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NBA, risultati della notte: Golden State torna a vincere, Philadelphia perde la prima in casa

NBA

I 63 punti della coppia Durant-Thompson permettono agli Warriors di interrompere la striscia di sconfitte consecutive. Serata di riscossa per le "piccole": Cleveland sbanca Philadelphia infliggendole la prima sconfitta in casa della stagione; Phoenix vince a Milwaukee grazie al canestro decisivo di Jamal Crawford; Detroit batte Houston al supplementare; New York sorprende New Orleans.

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Golden State Warriors-Portland Trail Blazers 125-97

La peggior striscia di sconfitte dell’era Steve Kerr si ferma a quattro: spinti dai 32 punti, 7 rimbalzi, 8 assist e 3 stoppate di Kevin Durant e dai 31 con quattro triple di Klay Thompson, i Golden State Warriors sono riusciti a tornare al successo superando i Portland Trail Blazers. Di sicuro ha aiutato il ritorno di una migliore esecuzione offensiva, che hanno portato a un ottimo 17/32 dalla lunga distanza, fondamentale che nelle ultime partite era fortemente mancato ai campioni in carica. A quel dato ha contribuito più di tutti Quinn Cook, autore di cinque triple e di 19 punti alla fine che hanno permesso agli Warriors di gestire il vantaggio accumulato in apertura di secondo quarto, quando un parziale di 22-5 ha dato loro il controllo della gara. I Blazers, che pur perdendo sono rimasti in testa alla Western Conference nel quartetto con Clippers, Grizzlies e Thunder con un record di 12-6, hanno pagato la brutta serata al tiro di Damian Lillard (9/24 dal campo per 23 punti e 8 assist), senza riuscire a sopperire con i 22 di Jusuf Nurkic e i 19 di C.J. McCollum. I Blazers non vincono a Oakland da ben cinque anni, visto che l’ultima vittoria risale al 23 novembre 2013.

Philadelphia 76ers-Cleveland Cavaliers 112-121

Era improbabile che il record dei Philadelphia 76ers in casa sarebbe rimasto perfetto ancora a lungo, ma era ancor più improbabile che a infliggere loro la prima sconfitta casalinga fosse la peggior squadra della NBA — nonché l’unica a non aver ancora vinto in trasferta in questa stagione. Invece la regular season NBA sa ancora regalare sorprese: i Cleveland Cavaliers hanno sbancato il Wells Fargo Center grazie ai 25 punti di Rodney Hood, ai 23 di Collin Sexton, ai 20 di Cedi Osman e soprattutto ai 19 di Jordan Clarkson, che ne ha messi 14 solamente nell’ultimo quarto, utili per passare da +1 a +12 nel giro dei primi otto minuti. E dire che i 76ers sembravano sul punto di prendere il controllo della gara nel terzo quarto, spinti da quattro membri del quintetto sopra quota 20 (Embiid 24+12, Redick 23, Simmons 22 e 10 assist, Butler 22) e dalle buonissime percentuali di squadra, visto che alla fine i Sixers hanno tirato con il 53.3% dal campo. A fare la differenza sono stati allora i punti da seconda opportunità, categoria nella quale i Cavs hanno vinto la sfida 15 a 4 grazie a 8 rimbalzi in attacco di Tristan Thompson, eccellente sotto canestro con 18 punti, 13 rimbalzi e +19 di plus-minus — nonché in aperta sfida con Ben Simmons, supportato a bordocampo da Kylie Jenner.

Detroit Pistons-Houston Rockets 116-111 OT

È un peccato che Pistons e Rockets si incontrino solo due volte in stagione, visto che danno sempre vita a partite combattutissime. Dopo la sfida di mercoledì conclusasi sul 126-124, a Detroit è servito un supplementare per decidere la vincente tra le due squadre, e a fare la differenza non è stato nessuno degli All-Star in campo, ma bensì Reggie Jackson. La point guard nativa di Pordenone ha segnato 19 dei suoi 22 punti tra ultimo quarto e overtime, spingendo i padroni di casa al successo grazie anche ai 28 punti di Blake Griffin e la doppia doppia da 23+20 di Andre Drummond (26^ in carriera). Altrettanto ha fatto dall’altra parte Clint Capela, anche lui capace di chiudere con 29 punti e 21 rimbalzi, mentre il miglior realizzatore della sfida è stato James Harden con 33, a cui si uniscono i 20 con 9 assist di Chris Paul. Il finale dei regolamentari è stato elettrizzante: Griffin sembrava averla ormai vinta con una tripla a 2.6 secondi dalla fine, ma un canestro sulla linea di fondo di Eric Gordon ha pareggiato a un solo decimo dalla fine, forzando un supplementare in cui a fare la differenza sono state due schiacciate di Griffin e la freddezza di Jackson dalla lunetta. I Rockets vedono interrompersi una striscia di cinque vittorie in fila, mentre i Pistons hanno vinto cinque delle ultime sette gare disputate.

