Please select your default edition
Your default site has been set

NBA, George: "Siamo una squadra senza orgoglio"

NBA

Il numero 13 dei Pacers striglia i suoi dopo la pesante sconfitta casalinga contro i T’wolves, che relega al settimo posto Indiana, nuovamente invischiata nella lotta playoff

Gli Indiana Pacers hanno vissuto una stagione dalle due facce, al di sopra della mediocrità di molte realtà della Eastern Conference, ma allo stesso tempo mai convincenti al punto da essere considerata come alternativa credibile alle varie Boston, Washington o Toronto. A descrivere alla perfezione il limbo in cui si colloca la squadra di coach McMillan ci pensa il record: 37-37, un 50% tondo tondo che può essere visto come bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. Dopo la rocambolesca e in parte contestata sconfitta casalinga contro i Timberwolves, Paul George non ha dubbi nel dare maggiore importanza a quella metà ancora da riempire, soprattutto in vista dei playoff ormai imminenti. Un cambio di passo necessario che i Pacers non sembrano in grado di poter fare: “Non c’è senso di urgenza, non c’è orgoglio, né voglia di vincere. Questo spogliatoio non è abbastanza incazzato, non c’è abbastanza rabbia”. Parole da leader che preoccupano non solo in vista dell’imminente post-season, ma anche in funzione di una possibile futura partenza del miglior giocatore a disposizione alla corte di Larry Bird.

“Sconfitta inaccettabile” - Non ci sono scuse che tengano per George, neanche il fischio finale contestato e criticato anche da Karl-Anthony Towns è un pretesto per stemperare il giudizio sulla pesante battuta d’arresto. “Dobbiamo avere un approccio professionale a tutte le decisioni che vengono prese dagli arbitri e pensare soltanto a difendere il fattore campo, soprattutto contro squadre che non sono più in corsa per la post-season. Come gruppo, dobbiamo avere la grinta di cui non c'era la minima traccia in campo questa sera”. Vittoria e grinta, queste le due parole più ricorrenti nello sfogo del numero 13. “In un momento del genere, non è accettabile giocare una partita così. Avanti di quattro in casa a meno di un minuto dalla fine, non puoi permettere agli avversari di ritornare in corsa e di batterti nei secondi finali, soprattutto contro una squadra così giovane e inesperta. Non puoi mollare un match così, è davvero molto frustrante”. Il boccone amaro non sembra proprio scendere giù. “È difficile accettare una sconfitta in una sfida casalinga da vincere a tutti i costi, tenendo conto del fatto che in trasferta facciamo tanta fatica. Farò di tutto per rendere chiaro il messaggio ai ragazzi che queste partite bisogna vincerle a tutti i costi. È l’unica cosa che conta. L’unica motivazione che deve guidarci deve essere la voglia di vincere”. La sintesi perfetta? La fa lo stesso George prima di lasciare lo spogliatoio. “Incazzato, non riesco a trovare una parola che descriva meglio il mio stato d’animo”.