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MotoGP, GP Gran Bretagna (Silverstone): la regola del 3 all'italiana. Le pagelle

Le pagelle

Paolo Beltramo

Doppia zampata di italianità a SIlverstone, uno dei santuari mondiali dei motori: in Moto3 podio tricolore con Fenati, Antonelli e Foggia, in MotoGP l'Aprilia festeggia uno storico podio con il terzo posto di Aleix Espargaró

CLASSIFICA MOTOGP - ESPARGARO, DISCORSO DA BRIVIDI

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Silverstone è uno dei santuari mondiali dei motori. Nato come aeroporto nella seconda guerra mondiale per contribuire a vincere la "Battaglia d’Inghilterra" contro i nazisti che volevano invadere l’isola britannica, si è poi trasformato in circuito. Dapprima usando i rettilinei e gli svincoli delle piste per gli aerei, poi diventando un vero tracciato utilizzato da piccoli aerei, kart, auto, camion e moto: come dire tutto il possibile del mondo dei motori escluse le barche. Modificato anni fa è comunque rimasto quella vasta struttura che vediamo oggi con due strutture diverse per la Formula1 (che qui nel 1950 disputò la sua prima gara mondiale) e la MotoGP: due rettilinei di partenza, due strutture box, sala stampa, servizi, uffici e salotti. Insomma il circuito della pietra d’argento è uno di quei posti unici e paragonabili con altri soltanto per quelle sensazioni belle che senti quando sei lì. Insomma lì dentro senti di più la velocità, la competizione, la storia, c’è un sottofondo di rombi diversi, di eroi unici, di emozioni, drammi, gioie e dolori. Di passione, olii, benzine, gomme, sudore. Così forte, come -secondo me - soltanto a Monza, Indianapolis, Spa, Phillip Island, Laguna Seca, Suzuka, Assen giusto per citare quelli ancora più o meno in uso e simili a sé stessi da giovani.

Insomma vincere a Silverstone dà più soddisfazione, anche perché l’Inghilterra resta comunque insieme a Italia, Giappone, Stati Uniti, Germania e ultimamente Austria, il centro della tradizione motoristica mondiale anche se nelle moto dopo un passato glorioso (basti pensare a Hailwood, Read e Sheene) c’è crisi di marchi (tranne Triumph) e piloti.

Tris d’assi

Stavolta cominciamo da loro, dai 3 della dalla Moto3, cioè da Fenati, Antonelli e Foggia, primo, secondo e terzo sul podio di Silverstone tutto tricolore, 10, 10, 10. Bravissimi, ma soprattutto super Fenati, che ha fatto anche la pole e il giro più veloce che un essere umano abbia mai compiuto su quelle moto lì a Silverstone. Per Romano che ha superato un periodo difficile e che lavora girando sempre da solo un supersuccesso meritatissimo. Antonelli non sapeva neppure se poteva correre dopo la frattura alla mano destra e invece ha sofferto, resistito e chiuso secondo: bravo e pure lui non viene da un periodo facile. Foggia conquista il secondo podio consecutivo e sembra aver trovato la pace e l’efficacia col papà presente, ma non nelle strutture della squadra e nel box. Bè, che dire, quando c’è di mezzo l’Inghilterra questa estate qualcosa di buonissimo la tiriamo sempre fuori. Nel Mondiale una gara mediocre sia per Acosta, sia per Garcia. Così Fenati sale a meno 69 in terza posizione, mentre 46 punti dividono Pedro da Sergio. Dopo quell’inizio inatteso e stupefacente ora Pedrito alterna grandi cose a momenti difficili. Buona notizia: è umano anche lui.

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Moto3

Fenati come a Wembley: "It's coming Rom...ano"

Meglio di Napoleone

Fabio Quartararo oramai ha già messo in saccoccia ben 5 vittorie campali, indiscutibili. È sempre più sicuro, tranquillo, veloce, non sbaglia una mossa e quando gli altri con la morbida davanti vanno in crisi lui guida senza l’ombra di un problema in fuga solitaria, roba che sembrava Lorenzo, o Biaggi. Dallo scorso anno la maturazione è stata abbagliante e ora è l’unico pilota della MotoGP ad aver preso punti in tutti i 12 GP fin qui disputati vincendone 5 e facendo anche 3 terzi, per un totale di 8 podi. Pian piano con la sua velocità e la sua costanza sta stracciando tutta la concorrenza: quella interna non l’ha più dopo l’addio di Vinales (che correrà con Aprilia già quest’anno), quella degli altri è troppo incostante per creargli davvero dei problemi. 10

Yamaha

È il secondo caso nella storia in cui il pilota di una marca vince e le altre moto "sorelle"terminano nelle ultime 3 posizioni (e nessuna nelle posizioni intermedie).

