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NBA, Westbrook non finisce mai: tripla doppia a 57

NBA

Mai nella storia erano stati segnati tanti punti in una tripla doppia: la stella dei Thunder rimonta e vince al supplementare contro Orlando

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Orlando Magic-Oklahoma City Thunder 108-114 OT — In una stagione in cui Russell Westbrook ha reso ordinario ciò che è straordinario, la tripla doppia di stanotte mantiene comunque tutto il fascino di un risultato mai visto prima. Con 57 punti, 13 rimbalzi e 11 assist, il candidato MVP dei Thunder ha segnato il maggior numero di punti in una tripla doppia nella storia della NBA, superando il primato di James Harden nella notte di capodanno in cui ne segnò 54. È la seconda volta in questa stagione che Westbrook supera quota 50 con una tripla doppia, raggiungendo proprio Harden in una classifica in cui il loro nome compare quattro volte su sette (le altre tre appartengono a Wilt Chamberlain, che ci è riuscito due volte ma non nella stessa stagione, e Elgin Baylor). Ma al di là dei numeri “grezzi”, è anche il modo in cui Westbrook ha rimesso in piedi una partita in cui i Thunder erano andati sotto di 21 punti nel secondo tempo, segnando 19 degli ultimi 30 della squadra tra cui la tripla del pareggio da 8 metri con due giocatori addosso a 7 secondi dalla fine. Considerando i 26 punti prodotti dai suoi 11 assist, Westbrook ha segnato o fatto segnare l’86% dei punti della sua squadra nei 42 minuti passati in campo (tra cui tutti quelli del supplementare), per di più mantenendo un’ottima efficienza al tiro (21/40 dal campo, 6/15 da tre e 9/11 ai liberi) pur perdendo 7 palloni, ma tutti nei primi 8 minuti di gioco senza perderne più nessuno. È la prima volta nella storia dei Thunder in cui riescono a vincere due partite in fila pur avendo una doppia cifra di svantaggio all’inizio dell’ultimo quarto, perché i Magic erano riusciti a mandare sei giocatori sopra i 10 punti con 24 per Evan Fournier e 23 di Terrence Ross. Troppo poco per contenere la furia di Westbrook, arrivato a 38 triple doppie in stagione: il record di Oscar Robertson è ora solamente a -3 con 8 partite ancora da disputare, mentre quello della tripla doppia di media in stagione è giù virtualmente raggiunto, dato che secondo le proiezioni di ESPN ha il 99.9% di possibilità di riuscirci.

New York Knicks-Miami Heat 88-105 – Vittoria pesantissima (e pronosticabile) quella dei Miami Heat al Madison Square Garden, in controllo del match per tutto il secondo tempo, sempre oltre la doppia cifra di vantaggio nell’ultimo quarto. Venti punti, 9 rimbalzi e 7assist per Goran Dragic, 17 per Josh Richardson e poi il solito enorme contributo dalla panchina dei fratelli Johnson, che non sono parenti ma che con i loro 30 punti in combinata hanno dato il cambio di passo decisivo a una partita che in Knicks non hanno realmente mai giocato. “Saremmo potuti essere come minimo da quinto o sesto posto, ma le cose non sono andate per il verso giusto”, commenta un Kristaps Porzingis da 20 punti e 8 rimbalzi a fine gara. Neanche Miami sperava più nei playoff dopo il record di 11 vittorie e 30 sconfitte a metà stagione, ma le cose posso cambiare in meglio anche in corsa.

Boston Celtics-Milwaukee Bucks 100-103 — Neanche il tempo di godersi il primo posto nella Eastern Conference che i Celtics devono subito cedere il passo ai Cleveland Cavaliers. I “colpevoli” sono i Bucks, che rimangono in vantaggio quasi per tutta la partita e la chiudono nel finale grazie al rookie Malcolm Brogdon, protagonista con 6 punti e 2 assist negli ultimi tre minuti di gara (16 punti e 9 assist alla fine) tra cui quello del +3 con poco più di 4 secondi sul cronometro della partita. Si tratta della 13^ vittoria nelle ultime 16 per Milwaukee, tornata prepotentemente in corsa per il quinto posto a Est grazie alla ritrovata brillantezza di Giannis Antetokounmpo (22 punti e 9 rimbalzi per lui) e il solidissimo Khris Middleton (19 punti, 6 rimbalzi e 5 assist con 3/3 dall’arco), oltre all’eccellente Greg Monroe da 16 punti in uscita dalla panchina. A Boston non sono bastati i 32 punti di Isaiah Thomas e una rimonta da -14 culminata nel sottomano di Marcus Smart del 93 pari a 2:46 dalla fine per mantenere il primo posto a Est, anche perché la possibile tripla del pareggio di Smart non ha toccato nemmeno il tabellone.

