Dall’Igna: "Bagnaia-Marquez miglior team Ducati di sempre. Martin avversario pericoloso"
a sky sportDalla coppia Marquez-Bagnaia all’addio a Martin e Pramac, tutta la verità di Gigi Dall’Igna nell’intervista a Sky Sport: "Ci saranno evidentemente dei momenti in cui sarà importante aiutare complessivamente tutta la struttura, e altri dove giocheranno da soli per portare a casa il proprio obiettivo. Muro? Il muro non ci sarà mai, almeno fino a che ci sarò io in Ducati"
Quando a Schio, in una serata tranquilla con un buon bicchiere di vino con i tuoi amici, ripensi alla stagione del 2024, che cosa ti viene in mente?
"È stata una stagione fantastica. Se pensi che in Thailandia, durante la Sprint Race, le prime otto moto all’arrivo erano tutte Ducati, capisci che è un sogno che si realizza. È un qualcosa per cui vale veramente la pena ringraziare tutte le persone che collaborano a questo progetto".
Il contributo creativo e progettuale, la visione del Direttore Generale della Ducati, quanto ha pesato secondo te?
"Come dico sempre, non è importante che il gruppo segua le mie idee, l’importante è che il gruppo segua le idee giuste. Quindi bisogna saper fare un passo indietro qualche volta e far fare un passo avanti anche agli altri: quello che conta è la squadra, il gruppo".
Se Dall’Igna non avesse fatto il super ingegnere, cosa avrebbe fatto?
"Sono sempre stato molto affascinato dalla tecnologia, dalla tecnica e dalla scienza in generale. Mi sarebbe piaciuto fare fisica; ma per fare fisica ad alto livello non ho quelle qualità, quindi mi sono accontentato di fare l’ingegnere".
Un pilota per conquistarti deve avere cosa?
"Una delle cose che guardo è cosa fa e come riesce ad affrontare i problemi che si trova a dover gestire. Bagnaia nella sua carriera, soprattutto in Moto 3, non ha sicuramente avuto sempre la moto migliore, però è sempre stato quello che indipendentemente dalla moto ha sempre cercato di rendere al massimo, di portare a casa il risultato. E questa è una condizione essenziale per poi vincere un campionato del mondo".
Tu che cosa fai per far rendere Bagnaia al 100%? E lui come ricambia, quale è la sua qualità più importante?
"Cerco, prima di tutto, di creargli attorno un clima, un sistema, che possa andar bene per il carattere che ha. Ogni pilota è una persona, ogni persona ha delle esigenze diverse e quindi bisogna cercare di gestire diversamente i diversi piloti. Lui ricambia vincendo il Campionato del Mondo, che è l’obiettivo che abbiamo noi e che ha anche lui. Ne ha vinti due: è di sicuro il pilota più importante nella storia Ducati".
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E Martin invece? Cosa ti piace e cosa hai trovato in lui?
"Martin è molto diverso da Pecco. È uno che ha nell’istinto il suo punto più importante. Infatti è un pilota che ci mette veramente poco ad apprendere e imparare, è stato competitivo dalla prima gara in MotoGp. E' sicuramente un grande talento, un grande campione e sicuramente farà parlare di sé indipendentemente dal team o dalla moto che avrà a disposizione".
Come sarà la moto del 2025, sarà tanto diversa da quella del 2024?
"In questo momento abbiamo tante idee, che dobbiamo sperimentare e provare. Non tutte, tante di queste idee, passeranno il filtro di Michele (Pirro, ndr) per poi cominciare ad affrontare il filtro vero e proprio, quello dei piloti che la guideranno nel Mondiale del prossimo anno. Questo momento è un insieme di idee. Diciamo che l'anno scorso dovevamo fare uno step in più, proprio perchè gli altri avevano a disposizione le concessioni, quindi abbiamo rischiato in maniera più importante; quest'anno, onestamente, mi sembra il caso di mettere sulla moto nuova le cose che riteniamo sicure, quindi non credo che faremo un passo avanti così importante".
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Tu stesso hai detto che la concorrenza sarebbe arrivata, ma chi guarda i dati può pensare che per altri due anni sarà difficile che la concorrenza arrivi…
"Se uno vuole continuare a essere davanti deve pensare di essere l'ultimo; ed è questa la mentalità che serve per cercare di continuare ad essere sempre un po' più avanti. Se uno si mette in testa che gli altri non lo raggiungeranno mai, alla prima gara del prossimo anno saremo ultimi".
