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NBA, i Lakers e un nuovo modo per battere gli Warriors: "Si parte dalla difesa, non dal tiro"

NBA

Tutti nelle ultime stagioni hanno provato a correre più degli Warriors, a tirare più di loro e ad allargare sempre più il campo, tornando a casa sempre sconfitti. In casa Lakers invece l'approccio è completamente diverso, con la speranza che il piano funzioni

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Rob Pelinka, il GM dei Lakers, lo ha messo in chiaro sin dalle prime battute durante la prima conferenza stampa ufficiale dopo l’acquisizione di LeBron James. Per battere Golden State è giusto provare a cambiare spartito, evitare di inseguirli sul loro terreno: quello sarebbe sempre un tentativo vano. Per questo i Lakers hanno deciso di costruire attorno a James una squadra “molto diversa da quelle che ha avuto a disposizione nel passato”. James non era presente al primo evento tenuto dai giallo-viola, ma per la dirigenza losangelina non è un problema: “Siamo abituati a celebrare i titoli e le vittorie, non le firme e gli arrivi dei free agent”, chiosa Pelinka, che poi rilancia sulla questione costruzione del roster: “Se il nostro obiettivo è quello di vincere il titolo NBA, dobbiamo guardare a come le squadre che hanno successo vengono assemblate e a come possiamo garantirci le migliori chance di risultare meglio di loro. Questa è una delle cose che ci hanno guidato nella costruzione di questo gruppo: io e Earvin [Johnson] abbiamo parlato proprio di questo con LeBron, tutti e tre concordavamo sullo stesso punto. Inseguire gli Warriors sul loro campo, provare a giocare nel loro stesso modo è una trappola. Nessuno è meglio di Golden State in quello, per questo abbiamo preferito aggiungere degli elementi diversi al gruppo, garantendo maggior rendimento difensivo, durezza mentale e profondità nelle alternative per provare a esplorare le aree in cui pensiamo di poter avere un vantaggio contro di loro. Se si studiano le squadre da playoff del passato, ci si rende conto che Michael Jordan era circondato da giocatori come Dennis Rodman, che Kobe voleva al suo fianco uno come Metta World Peace; dei duri pronti a garantire quell’intensità che da noi può portare uno come Lance Stephenson. Penso che la leadership di LeBron è pronta a pervadere il nostro giovane gruppo, dando a tutti un senso di sicurezza nei propri mezzi e di durezza mentale”.

"Una squadra duttile, pronta a correre e a lottare in difesa"

La questione tiro, spaziature e percentuale da tre punti quindi non è una preoccupazione della dirigenza dei Lakers: “Il nostro obiettivo non era quello di andare a caccia di specialisti, dicendo ‘Oh, questo ragazzo sa tirare: bene’. Abbiamo preso dei giocatori utili in entrambe le metà campo, che possono difendere ad alto livello senza che il tiro e il nostro attacco ne risenta. Tutti sappiamo che il gruppo di ragazzi che ha vinto il titolo lo scorso anno è molto speciale, ma uno dei modi per mettere in discussione la loro forza è partire dall’applicazione difensiva. Si è capito molto chiaramente nella serie contro Houston, grazie al lavoro fatto a protezione del ferro da alcuni giocatori dei Rockets. E dal nostro punto di vista Kentavious Caldwell-Pope risponde ad esempio a questa descrizione; uno in grado di essere duro in difesa e al tempo stesso un tiratore affidabile. Josh Hart ha dimostrato di essere un pitbull in difesa e di non avere grossi difetti in attacco. Rondo storicamente quando conta ha saputo essere tenace, un grande ladro di palloni. Vogliamo instaurare questo tipo di mentalità in tutti. E Lance Stephenson poi è pronto a entrare sottopelle a chiunque, a mettere fuori partita qualsiasi avversario e a fartela pagare in campo aperto dall’altra parte”. Una lunga lista di giocatori, tutti che possono ambire a trovare spazio in quintetto: “Nessuno ha il posto assicurato, anzi. Non vediamo l’ora che inizi il training camp, che ci sia battaglia per conquistare minuti e responsabilità. Vogliamo capire sul campo quale sia il miglior quintetto che ci permetterà di andare fino in fondo ai playoff. L’idea è quella di giocare a ritmi alti, sperando di poter schierare spesso un quintetto tutto sopra i due metri, grazie al lavoro di Brandon Ingram e di LeBron James; giocatori che non hanno un ruolo fisso sul parquet, ma in grado di fare tutto. La combinazione di lunghezza, dimensione dei nostri atleti e velocità è esaltante soltanto a pensarci”. E i tiratori: "La capacità di Rondo e James di costruire conclusioni e trovare angoli di passaggio è eccezionale: tutti gli altri potranno beneficiare di molto spazio extra rispetto al solito e questo farà salire in maniera esponenziale le loro percentuali".