Toronto Raptors-Washington Wizards 125-107

Fino a non molto tempo fa la sfida tra Raptors e Wizards era un appuntamento quasi fisso ai playoff, nonché una partita da seguire con discreto interesse durante la regular season. Ora non ha davvero più storia: la doppia doppia da 27 punti e 10 rimbalzi di Kawhi Leonard e i 15 punti di Kyle Lowry hanno spento in fretta ogni velleità degli ospiti, permettendo ai canadesi di realizzare il massimo stagionale da 17 triple e di salire a un record di 16-4, il migliore di tutta la NBA. Per gli Wizards, sempre privi di Dwight Howard, è stata un’altra serata di sofferenza, ben rappresentata dal 9/46 dalla lunga distanza di squadra: i 20 punti di Bradley Beal e i 17 di Otto Porter sono serviti giusto a contenere il distacco sotto le 20 lunghezze.

Milwaukee Bucks-Phoenix Suns 114-116

La vittoria di Toronto fa il paio con la sorprendente sconfitta di Milwaukee, superata in casa da Phoenix facendosi rimontare sei punti negli ultimi tre minuti e mezzo. L’highlight della sfida è il canestro con cui il vecchio Jamal Crawford ha deciso la partita: il veterano di mille battaglie NBA si è preso il centro del campo e ha mandato a segno in controtempo il tiro della vittoria a 0.8 secondi dalla fine, venendo festeggiato da tutti i compagni in panchina. I Bucks hanno avuto un’ultimissima possibilità per vincerla e ci sono andati molto vicini, ma la tripla mandata a segno da Khris Middleton è arrivata dopo il suono della sirena finale. I 35 punti di Giannis Antetokounmpo (autore di una brutta palla persa a 12 secondi dalla fine prima del canestro di Crawford) e i 22 di Malcom Brogdon non sono riusciti a impedire una sconfitta che porta i Bucks a due partite di distanza dal primo posto occupato dai Raptors. Per i Suns, vincenti solo per la seconda volta nelle ultime nove gare, ci sono 29 punti per Devin Booker e 19 per T.J. Warren, autore del gioco da tre punti che ha riportato le squadre in parità a 53 secondi dalla fine.

New York Knicks-New Orleans Pelicans 114-109

Un’altra sorpresa della notte NBA arriva da New York, dove i Knicks per la prima volta in stagione hanno vinto due partite in fila. A farne le spese sono stati i New Orleans Pelicans, battuti dal massimo stagionale di Emmanuel Mudiay (27 punti) e dal massimo in carriera di Allonzo Trier (25) in uscita dalla panchina. Due prestazioni che hanno permesso alla squadra di coach Fizdale di rimontare 9 punti di svantaggio nell’ultimo quarto, rendendo inutili i soliti 33 punti con 12 rimbalzi di Anthony Davis, i 22 di Jrue Holiday e i 19 di Nikola Mirotic. Per i Pelicans continua il mal di trasferta: delle dieci partite disputate lontano dalla Louisiana la squadra di coach Gentry ne ha perse otto, mentre il rendimenti in casa è quasi specularmente opposto (8 vittorie e una sola sconfitta). Con questa vittoria i Knicks — aiutati dalle doppie doppie da 17+12 di Enes Kanter e da 14+11 di Noah Vonleh — salgono a un record di 6-14.

Atlanta Hawks-Boston Celtics 96-114

Dopo le difficoltà delle ultime settimane, ai Celtics serviva una vittoria facile per cercare di invertire la rotta in fretta, e hanno cominciato a farlo sin dalla palla a due. I 45 punti segnati nel solo primo quarto hanno indirizzato immediatamente la sfida nelle mani dei biancoverdi, che hanno toccato anche il +29 nel secondo quarto prima di gestire minutaggi ed energie del proprio quintetto, con tutti i titolari — privi di Al Horford fermato da un ginocchio dolorante — tenuti sotto i 25 minuti di utilizzo. Sono stati comunque sei i giocatori in doppia cifra per coach Stevens, guidati dal massimo stagionale da 16 punti di Aron Baynes e dai 14 di Jayson Tatum, mentre in casa Hawks ci sono i 19 di Jeremy Lin e i 17 di Alex Len a fare da contraltare alla serata difficile di Trae Young (5 punti e 3 palle perse con 2/7 al tiro in meno di 20 minuti). Per Atlanta si tratta della decima sconfitta consecutiva che, insieme alla vittoria di Cleveland a Philadelphia, li pone ora all’ultimo posto nella Eastern Conference con il peggior record della lega.

