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NBA, anteprima playoff: Houston – Oklahoma City

NBA

Dario Vismara

È James Harden contro Russell Westbrook lo scontro più atteso del primo turno dei playoff, ma la serie tra Rockets e Thunder potrebbe essere decisa dai “supporting cast”

Russell Westbrook e James Harden si sono rincorsi reciprocamente sin dal primo giorno della stagione, rispondendo l’uno alle grandi prestazioni dell’altro – spesso a suon di triple doppie, chiudendo rispettivamente all’astronomica cifra di 42 e 22. Le prime tre partite che li hanno visti affrontarsi sono state incerte e spettacolari, con Westbrook a sigillare l’unica vittoria di OKC con una memorabile schiacciata quasi allo scadere e Harden a dominare, e vincere, le altre tre partite. Quasi un microcosmo delle stagioni delle due squadre, con i Rockets capaci di esaltare tutto il collettivo attorno alla grandezza del proprio numero 13 fino a conquistare 55 vittorie e i Thunder aggrappati in tutto e per tutto alle prestazioni mostruose della loro superstar per strappare un posto ai playoff. La serie, però, è interessante anche al di là dello scontro tra i due candidati MVP, perché molto probabilmente il risultato finale verrà deciso dai rispettivi “supporting cast” – che nel corso degli anni hanno dimostrato di avere scarsissima simpatia reciproca.

Stato di forma delle squadre

Dopo aver corso fortissimo tra dicembre e gennaio conquistando 19 vittorie in 21 partite, i Rockets si sono presi il terzo miglior record della lega e sostanzialmente non lo hanno più mollato, viaggiando a velocità di crociera dopo la pausa per l’All-Star Game con un record di 15-9, lasciandosi giusto un pochino andare in difesa (19° rating difensivo dopo la pausa) ma chiudendo comunque col settimo miglior differenziale della lega per chiudere la stagione. I Thunder, al contrario, hanno viaggiato sulle ali delle triple doppie di Russell Westbrook con 15 vittorie e 10 sconfitte, assicurandosi il sesto posto nella conference e finendo la stagione con solamente 8 vittorie in meno rispetto a un anno fa nonostante l’addio di Kevin Durant, che comunque ha portato a un crollo nel differenziale di 100 possessi di 7 punti, il più ampio di tutta la NBA da un anno all’altro. Solo la grandezza di Westbrook è riuscito a mettere una pezza all’inevitabile declino senza una stella del calibro di KD, grazie soprattutto all’eccellente record (26-16) dei Thunder nei finali di partita tirati.

I precedenti

Come già scritto nell’introduzione, le prime tre sfide stagionali tra le due squadre sono state molto combattute, arrivando sempre a giocarsi “in the clutch” ma con le due stelle che hanno combinato solamente per 6/25 al tiro (4/17 Westbrook e 2/8 Harden), anche se il “Barba” ha sempre chiuso in doppia-doppia. A fare la differenza infatti sono stati soprattutto gli altri giocatori di Houston, che hanno massacrato i pari-ruolo specialmente nei minuti in cui Westbrook non è stato in campo. Nei 44 minuti senza “Russ”, i Thunder sono andati sotto di 13 punti, mentre al contrario i Rockets hanno vinto di 5 punti i minuti giocati senza la loro stella – mentre il punteggio è stato praticamente identico con entrambi in campo, 325 a 324 per i Thunder. Inoltre, i compagni del “Barba” hanno tirato 31/63 (49%) dall’arco nelle due partite al Toyota Center – percentuali che i Thunder non possono permettersi se vogliono vincere questa serie. Di particolare interesse è stato l’incrocio tra James Harden e il giocatore che con ogni probabilità lo prenderà in consegna, vale a dire Andre Roberson: in oltre 32 minuti il giocatore dei Thunder ha tenuto il candidato MVP a 10/33 dal campo e 2/14 al tiro, la miglior prestazione difensiva contro Harden di tutta la NBA.

Punti di forza e deboli

Giocare contro i Rockets significa innanzitutto cercare un modo di evitare che una grandinata di triple sotterrino la partita prima ancora che sia cominciata, visto che gli uomini di D’Antoni ne provano 40 a sera, il 46% dei loro tiri dal campo. I Rockets però sono allo stesso tempo una squadra che arriva tantissimo in area, prendendosi il 35.6% delle loro conclusioni nel pitturato per un totale di 46.7 punti a partita. Una combinazione difficile da arginare specialmente quando ad azionarla c’è un talento del livello di Harden, che guida il secondo miglior attacco della lega e una squadra imbattuta quanto tira col 40% dall’arco (21-0 in stagione). Anche i Thunder sono una squadra che prova a imporre la propria legge nel pitturato, tanto nei punti (49.9 a partita, primi in NBA) quando a rimbalzo, dove sono la miglior squadra della lega per percentuale e l’unica di questi playoff a essere nella top-5 tanto in attacco quando in difesa. I Thunder però non possono godere della capacità dei Rockets di aprire il campo, visto che hanno chiuso la regular season con la peggior percentuale dall’arco di tutta la lega (32.7%): un punto debole cruciale a cui solo Westbrook con le sue triple doppie (33-9 il record quando ci riesce) può cercare di mettere una pezza. I Thunder poi dovranno cercare di resistere nei (presumibilmente pochi) minuti in cui il numero 0 tirerà il fiato: in stagione il differenziale su 100 possessi dato dalla sua presenza o meno in campo è stato di 12.2 punti (+3.3 con e -8.9 senza).

Matchup

A Oklahoma City alcuni sono convinti che, se Patrick Beverley non avesse rotto il menisco di Westbrook nei playoff del 2013 quando OKC aveva il miglior record della lega, oggi i Thunder avrebbero un titolo NBA in bacheca, e forse anche di più. Per questo Beverley è il nemico pubblico numero 1 tanto nello spogliatoio dei Thunder quanto nell’intera città, e proprio per questo vederlo impegnato contro Westbrook per un’intera serie sarà uno spettacolo nello spettacolo. Se le marcature delle due stelle sono definite (e molto raramente i due incroceranno le spade direttamente), è soprattutto nello scontro tra i “supporting cast” che si giocherà la serie: riusciranno i vari Oladipo, Adams e Kanter a fermare la prolificità di Gordon, Anderson, Williams e Ariza, impedendo allo stesso tempo a Capela e Nene (23/30 al tiro contro OKC in stagione) di ricevere in area? L’opzione migliore per OKC è quella di sperare di rimanere in partita fino a forzare il “crunch time” e affidarsi a Westbrook nel finale di gara: una ricetta che ha funzionato per tutta la stagione e a cui a maggior ragione i Thunder devono affidarsi per avere un’opportunità in una serie che ESPN vede all’80% andare in favore dei Rockets.