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Mercato NBA, Derrick Rose firma coi Cleveland Cavs per un anno

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Derrick Rose in campo contro i Cleveland Cavs, sua nuova squadra (foto Getty)

L'ex playmaker di Bulls e Knicks ha trovato un accordo per un annuale da 2.1 milioni con i campioni della Eastern Conference, sempre alle prese con la situazione legata a Kyrie Irving. LeBron James ha apprezzato la firma sul suo profilo Twitter

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Dopo qualche giorno di attesa, il matrimonio si è finalmente consumato: Derrick Rose ha trovato un accordo con i Cleveland Cavaliers per un contratto al minimo salariale da 2.1 milioni per un anno. Le voci sugli incontri tra l’ex playmaker di Chicago e New York e i campioni della Eastern Conference circolavano già da diversi giorni, a maggior ragione dopo la clamorosa richiesta di scambio da parte di Kyrie Irving. In attesa che si risolva l’intrigata situazione legata al numero 2 dei Cavs, la franchigia guidata dal nuovo GM Koby Altman si cautela firmando un ex MVP che dopotutto ha solo 28 anni, per quanto il suo rendimento sia per forza di cose lontano rispetto a quello che nel 2011 lo fece diventare il più giovane Most Valuable Player nella storia della NBA. Quel premio arrivò a interrompere i quattro titoli vinti da LeBron James, con il quale Rose si è tenuto in contatto negli ultimi giorni: il giocatore-franchigia dei Cleveland Cavs ha twittato il suo gradimento con cinque emoji di una rosa e l’incitamento “Let’s Rock G!!”.

La scelta di Rose

Derrick Rose ha scelto Cleveland dopo aver avuto colloqui nelle ultime settimane con i Milwakee Bucks, gli L.A. Clippers e soprattutto i Los Angeles Lakers, i quali hanno provato fino all’ultimo a convincerlo che in gialloviola avrebbe potuto aiutare la crescita di Lonzo Ball con un minutaggio migliore rispetto ai Cavs. Evidentemente, però, la possibilità di competere per il titolo – mai più sfiorato dopo le finali di conference del 2011 – e di rivitalizzare la sua carriera al fianco di un Hall of Famer del calibro di LeBron James hanno battuto qualsiasi altra offerta, per di più in una città che gli permette di essere a poco più di un’ora di aereo dalla sua amata Chicago. Dal punto di vista personale, Rose godrà delle migliori spaziature da diverso tempo a questa parte: nello scorso anno, pur essendo estremamente deludente a livello di squadra, ha tentato oltre il 40% dei suoi tiri nell’ultimo metro vicino al ferro, tirando anche con il 46.2% in situazioni di pick and roll – non molto distante dal 46.7% di Kyrie Irving, il quale però si fa preferire per la capacità di segnare da tre (un tiro sempre più in diminuzione per Rose). Lo stipendio non sarà da top player, e il rischio che venga tagliato se le cose non vanno per il meglio è alto, ma per Rose i Cavs rappresentano una scommessa su se stesso, dopo un’annata che anche dal punto di vista personale – con la famosa “sparizione” prima di una partita casalinga con New York – non è stata positiva.

La scelta dei Cavs

Per Cleveland lo scenario ideale di questa firma è che Rose possa riscoprire un po’ di brillantezza dei giorni perduti, trovando il modo di funzionare nei pick and roll con Kevin Love, e che la libertà nei tiri procurata da un catalizzatore di attenzioni come James faccia migliorare le sue percentuali dall’arco. Lo scorso anno coi Knicks infatti ha segnato solamente 36 punti da conclusioni piedi-per-terra, il settimo peggior risultato tra i giocatori che hanno giocato almeno 2.000 minuti (nella top-10, otto sono centri e l’altro è T.J. McConnell dei Philadelphia 76ers). Se Rose non dimostrerà di poter essere pericoloso anche lontano dalla palla, le difese avversarie lo ignoreranno e raddoppieranno continuamente su James e  Love, rendendo difficile sostenere la sua presenza in campo – anche perché difensivamente è dannoso per la squadra, come testimonia il suo -2.36 di Defensive Real Plus-Minus, 73° giocatore solamente tra le point guard, peggio ancora di Irving. Ad ogni modo, per il minimo salariale è difficile pensare di poter prendere un giocatore con più talento di Rose, che lo scorso anno nei tiri da due punti ha vissuto la miglior stagione della sua carriera dai tempi dell’MVP (48.7%, ai livelli dei primi tre anni). Il basket però si è evoluto, e un playmaker che non tira da tre punti (solo 60 tentativi in tutta la scorsa stagione) rimane un fit rischioso, specialmente nella squadra di LeBron James. Ma quali alternative migliori erano realmente presenti?