Bagnaia e la partenza capolavoro al Mugello: il Pecco 3.0 sa anche sorprendere
MotoGp ©Motorsport.comÈ nella partenza a fionda, studiata e voluta, che c'è tutta la favolosa vittoria di Pecco al Mugello. Ma non solo. Il campione del mondo sa controllare, gestire, ma anche sorprendere quando vuole e quando serve. Chiamatelo pure "Bagnaia 3.0" il ragazzo che continua a meravigliarci e può sconfiggere qualunque avversario. Anche quando deve rimontare
Così come in Qatar, un’altra perla di Pecco Bagnaia al via della gara di casa. Scattare dalla seconda fila non è un problema per il campione del mondo, nemmeno quando davanti a lui partono Martin e Marquez. L’ha ribadito ieri, con una partenza capolavoro. Studiata a tavolino: metterla in pratica è tutt’altra cosa, ma lui ci riesce. Questo è Bagnaia 3.0, il campione del mondo che sa controllare, gestire, ma anche sorprendere quando vuole. E quando serve. Pecco, non è uno che si butta avanti a occhi chiusi. Non è uno a cui si chiude la vena, come dicono i piloti più impetuosi. "La vena chiusa non paga, serve fare la cosa giusta al momento giusto", ha spiegato. Aggiungendo che "le strategie non sempre riescono". Domenica al Mugello gli è invece riuscita alla perfezione.
Quando Bagnaia ha il pieno controllo della moto, può fare ciò che vuola
Si è portato all’esterno, ha frenato profondo, ha incrociato prima Vinales e poi Martin alla seconda curva. Un colpo da maestro. E poi via, fino al traguardo. Questa è la grandezza del numero uno della Ducati. Quando ha il pieno controllo della sua moto, confidenza che migliora di gara in gara, lui può fare ciò che vuole. Persino contro avversari ostici come i due spagnoli, due fuoriclasse che non gliela rendono semplice, accrescendo così il valore delle sue imprese. Poi col suo sorriso da bravo ragazzo, quasi s’intimidisce non appena gliele fanno notare. Intelligenza, tattica, polso fermo e coraggio, sono le doti di chi continua a stupire.
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Una Ducati che nelle mani di Pecco è un'arma infallibile
E che continua a meravigliarci, cancellando anche il ricordo degli errori banali (come la gara sprint di Barcellona, buttata via per una scivolata a poche curve dal traguardo, e come le tante cadute che l’hanno costretto ad altrettante rimonte in classifica). Pecco è tutto questo. Servono cuore e una buona dose d’umiltà (“le cadute fanno crescere” ha detto dopo il trionfo nel Gran premio d’Italia). Serve anche la consapevolezza dei propri mezzi, di una moto che nelle sue mani è un’arma infallibile. E la certezza di poter sconfiggere qualunque avversario. Anche quando deve rimontare.