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NBA, buona la prima: i "secondi esordi" di Markelle Fultz e Gordon Hayward

NBA

Erano gli osservati speciali della prima notte di prestagione NBA: l'ex prima scelta assoluta dei Sixers e l'All-Star ex Jazz hanno risposto positivamente nel loro ritorno in campo dopo mesi di inattività. Convinti di poter solo migliorare ancora

SCATTATA LA PRESEASON: VINCE PHILADELPHIA, PERDE BOSTON

Uno ha vinto, l’altro ha perso ma nel post-partita, a sentire le loro prime dichiarazioni, l’esordio in prestagione viene archiviato sia da Markelle Fultz che da Gordon Hayward come un successo. Doppio nel caso della guardia dei Sixers, visto la vittoria sul Melbourne United, ma Fultz giustamente si concentra poco sul risultato finale della gara e più sulle sue sensazioni dopo quella che è, a tutti gli effetti, solo la 18^ partita da lui mai disputata con la maglia di Philadelphia: “Mi sento alla grande, sia fisicamente che mentalmente”, afferma l’ex prima scelta assoluta. “In estate ho lavorato tanto [anche con il guru Drew Hanlen, che gli ha ricostruito il tiro, ndr], ore e ore di ripetizioni in palestra, per cui una volta sceso in campo mi sentivo tranquillo, perfettamente a mio agio. Il n°20 dei Sixers arriva a definire “incredibile” il suo secondo esordio NBA, dopo una prima annata davvero tormentata dagli infortuni e da voci spesso incontrollabili sulle sue condizioni. Fultz è partito in quintetto per coach Brett Brown, al fianco di Ben Simmons e al posto di J.J. Redick, ma l’allenatore di Philadelphia ha fatto sapere di non aver ancora stabilito le rotazioni definitive per la stagione regolare, visto anche che l’ex tiratore dei Clippers ha sempre avuto un posto da titolare nelle sue ultime 4 stagioni NBA. La minaccia di un Fultz finalmente sano potrebbe spingere Redick nel ruolo di sesto uomo, un’abbondanza che il coach di Philadelphia vive come un lusso e non certo un problema: “L’infortunio alla spalla è ciò che mi ha limitato durante tutto il mio primo anno e mi ha impedito di fare anche nella NBA quello che ero solito fare al college”, ha fatto sapere il giocatore proveniente dagli Washington Huskies, che ora reclama quei riflettori che da rookie si sono accesi su di lui solo per i motivi sbagliati. 

Hayward: “Mi mancano le gambe, il ritmo partita: ma torneranno”

Riflettori che a Boston sono tutti per Kyrie Irving e Gordon Hayward. Anche l’ex point guard dei Cavs è sceso in campo contro Charlotte per la prima volta dall’11 marzo scorso, ma l’attenzione di tutti era ovviamente per l’All-Star ex Utah Jazz, quasi preoccupato di togliersi dai piedi la sua seconda prima volta per poter poi tornare a concentrarsi su un recupero che – dopo un anno di stop – non potrà certo essere immediato. “Sono contento di aver superato questa prima gara, non penso di aver giocato la mia pallacanestro migliore ma è stato divertente tornare in campo con i  miei compagni: ci sono stati momenti buoni e momenti meno buoni, ma credo sia normale”. In particolare Hayward mette l’accento su una condizione fisica che ancora non è (e non può essere) al massimo: “Il canestro che ho segnato con il taglio a canestro in condizioni normali sarebbe stato una schiacciata, mentre invece qui ho appoggiato: ho cercato di caricare sulla gamba ma ho capito subito che non sarei riuscito a schiacciare, mi manca ancora l’esplosività. Tornerà, ne sono sicuro, ma devo sicuramente riabituarmi alla velocità del gioco e anche all’impatto del pubblico sulla partita”. Dopo un anno di allenamenti solitari, chiuso in palestra, è tutto più che normale, e il n°20 biancoverde lo sa: “Ne ho passate molte in questi ultimi dodici mesi, per cui tornare in campo davanti ai tifosi e giocare insieme ai miei compagni sono stati momenti indimenticabili, che ho avuto paura che potessero non tornare mai più”. Fortunatamente, per lui e per tutti i tifosi di basket, non è stato così e Gordon Hayward è di nuovo in campo per mettere in mostra tutto il suo talento.