Sacramento Kings-Utah Jazz 82-112 – Utah sembra aver già chiuso la pratica Kings nel primo quarto, chiuso sul +20 (34-14) ma i 12 minuti successivi vedono il rientro dei padroni di casa, trascinati da un Ben McLemore da 22 punti, suo massimo stagionale. Ci vuole allora un quarto quarto identico al primo (34-15) per suggellare il terzo successo nelle ultime quattro gare degli uomini di Quin Snyder, che hanno 20 punti da Gordon Hayward, 18 con 5/5 da tre da Rodney Hood e la solita doppia doppia di Rudy Gobert, autore di 16 punti e 15 rimbalzi.  

Philadelphia 76ers-Atlanta Hawks 92-99 — Secondo successo in fila per gli Hawks, che ringraziano il dominio di Dwight Howard sotto canestro (22 punti e 20 rimbalzi pur con 8/17 dal campo) per mantenere il quinto posto a Est dall’assalto dei Bucks. Gli uomini di Budenholzer hanno guidato per la maggior parte della partita, ma senza mai riuscire a chiudere definitivamente la gara complici i 25 punti di Richaun Holmes e i 15 di Dario Saric (pur con un brutto 5/18 dal campo). Non abbastanza per superare gli Hawks, contro cui Philadelphia non vince ormai da sette partite. “Ma i giorni migliori sono davanti a noi, abbiamo tirato fuori il massimo da questo gruppo e ne sono orgoglioso” ha dichiarato un fiducioso Brett Brown.

New Orleans Pelicans-Dallas Mavericks 121-118 - “So benissimo che viviamo nell’era dello small-ball, ma credo che noi abbiamo la possibilità di cambiare le cose, di invertire la tendenza e di trovare una nuova strada per vincere”. Parole e musica di DeMarcus Cousins, sorridente dopo il successo dei Pelicans che conta il giusto in questa regular season che ormai ha poco da dire, ma che se messo in prospettiva, può essere considerato come un’indicazione di cui tenere conto. Alla sirena sono 29 punti, 16 rimbalzi e 6 assist per DMC a cui si sommano i 30+13 di Anthony Davis. Sotto il ferro (e non solo) comandano loro due, anche se i padroni di casa non scappano mai via nel punteggio, non danno mai uno strappo definitivo. Dallas così resta aggrappata fino alla fine grazie ai 23 punti e 7 rimbalzi di Dirk Nowitzki e ai 19 e 8 di Harrison Barnes, incapace però di mettere il naso avanti una singola volta nel finale di partita.

Los Angeles Clippers-Washington Wizards 133-124 – Washington non vince a L.A. contro i Clippers dal febbraio del 2008 e nonostante la squadra sia stata capace di rimontare svantaggi in doppia cifra la bellezza di 16 volte in stagione, contro la grande serata al tiro dei padroni di casa (74 punti nel solo primo tempo, 57% al tiro complessivo – il massimo mai concesso a un avversario dagli Wizards quest’anno) non c’è nulla da fare. A guidare i Clippers le sette triple a bersaglio per 31 punti di J.J. Redick e il dominio sotto canestro di Blake Griffin (26 con 10 rimbalzi) e DeAndre Jordan (23+18). Agli ospiti non bastano i 41 punti di John Wall e i 27 di Bradley Beal. 

Memphis Grizzlies-Indiana Pacers 110-97 — La sfuriata di Paul George non ha avuto l’effetto sperato, visto che i Pacers hanno perso la quarta partita nelle ultime cinque finendo sotto di 19 all’intervallo senza mai riuscire a rialzarsi, anzi sprofondando anche a -25. Il grande protagonista è un nativo dell’Indiana come Mike Conley, che ha pareggiato il suo massimo in carriera con 7 triple chiudendo poi a 36 punti, terzo miglior marcatore della notte NBA dietro Westbrook e Wall. A nulla sono serviti i 22 di Paul George, anche perché i titolari dei Pacers sono stati sovrastati 84-53 da quelli dei Grizzlies, con un Vince Carter vintage da 21 punti, 8 rimbalzi e +27 di plus-minus. “Avremmo dovuto andare in campo e rendergli la vita difficile, ma eravamo spenti a inizio gara e hanno fatto quello che hanno voluto. E si è visto” ha commentato un sempre più sconfortato George.