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NBA, la famiglia Pachulia sotto protezione dopo le minacce ricevute

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La diatriba infinita tra Pachulia e Popovich scrive un nuovo triste capitolo: il giocatore georgiano infatti ha aumentato la sicurezza al seguito di sua moglie e dei suoi figli dopo le minacce ricevute nei giorni scorsi

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La situazione in casa Pachulia dopo l’episodio che lo ha visto protagonista in gara-1 su Leonard non è delle migliori. Le minacce arrivate da più parti sui social hanno indotto il giocatore georgiano a rinforzare la sicurezza non solo sua, ma anche dei suoi cari, in maniera tale da evitare spiacevoli inconvenienti per la sua famiglia. In particolare alcune guardie del corpo stanno assistendo la moglie e i suoi tre figli rispettivamente di otto, sette e quattro anni. Quello che fa discutere in particolar modo è la scelta fatta da coach Popovich di puntare il dito contro d lui, lanciandosi in arditi paragoni con la casistica che riguarda gli omicidi colposi. Parole che con gli sviluppi presi dalla vicenda assumono un tono totalmente diverso e che a detta dello stesso Pachulia si sono rivelate benzina su un fuoco che ardeva, scatenando la parte più becera e pericolosa del tifo: “Non sto dando la colpa di nulla a Popovich –ha sottolineato il numero 27 di Golden State -, ma è ovvio che le sue parole abbiano avuto un sacco di influenza su quanto sta accadendo. Sfortunatamente non si può avere il controllo sull’intelligenza di chi ascolta quanto viene detto. Alcuni di loro avranno semplicemente sentito un paio di frasi pronunciate dal coach degli Spurs e pensato di conseguenza: “Ok, allora adesso facciamo così”, ed è un errore enorme. La gente può prendersela con me, ma non di certo con i miei cari, accusando mia moglie o peggio ancora i miei figli”.

“Prendetevela con me, non con i miei figli”

Da quel dannato terzo quarto in gara-1 infatti, Pachulia sta vivendo un incubo fatto di accuse e insinuazioni, a cui sta provando a rispondere (in maniera vana) ormai da giorni. A questo poi si aggiunge il problema fisico che lo sta tenendo lontano dal parquet (secondo alcuni in maniera precauzionale) in queste ultime gare. Golden State viaggia comodamente verso la conquista della terza finale NBA consecutiva, ma la testa del georgiano è da un’altra parte: “Come persona, come uomo, non ho problemi a confrontarmi e convivere con questioni di questo genere, ma odio l’idea che la mia famiglia debba essere messa in mezzo. Loro non c’entrano nulla, sono davvero innocenti sotto ogni punto di vista…  Odio questa situazione, non meritano una cosa del genere. Non sto dando la colpa a Popovich, ma le sue parole hanno un peso non indifferente su quanto accaduto. È un uomo rispettato, oltre a essere un allenatore già nella storia del gioco. È inevitabile che quando con le sue parole punta il dito contro qualcuno, quello che dice possa avere un effetto non sempre controllabile”.