Chi arriva prima: gli europei con Aprilia e KTM o i giapponesi?
"Sulla carta sicuramente partono avvantaggiati gli europei, per cui KTM e Aprilia partiranno da un punto migliore rispetto ai giapponesi. Ma i giapponesi hanno, dal lato loro, le concessioni che è un vantaggio enorme, se uno lo sfrutta bene: in poco tempo io credo si possa ridurre in maniera importante il gap che c'è tra noi e loro".
Secondo te lo stanno sfruttando bene? Come li vedi, sono lì dove immaginavi?
"Onestamente mi aspettavo degli step più importanti".
Consegnare Martin e Bezzecchi alla concorrenza, così come Bastianini, davvero rappresenta un piccolo vantaggio per gli avversari?
"Sicuramente, sia Enea (Bastianini, ndr) che anche Martin, sono due campioni veri, che hanno la grinta, la determinazione e sanno come si fa a vincere le gare. Saranno sicuramente degli avversari più pericolosi il prossimo anno rispetto a quest'anno".
Dal punto di vista dei tecnici che passano da un team all'altro?
"Diciamo che questo è un segnale che tutti vogliono provare a fare meglio, quindi tutti vogliono provare a cercare delle soluzioni per migliorare il proprio pacchetto, sia dal punto di vista dei piloti ma anche dal punto di vista tecnico".
Dal pacchetto piloti satellite, team partner (Aldeguer, Alex Marquez, Morbidelli, Di Giannantonio), cosa ti aspetti?
"Diggia (Di Giannantonio, ndr) secondo me molti lo sottovalutano, ma io credo che sia un grande campione: l'anno scorso nell'ultima parte di stagione ha fatto delle gare veramente strepitose, mettendo in difficoltà sia Pecco che Martin. Lui ha le caratteristiche per fare molto bene, semplicemente deve prenderne coscienza e farlo".
Tu stai sempre a casa a Schio o vai anche al bar centrale?
"Mi piace la convivialità e stare con gli amici".
A proposito di convivialità, anche noi parliamo coi nostri abbonati, e ci sono alcune loro osservazioni. Una è questa: Dall'Igna ha fatto la squadra con Marquez ma perde altri piloti…
"Vorrei ritornarci su questo argomento, noi non abbiamo perso Pramac o Martin e Bastianini perché abbiamo scelto Marquez. Di Pramac è stata una decisione di tutto il sistema che voleva che noi perdessimo un team, punto. Non è una cosa da imputare né a Ducati né tantomeno a Marquez".
E tu come l'hai vissuta? A cavallo del Mugello non sono stati giorni facili…
"Ed è assolutamente così. Se mi chiedi se sono contento di come siano andate le cose ti dico no, avrei preferito fare cose diverse e gestire meglio i nostri team, che erano contenti di stare con noi".
Il popolo chiede come gestirai Marquez e Bagnaia?
"Allo stesso modo di come abbiamo gestito Martin e Bagnaia in questi anni. Sono due piloti che ragionevolmente lotteranno per vincere il Mondiale, poi lo vincerà uno solo. Sarà sicuramente una battaglia importante".
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Ma Martin non è uno strutturato come Marquez, non è la stessa cosa…
"Onestamente li vedo come due piloti che lavorano per lo stesso obiettivo. Ci saranno evidentemente dei momenti in cui sarà importante aiutare complessivamente tutta la struttura, e altri dove giocheranno da soli per portare a casa il proprio obiettivo".
Ti aspetti che collaborino? Niente muro?
"Sono intelligenti, quindi nelle cose che interessano a tutti sicuramente collaboreranno. Muro? Il muro non ci sarà mai, almeno fino a che ci sarò io in Ducati".
Sarai il papà di entrambi, dovrai stare attento nel tuo approccio?
"Io non faccio distinzioni per nessuno, il mio approccio nei confronti dei piloti è stato così per tutta la carriera e non vedo perché devo cambiarlo. Ascolteremo tutti e poi, alla fine, il gruppo tecnico deciderà quali soluzioni portare avanti. Se sceglieranno due telai diversi si possono tranquillamente portare avanti, portando a casa l'esperienza dalle due configurazioni per poi, magari e in futuro, capire come fare per riunificarle. È il miglior team nella storia di Ducati, quindi credo che sarà bello".