Proprio sicuri che sarà solo Bagnaia-Marquez nella MotoGP 2025?

Il paddock è diviso Mancano due mesi giusti all’inizio del mondiale MotoGP 2025 in Thailandia e il paddock è spaccato sulle previsioni, ma tutti sono d’accordo sul fatto che la questione per il titolo sarà a due: Marquez e Bagnaia. Del campione del mondo Martin, passato in Aprilia, non parla nessuno, come se il fatto di non avere più una Ducati tra le mani fosse una sentenza di esclusione da qualsiasi opportunità. Ma non è mica giusto , non ne saremmo del tutto sicuri, ne parleremo. Va bene, non ci vuole un genio assoluto per capire che la nuova coppia Ducati parta come la più strutturata per ogni pista e ogni genere di obiettivo. E se parliamo di spaccature c’è chi pensa che Marquez ammazzerà il mondiale senza lasciare scampo né a Bagnaia né a nessun altro e chi invece pensa che ci dobbiamo preparare alle battaglie più belle di sempre. Tra i due. Proprio loro. Bagnaia e Marquez Bagnaia e Marquez avranno la stessa moto. Stavolta sì. Se è vero che la versione 2023 usata da Marquez la scorsa stagione aveva qualche punto in meno in accelerazione e in inserimento curva, il tema ora non si porrà più. Le tre gare vinte da Marquez e i risultati che ha ottenuto con la moto del Team Gresini ne hanno fatto di gran lunga il miglior pilota tra tutti quelli che non guidavano la versione più recente. Del resto non serviva vederlo in sella a una Ducati per scoprire che sa e può fare cose incredibili e potrà continuare a farle, anche meglio, visto che otto mondiali non si vincono per sbaglio. A Marquez resta uno storico vantaggio naturale nelle curve a sinistra, mentre gli resta un vizio cronicizzato che lo rende meno efficace in quelle a destra dove il suo braccio malandato lo squilibra un po’. Bagnaia è il pilota che la Ducati la conosce meglio di tutti. E’ quello che con il team e con Gigi Dall’Igna si è intestato la responsabilità di tutte le scelte tecniche evolutive da quando ha cominciato a guidare per il team rosso. Ha portato a casa due mondiali di fila, ha giocato – perdendolo di pochissimo – per il terzo, rivelandosi completo e versatile in ogni genere di condizione, pioggia compresa . Si è lasciato impegnare dai suoi avversari in ogni genere di difficoltà, dal corpo a corpo, alle gare di istinto, a quelle di calcolo. Ed è caduto, molto; anzi, è caduto quel tanto che basta per fare sì che Jorge Martin gli strappasse il titolo di dosso vincendo meno, ma vincendo quando poteva, accontentandosi quando serviva. Mandare a memoria la lezione di Martin Il paradosso è proprio questo: Bagnaia dovrà mandare a memoria la lezione che gli ha dato Martin, che sembrava un caso irrecuperabile di pilota velocissimo, ma sciupone e inconcludente, fino a diventare nel 2024 un’implacabile macchina da punti. E’ la cosa più bella che Martin deve riconoscere a sé stesso e al proprio team, come ha detto lui stesso più volte, anche a noi: “Ho imparato a controllare la rabbia e l’allegria”. Si cade quando si è messi sotto pressione o ci si mette sotto pressione da soli. La MotoGP di adesso è talmente al limite che al talento, alla preparazione tecnica e atletica, è obbligatorio affiancare un controllo degli istinti che prima non era così necessario. Resta un margine per l’improvvisazione e per la fantasia , ma non può più essere la regola. Tecnicamente è anche grazie alle gomme sempre migliori in percorrenza curva, dove la velocità è aumentata pure per l’aerodinamica, che la MotoGP è cambiata: non digerisce più le curve in derapata e la guida acrobatica e smodata, che erano anche il punto forte di Marquez nell’era del suo dominio prima di farsi male. Ora servono pulizia, precisione e capacità di capire quando è ora di tirare indietro. Anche per Marquez, come per Martin, il 2024 è stato fondamentale per capirlo. Nel momento in cui ha intuito che il titolo era una faccenda che non lo avrebbe riguardato, ha studiato per ottimizzare e per non cadere vincendo solo dove era possibile farlo e metterndo da parte esperienza per il 2025. Bagnaia dovrà quindi evitare di farsi ingolosire, evitare di esagerare, evitare di rimanere prigioniero di una pericolosissima volontà di dimostrare a tutti i costi di essere migliore del compagno. Dovrà ragionare sul lungo temine invece che sul breve. Dovrà sacrificare qua e là per guadagnare qua e là quando sarà possibile. Perché sarà possibile. Questo, almeno secondo noi, è certo. Se Bagnaia saprà gestirsi, il confronto diretto li vedrà molto simili. Giudizi identici. Per ora Il rischio di vedere i due prendere strade tecnicamente diverse sembra scongiurato e non è poco. Alla fine dei test di Barcellona Marc e Pecco hanno dato alla Ducati feedback identici, fino a sembrare – per loro stessa definizione – lo stesso pilota. E’ un regalo enorme per la Ducati, che non dovrà impegnarsi su moto custom made per l’uno o per l’altro. Dall’Igna ha sempre detto che il Reparto Corse è strutturato anche per una eventualità del genere, ma poi si sa come vanno a finire queste cose: a parole è più semplice che nei fatti, specie se seguendo due strade rischi di perderne una e aiutandone uno finisci per rischiare di danneggiare l’altro. Il