenendo alle regole. Tant'è vero che i commissari di gara avrebbero voluto multarlo, perché non aveva ottemperato a quelle che sono le procedure in caso di incidente. Lui aveva proprio voluto rendersi conto di persona di quello che era capitato. Il mio rimorso è che quando incrociai Ayrton nel paddock, quando ormai si era diffusa la notizia che per Ratzenberger non c'era nulla da fare, avrei voluto parlargli ma lui mi fece capire con lo sguardo che non se la sentiva. Io rispettai questa sua decisione. Naturalmente non sarebbe cambiato nulla, ma rimane il rammarico di non aver, per l'ultima volta, scambiato quattro chiacchiere con lui in un momento così drammatico. Me lo sono sempre portato dentro. È anche una lezione per ognuno di noi. Quando vogliamo bene a qualcuno nelle nostre vite non teniamoci mai dentro qualcosa che avremmo voglia di esternare all'altro essere umano. Perché poi può capitare che non hai più l'opportunità di farlo e rimani prigioniero di questo rimpianto.