Chicago Bulls-Miami Heat 96-103

Nel momento del bisogno, quando il rischio di sprecare un vantaggio di 26 punti si stava facendo concreto, i Miami Heat hanno messo il pallone nelle mani di… Josh Richardson. Non è più Dwyane Wade, alla seconda partita dopo il rientro per la paternità, il go-to guy degli Heat nei finali di gara, ma bensì la giovane guardia, che ha risposto presente segnando 12 dei suoi 27 punti finali nell’ultimo quarto. “Volevo vedere quel gruppo chiudere una partita senza Dwyane” è stata la spiegazione di coach Spoelstra sul finale affrontato senza il numero 3 in campo. “Non volevo rimetterlo e vedere tutti dargli il pallone. Ne avremo bisogno, perché è uno dei migliori di sempre nelle partite tirate, ma J Rich ha mostrato una crescita”. Miami ha fatto gara di testa dopo un secondo quarto da 32-13 in cui i Bulls hanno tirato 2/19 dal campo con 9 palle perse, rimontando piano piano ma arrivando al massimo fino al -4 grazie ai 27 di Justin Holiday e i 24 di Zach LaVine.

Oklahoma City Thunder-Charlotte Hornets 109-104

Oklahoma City aveva bisogno di un possesso difensivo senza concedere punti, e ne ha avuti addirittura due grazie agli sforzi a rimbalzo di Russell Westbrook. L’MPV del 2017 ha chiuso una prestazione da 30 punti, 12 rimbalzi e 8 assist recuperando gli ultimi palloni decisivi e convertendo i liberi per mettere i suoi a distanza di sicurezza, permettendo ai Thunder di vincere la dodicesima partita nelle ultime 14 disputate. Quando dopo la gara gli è stato chiesto quale fosse il suo atteggiamento mentale negli ultimi secondi per cercare di andare a rimbalzo, la stella di OKC ha risposto con notevole sarcasmo “Stat padding”, ovverosia cercare di migliorare le sue statistiche, accusa che spesso gli è stata rivolta in passato. Al fianco di Westbrook ci sono i 23 punti di Dennis Schroeder (partito per la prima volta in quintetto in questa stagione) e i 17 di Paul George, mentre gli Hornets rimpiangono le triple aperte costruite nel finale di gara. Kemba Walker ha chiuso con 25 punti e 8 assist, ma il pallone passato a Marvin Williams non è stato convertito dall’ala piazzata in angolo, così come lo stesso Walker ha sbagliato la tripla che avrebbe potuto pareggiare la sfida a 2.4 secondi dalla fine. “Abbiamo costruito ottimi tiri: continueremo a fidarci dei nostri ragazzi e andremo avanti” sono state le parole di conforto di coach Borrego.

Brooklyn Nets-Minnesota Timberwolves 102-112

I Timberwolves battono a domicilio i Nets, piazzando il doppio parziale nel secondo e nel terzo quarto, godendosi prima un Taj Gibson da 16 punti e 11 rimbalzi e poi un superlativo Karl-Anthony Towns che segna 17 dei suoi 21 punti totali nella terza frazione. Il miglior realizzatore in casa T’Wolves è un altro, la bella sorpresa in questo primo mese travagliato di stagione: Derrick Rose, autore di 25 punti con 11/17 dal campo, arrivati a gara in corso e nei momenti cruciali del finale di partita. Brooklyn infatti regge un quarto d’ora, poi perde contatto prima di sprofondare ben oltre la doppia cifra di svantaggio. La scossa arriva da Joe Harris e da Spencer Dinwiddie - entrambi a quota 18 punti - ma non abbastanza continui per evitare la sesta sconfitta nelle ultime otto gare. Convincente anche la prestazione di Robert Covington, uno dei nuovi arrivati a Minneapolis nella trade che ha portato Jimmy Butler a Philadelphia. L’ex Sixers si è già preso il suo posto da titolare e di leader difensivo, in una partita da sette punti, sei rimbalzi e ben cinque recuperi.

Denver Nuggets-Orlando Magic 112-87

Nessun problema per i Nuggets in casa contro i Magic, tanto che per una sera a prendersi le luci della ribalta non sono Nikola Jokic o Jamal Murray, ma Mason Plumlee e Trey Lyles. Il primo ha chiudo con 15 punti e 11 rimbalzi ma soprattutto 4 assist, alcuni di eccellenti fattura proprio per premiare i tagli di Lyles, miglior marcatore della sfida con 22 punti. Con altri tre giocatori in doppia cifra, Nikola Jokic si è preso solo sette tiri segnando sei punti, ma ha comunque chiuso in doppia doppia con 10 rimbalzi e 11 assist, terza volta in stagione che manca la tripla doppia per non essere arrivato in doppia cifra per punti. In casa Orlando, mai realmente partita all’inizio di una trasferta da sei gare, ci sono i 18 punti di Terrence Ross (che ha segnato i primi 7 tiri tentati), i 16 di Nikola Vucevic e i 14 di Aaron Gordon, ma nessun altro giocatore è andato oltre quota 9.