trattamento ultrarispettoso che la Ducati ha riservato al Team Pramac e a Martin, offrendo sempre i migliori uomini, la migliore assistenza e una moto identica a quella di Bagnaia fino all’ultima vite, dovrebbe essere la garanzia che anche tra Bagnaia e Marquez saranno capaci di non fare figli e figliastri. Perché mostrare a Bagnaia un innamoramento per Marquez, oltre a essere sbagliato, potrebbe davvero compromettere tutto, esacerbando una relazione che, fino a prova contraria, sembra nascere bene e su presupposti di rispetto reciproco. Cosa si siano detti Marc e Pecco dopo l’incidente del Portogallo 2024 in quei frammenti di tempo in cui le telecamere non li marcano non lo sappiamo e potrebbero pure non essere stati teneri per niente. Del resto è successo mille volte nelle migliori e nelle peggiori famiglie. Ma era un anno fa, inizio 2024, prima di sapere che nel 2025 sarebbero diventati compagni di squadra. Partire litigando teoricamente non conviene a nessuno. Teoricamente. Guai a escludere Martin con l’Aprilia Il gruppo delle sei Ducati in pista , offrirà certamente protagonisti nuovi tra Digiannantonio, Alex Marquez, Aldeguer e Morbidelli . Ma per noi è persino più probabile che dietro ai due favoriti il terzo sia di nuovo Jorge Martin con la Aprilia che condividerà con Bezzecchi nel box. C’è un’immagine di Martin che dice molto sul feeling sbocciato tra lui e la sua nuova moto. Barcellona, test, curva numero 5: Martin sta in piega con tutta la spalla stesa a strusciare sul cordolo, anche più inclinato dei suoi migliori passaggi con la Ducati. E poi ce n’è un’altra, che è quella di Martin che sorride quando è rientrato ai box dopo i primi giri di assaggio. Sono piccoli segni che parlano di una sensazione. Martin è più forte sia del suo amico Espargaro che di Vinales , l’Aprilia è passata dall’eccellente direzione tecnica di Romano Albesiano, passato in Honda HRC, a Fabiano Sterlacchini di provenienza Ducati. Non servirà trasfigurare la moto per renderla più competitiva e il lavoro sarà quello di renderla più agile senza perdere la stabilità di riferimento e meno faticosa. Il resto potranno mettercelo Martin e magari anche Bezzecchi, uscito da un 2024 con Ducati difficilissimo dopo un 2023 da urlo. La crisi KTM pesa su quattro gioielli Detto che sulle giapponesi Yamaha e Honda, troppo in difficoltà perché il giudizio non sia sospeso, non ci sbilanciamo finché non vedremo i risultati nei primi test e nelle prime gare, c’è la questione KTM che penzola sulla testa dei suoi quattro piloti una ghigliottina affilatissima. Acosta, Bastianini, Vinales e Binder sono i quattro gioielli che leggono e sentono parlare della drammatica crisi industriale del gruppo austriaco per cui corrono, che è indebitato da far spavento; sentono pure dire che tra le vie di risparmio richieste dai creditori c’è l’uscita dalle corse. Ecco, non un bel quadretto per partire sereni. KTM Racing rassicura i manager al grido di 'here to stay', in assenza totale di notizie su tempi e modi dell’eventuale uscita. Perché di notizie in effetti non se ne potranno avere se non il 24 febbraio, quando i team saranno già in Thailandia per i test e in un tribunale austriaco creditori e amministratori si ritroveranno per rendere operativo il piano di risanamento. O magari annunceranno un nuovo acquirente del gruppo che è ufficialmente in vendita. E allora la palla passerebbe a qualcun altro, corse comprese. La soluzione di un investitore che compri a poco, che chiuda divisioni e perfezioni il rientro già allo studio con i creditori non è così assurda, stando almeno ai segnali della borsa. Il titolo Pierer Mobility ha attenuato i rimbalzi speculativi in su e in giù dopo aver toccato il fondo e tende a rialzare con una certa costanza, come se le voci di un passaggio di mano fossero credibili. L’azienda è in autoamminstrazione, un istituto diverso dall’amministrazione controllata. La gestione resta cioè nelle mani del Consiglio, supervisionata da un incaricato nominato dal tribunale; non un curatore fallimentare plenipotenziario, ma un garante del fatto che il lavoro venga fatto bene. Fino a fine febbraio si andrà avanti così, elaborando azioni e soluzioni. A fonte di diverse centinaia di posti di lavoro a rischio e dell’ennesima delocalizzazione produttiva di un’altra azienda europea le corse sono poca cosa, ma fanno comunque parte del DNA. La Ktm MotoGP del 2025 non sarà molto diversa da quella del 2024, che onestamente non aveva bisogno di rivoluzioni epocali e i test di Pedrosa e Pol Espargaro per il momento procedono regolarmente. Liberty Media, traguardo spostato Resta ancora cristallizzato invece il passaggio definitivo della MotoGP alle mani di Liberty Media, che già possiede e gestisce la F1. L’affare da quattro miliardi è ancora al vaglio delle autorità dell’Antitrust. Il primo incontro di fine dicembre, come si immaginava, ha richiesto un supplemento di informazioni da parte del parlamento europeo. Comunque vada a finire è difficile pensare che la sfida tra Marquez e Bagnaia possa godere già dal 2025 di nuovi ingredienti spettacolari. Dovranno pensarci loro.

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