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NBA, Golden State asfalta OKC con 28 di Durant ma Westbrook accusa: "Pachulia gioca sporco"

NBA

Grandissima prestazione difensiva dei campioni NBA in carica che tengono i Thunder al loro minimo stagionale, ma a far parlare è il nervosismo dei protagonisti in campo: faccia-a-faccia Durant-Anthony, tecnico per Draymond Green e una giocata di Zaza Pachulia che manda su tutte le furie Westbrook e… Kyrie Irving!

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Golden State Warriors-Oklahoma City Thunder

TABELLINO

Oklahoma City si presenta alla Oracle Arena avendo vinto i precedenti due scontri diretti stagionali (con 38 di Paul George nell’ultimo), con un attacco capace di produrre almeno 100 punti in tutte le ultime 5 gare e in 14 delle ultime 16. Ce n’è abbastanza per stimolare Kevin Durant e compagni, difensivamente prima ancora che offensivamente: OKC viene tenuta al suo minimo stagionale (80 punti), George sbaglia i primi 9 tiri della sua gara (non gli era mai successo prima in carriera) e termina con un pessimo 1/14, meglio non fanno i Big Three complessivamente considerati (con l’aggiunta di Russell Westbrook e Carmelo Anthony le percentuali salgono solo al 24%, 11/46 al tiro in tre, per 34 punti totali – insieme non hanno mai tirato così male in tutto l’anno). Eppure all’intervallo i Thunder sono sotto solo di 7 punti, 52-45, ma nel terzo quarto arriva la mareggiata offensiva degli Warriors che spazza via tutto: negli ultimi 8:48 del periodo i padroni di casa mettono a tabellone 30 punti e tengono a 35 punti l’attacco di OKC nell’intero secondo tempo. A guidare l’attacco di Golden State ci pensa un Kevin Durant da 28 punti con 4/6 da tre, 21 li aggiunge Steph Curry con 9 rimbalzi, 6 assist e 3 recuperi (e 5 triple a segno) ma ancora meglio dall’arco fa Nick Young in uscita dalla panchina, con 4/5 per 12 dei suoi 16 punti totali – e un suo “shimmy” in faccia alla panchina dei Thunder viene gradito il giusto da Russell Westbrook, che si alza stizzito per rifilargli una spinta. È solo l’ultimo di una serie di episodi di nervosismo che contraddistinguono tutta la partita, tra due squadre che dopo il trasferimento di Durant da Oklahoma City sulla Baia non hanno mai fatto mistero di non amarsi troppo. 

Storie tese e polemiche (e c’è di mezzo, ancora, Zaza Pachulia)

È proprio il n°35 degli Warriors a ritrovarsi coinvolto per primo in un faccia-a-faccia parecchio animato con Carmelo Anthony, sedato soltanto da un doppio tecnico assestato dagli arbitri. Un altro se lo fa fischiare anche Draymond Green dopo una difesa che frustra ancora Anthony (che si toglie dalla fronte e getta a terra con rabbia la fascia tergisudore) ma che il trio arbitrale considera fallosa: per l’ala di Golden State si tratta del 15° tecnico stagionale, a uno dall’automatica sospensione. Gli strascici di una partita nervosa continuano anche nel post-partita, e riguardano soprattutto un episodio nel quale Zaza Pachulia frana senza apparente motivo addosso a un Russell Westbrook già a terra: “Cosa è successo? Non dite che non l’avete visto, hanno mostrato 4 replay diversi. È caduto su di me, mi è crollato addosso anche se nessuno l’ha toccato, cercando di farmi male. Allora non chiedetemi cos’è successo, ma chiedetemi se è intenzionale. Chiedetemelo. Chiedetemi se penso che sia uno che gioca sporco? La risposta è sì, senza dubbio” ("Non commento - la replica a distanza di Pachulia - è un comportamento infantile. Non voglio neppure rispondere a un'accusa del genere"). A rincarare la dose ci ha pensato anche Paul George, sulla stessa lunghezza d’onda del suo compagno: “Lo conoscete tutti Zaza. Conoscete la sua storia, il suo passato. Nessuno lo ha spinto” ma fa ancora più discutere il fatto che sull’episodio sia voluto intervenire – via social – anche Kyrie Irving, impegnato nella notte coi suoi Celtics al Madison Square Garden: “La lega deve intervenire e fare qualcosa con Pachulia. Giocate del genere sono schifezze senza senso”, ha scritto a commento del video dell’incidente su Twitter. Un corollario di accuse e polemiche che hanno finito per distogliere l’attenzione dal netto successo degli Warriors, sottolineato però dalle parole di Kevin Durant: “Siamo i campioni. Siamo 46-14 e abbiamo uno dei migliori record esterni di tutta la lega. È quello che abbiamo sempre fatto negli ultimi due anni. Non dobbiamo far altro che essere noi stessi”. E dopo la pausa per l’All-Star Game, sembrano determinati a esserlo.