Era successo solo in Giappone nel 2010 alla Ducati: Stoner vincitore, Nicky Hayden, Hector Barbera, Aleix Espargaro e Mika Kallio agli ultimi 4 posti.

Michelin

Rotonde e nere, ma non identiche. A Silverstone hanno costretto Bagnaia, Mir e Rossi a gare molto inferiori alle loro possibilità. Ora aspettiamo le analisi della casa francese che comunque le gomme le ha sempre sapute fare e bene, in questi anni di monofornitura alla MotoGP dopo Bridgestone, ha però spesso avuto qualche problema obbligando i piloti ad una gestione attentissima e contronatura e ogni tanto fornendo pneumatici non identici. Stiamo parlando di un periodo dove un decimo o due al giro ti fanno perdere file in qualifica e molte posizioni in gara. Il problema quindi è anche che le moto sono troppo potenti e molto simili: a Silverstone ai primi 6 posti si sono classificate 6 moto diverse, cioè tutti i marchi che partecipano il che dimostra quanto l’equilibrio sia assoluto. Forse l’idea migliore sarebbe avere moto con meno cavalli visto che oramai siamo a 300 (più o meno) e fornire gomme magari meno performanti, ma più sicure nella loro costanza di rendimento.

Aprilia di nuovo lassù

Un’altra bellissima zampata di italianità vedere finalmente l’Apriliona MotoGP sul podio grazie ad una gara bellissima di Aleix Espargarò e al lavoro sempre più efficace della struttura Aprilia Corse sia a Noale, sia alle gare. Sembra che il destino che ha fatto firmare Vinales proprio in questi giorni abbia voluto fugare tutti gli eventuali dubbi con questa prestazione fantastica di moto e pilota. Aleix ha detto di considerarsi uno dei migliori 3 piloti della MotoGP: bene, ora sembra avere le possibilità di confermare una dichiarazione così impegnativa e importante. Bene, vedremo, intanto 10 a lui e 10 a loro. Complimenti vivissimi da uno che ha visto la prima vittoria in assoluto dell’Aprilia nel 1987 a Misano con Loris Reggiani e una 250 artigianale costruita insieme al suo amico fiorentino Michele Verrini. Da lì partì tutto, e questo podio in MotoGP è il primo nella categoria, ma ce n’è stato un altro nel 2000 in 500 con la bicilindrica guidata da Jeremy Mc Williams. 21 anni di distacco, ma sempre Inghilterra era.

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Test Misano

Vinales è pronto, domani la prima con l'Aprilia

Ducati

Non bene in generale, quarto Miller, il migliore, 11° Zarco, 14° Bagnaia, caduto Martin. Pecco ha dovuto cedere ad una gomma posteriore inefficace, Zarco ultimamente non è proprio uno sul quale puntare per vincere e Miller è lì, ma non basta se vuoi vincere 5. Martin invece avrebbe potuto fare una bella gara, ma è stato steso da Marquez all’inizio. Sarebbe ora che Marc, 4 cadute nel weekend 4, si dia una calmata con le sportellate al primo giro. Ha chiesto scusa, ma a Martin la gara chi gliela rende?

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Ducati

Bagnaia 14°: "Demoralizzato, è dura da accettare"

Suzuki

Stavolta tutto al contrario bene Rins secondo 9, male Mir nono con un’anteriore che lo ha rallentato. Ora il Mondiale per lui è sempre più una chimera visto che resta secondo ma a 65 punti di distacco.

Illusione che fa male

Già, perché le buone prove e sensazioni di Rossi si sono trasformate in delusione con un penultimo posto immeritato e dovuto al posteriore che non ha funzionato oltre i primissimi giri. Che fare? Niente, continuare cercando di qui alla fine almeno un paio di risultati da ricordare in questa ultima stagione da incubo. Bello, come sempre, che comunque ci metta la faccia. E bello che il suo prossimo compagno non sia più Dixon, ma Dovizioso, e che al posto di Crutchlow entri nel team ufficiale Il Morbido appena sarà guarito dall’operazione al ginocchio.

Figli d'arte australiani

Il figlio di Mick Doohan, Jack, ha vinto due volte nel diluvio di Spa in Formula 3 mentre quello di Wayne Gardner ha dominato piegando un fortissimo Bezzecchi la gara di Moto2 a Silverstone. Figli da corsa di due campioni del mondo australiani della 500: da padri così cos’altro sennò?

 

Bene, ci rivediamo ad Aragon, un circuito bello e affascinante, spettacolare, antiorario ma giovane e moderno. Vedremo se Marquez sfrutterà l’opportunità “counter clockwise” anche qui. Buon fine estate a tutti.